LORD BYRON

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George Gordon Byron (Londra 1788 - Missolungi 1824), poeta britannico, importante e versatile esponente del romanticismo inglese. Dopo aver studiato a Cambridge, alla morte dello zio William, quinto barone di Byron, ne ereditò titolo e possedimenti.

Nel 1807 pubblico' il volume di poesie Ore d'ozio. Byron poi scrisse una satira in distici eroici intitolata Bardi inglesi e recensori scozzesi(1809). Nello stesso anno, dopo essere entrato alla camera dei Lord, partì per un viaggio di due anni in Portogallo, Spagna e Grecia. La pubblicazione nel 1812 dei primi due canti del Pellegrinaggio di Aroldo il cavaliere, un poema sui viaggi in Europa, diede a Byron la notorietà. Aroldo era il primo esempio di eroe byroniano, il giovane dalle emozioni tempestose che schiva l'umanità e vive schiacciato dal peso di un misterioso senso di colpa. Lo stesso tipo di eroe, modellato in parte sulla vita e la personalità dell'autore, ricorre nella sua poesia narrativa dei due anni seguenti, che comprende Il giaurro (1813), La sposa d'Abido (1813), Il corsaro (1814) e Lara (1814).

Nel 1815 Byron sposò Anna Isabella Milbanke, la quale, dopo avergli dato la figlia Augusta Ada (la sola figlia legittima di Byron), lo lasciò nel 1816 ed egli ne se andò dall'Inghilterra. A Ginevra, dove visse con gli Shelley e Claire Clairmont, scrisse il terzo canto del Pellegrinaggio e il poema narrativo Il prigioniero di Chillon (1816). Si trasferì poi a Venezia, dove dal 1816 al 1819 compose, tra le altre opere, il dramma in versi Manfred (1817), i primi due canti del Don Giovanni (1818-19), brillante satira sulla società inglese del tempo, il quarto e ultimo canto (1818) del Pellegrinaggio e il poemetto satirico Beppo (1818), scritto in ottava rima. Dopo due anni di viaggi in Italia, nel 1821 decise di stabilirsi a Pisa. Risalgono a questo periodo il poema burlesco Mazeppa (1819) e i drammi in versi Caino e Sardanapalo (entrambi pubblicati nel 1821).

Nel 1822 fondò a Pisa, con i poeti Percy Bysshe Shelley e Leigh Hunt, la rivista "The Liberal", ma la morte di Shelley l'anno seguente e una lite con Hunt posero fine al progetto dopo l'uscita di soli tre numeri. Quello stesso anno vide anche l'inizio della disputa letteraria con il poeta Robert Southey, che aveva attaccato il Don Giovanni. Nella risposta di Byron, La visione del giudizio, pubblicata nel numero di ottobre 1822 e considerata da molti la sua opera migliore, il poeta dimostrò ancora una volta la sua abilità di satirista. Sempre nel 1822 trascorre un periodo a Porto Venere dove si dedica allo scrivere e alla pratica del nuoto di cui è appassionato cultore. Secondo un aneddoto avrebbe addirittura attraversato a nuoto il golfo, nuotando per otto chilometri fino a San Terenzo, per andare a trovare i coniugi Shelley, che già aveva incontrato a Ginevra. Nel luglio 1823, alla notizia della rivolta greca contro i turchi Byron, incurante del suo stato di debolezza fisica, si unì ai ribelli e appoggiò la causa greca, contribuendo finanziariamente al reclutamento di un reggimento. Byron abbandonò il Granducato di Toscana per Genova allorché i Gamba vennero espulsi e, convinta Teresa a tornare a Ravenna, benché reduce da una malaria nel 1823 egli s'imbarcò con il conte Gamba e Trelawney per Cefalonia. Qui si andava formando tra aspre divergenze d'idee una compagine inglese a sostegno della guerra d'indipendenza greca contro l'Impero Ottomano. Byron lasciò l'isola su invito di Alessandro Maurocordato, liberatore della città di Missolungi dall'assedio ottomano.

Sbarcò a Patrasso nel gennaio del 1824, dove visse gli ultimi mesi della sua esistenza, tra gli aspri contrasti dei ribelli. In seguito a una febbre reumatica tramutatasi in meningite, morì delirante a Missolungi, il 19 aprile. Con sé aveva il manoscritto dell'incompleto XVII canto del Don Juan. La salma venne tumulata nella cappella di famiglia di Newstead, già venduta nel 1818; i suoi resti vennero trasferiti in seguito nella Chiesa di Hucknall.

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