PIAZZA SANT'AGOSTINO LA SPEZIA

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La piazza è un familiare e piacevole punto di ritrovo della gente che si ferma a chiacchierare urbanamente e a stipulare affari. Il motivo va ricercato nel fatto che si è sviluppata nelle immediate vicinanze della Porta Romana, nel transito dei commerci della capitale con il centro ed il nord d'Italia, soprattutto del sale, di cui permangono i resti nell'antica “Casa del Sale”. Inoltre la presenza di ben due pozzi, da cui la popolazione attingeva acqua, giustifica l' importanza che la piazza ha assunto nella vita quotidiana della città come fonte vitale e umana. Sant'Agostino costituisce, nella città murata seicentesca, uno dei quartieri in cui era divisa amministrativamente La Spezia, come il quartiere del Prione e della Cittadella. Esso si sviluppava intorno all'omonima contrada, che corrisponde all'attuale Piazza Sant'Agostino; includeva il convento delle Clarisse, all'altezza dell'odierna Via XX Settembre, e arrivava alla cinta muraria verso mare, dove è l'attuale Via Felice Cavallotti. Giungeva, da levante, sino alla Porta Romana, in corrispondenza della Piazzetta del Bastione e a via del Prione da ponente. Intorno alla contrada si aprivano molte botteghe; lo stesso convento di Sant'Agostino, edificato nel 1376, ne possedeva otto, che si affacciavano verso la piazza. Sulla contrada, contigua alla Porta Romana, si trova l'Oratorio di San Giovanni, già esistente nel 1543 come sede di una confraternita “orationis et mortis”, che si occupava della sepoltura dei defunti. Dopo essere stato soppresso nel 1797, per essere trasformato prima in scuola e poi in caserma, venne restituito agli ordini religiosi nel 1932. In seguito ai bombardamenti dell'ultima guerra, la chiesa di Sant'Agostino venne completamente distrutta, mentre fu risparmiata quella dei Santi Giovanni ed Agostino. L'edificio è un buon esempio di architettura barocca, cui oggi si accede tramite pochi gradini sul lato monte. All'interno vi si può ammirare un dipinto raffigurante la Vergine che libera le anime del purgatorio per portarle in paradiso, che doveva ornare l'altare maggiore dell'oratorio. Venne ampliato nella seconda metà del XVIII secolo ed adornato di una cupola, impreziosita all'interno da stucchi e decorazioni secondo il gusto del barocchetto genovese. A poca distanza s'incontrano alcuni dei palazzi più antichi della città: Palazzo Oldoini e al numero civico 54 Palazzo de’ Nobili, la cui presenza è attestata dal 1609 come proprietà della famiglia Oldoini. Gli edifici sono in stile Barocco e presentano facciate decorate in modo simile: fregi di conchiglioni, teste di leoni e motivi floreali sulle aperture e timpani. I palazzi, recentemente restaurati , non sono fruibili al pubblico perché di proprietà privata, e pertanto ammirabili solo dall'esterno. Davanti agli edifici è posizionato il busto della bellissima Virginia Oldoini, contessa di Castiglione; l'opera, di Vaccarone e Formicola, risale al 2000. In Via Sant'Agostino, sulla destra, guardando i palazzi, si possono notare architetture ancora antecedenti, come un arco a tutto sesto con sovrastante bifora, oltre alle mura a bozze squadrate affioranti agli angoli di alcuni edifici, che testimoniano l'antico aspetto della città. Interessante è la sovrapporta con stemmi araldici, della seconda metà del XV secolo, eseguita dalle maestranze dell'Antelami, in Via Calatafimi al n. 34, parallela a Via Sant'Agostino. L'iconografia più frequente, che compare in tutto l'arco ligure, è l' emblema del santo francescano Bernardino, ovvero il trigramma IHS iscritto in un tondo fiammeggiante. E' ben visibile, in marmo apuano, in un edificio storicamente appartenuto agli Oldoini, in cui spiccano due stemmi araldici simmetrici divisi dal trigramma crociato, sormontato da corona gigliata a cinque punte, ascrivibile appunto alla seconda metà del XV secolo. Si segnala che non è accessibile la Chiesa di San Giovanni, in quanto raggiungibile attraverso una scalinata che ha un dislivello di circa 2 metri.

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