SANTO STEFANO DI MAGRA

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SANTO STEFANO DI MAGRA

In Dialetto: Sa Steu
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Nazione: Flag ita.gif
Regione: LIGURIA
Provincia: LA SPEZIA
Comune: SANTO STEFANO DI MAGRA
Coordinate: 44°09′44.93″N 9°54′54.48″E
Altitudine: 54 m s.l.m.
Google Maps: http://tinyurl.com/3v9qeyf
Dialetti: Santostefanese
Abitanti: 8.751 31-12-2010 (fonte Istat)
Densità: 629 ab./km²
Frazioni:
CAP: 19037
Patrono: santo Stefano Protomartire
Ricorrenza: 26 DICEMBRE
Eventi:
Musei:
Parchi:
Links: Sito web ufficiale
Chi, desideroso di piatti tipici della vallata della Magra o dei vini dei Colli di Luni, tutti DOC, si avvia dalla Spezia verso Ponzano Superiore per assaggiare "tronchetti di ginestre" o "crespelle di verdura", per seguitare con "medaglioni di funghi" e "coniglio alla ponzanese", non dimentichi di dare un'occhiata al borgo ove strade anguste, scalinate e rampe, tengono fuori le auto consentendo ancora di apprezzare il disegno urbano. Questo borgo aveva assunto nel Medioevo grandissima importanza strategica proprio perchè difficilmente accessibile e a guardia del congiungimento, sul lato nord-ovest, dei due assi viari di fondovalle sottolineati dai sistemi fluviali del Vara e della Magra.
Chi guarda lo sky-line di Ponzano nota elevarsi la mole della parrocchiale dedicata a S. Michele Arcangelo, in stile barocco affiancata da una torre campanaria che rivela l'esistenza di una precedente struttura.
La torre, di tipo lucchese, sembra essere ciò che resta del vecchio castello. Il sagrato ha un'interessante pavimentatura a ciottolato; sul parapetto è stata inserita una formella marmorea riproducente it combattimento di S. Giorgio con il drago, formella che pur attestando il possesso del Banco di S. Giorgio rammenta l'influenza dell'arte rinascimentale quattrocentesca toscana e piu specificatamente lucchese.

A Ponzano Basso, area di sviluppo lungo l'Aurelia, come la zona confinante di Ponzano Ceramica, esiste dal XVII secolo un santuario mariano dedicato a N.S. delle Grazie, costituito in parrocchia nel secolo scorso e cointitolato a S. Bartolomeo Apostolo; nella chiesa conservata una Madonna attribuita a Domenico Beccafumi detto "il Mecherino", pittore e scultore senese (1486-1551) emulo del Sodoma, la cui presenza conferma la dipendenza di questa zona dalla cultura toscana.

Il capoluogo del Comune è S. Stefano Magra, importante nodo ferroviario, la cui prima attestazione documentaria nel famoso diploma ottoniano del 963 che sottolinea it carattere mercantile del luogo, punto di convergenza delle strade per la Toscana, la Lombardia ed il Genovesato.
II diploma sottopone il mercaturn in plebe Sancti Stephani alla giurisdizione del Vescovo di Luni. II diploma del Barbarossa (1185) ci mostra invece un borgo ormai con precise funzioni civiche burgum Sancti Stefani cum mercato, banno et piscatione; in pratica affida al Vescovo poteri giudiziari e gli permette di imporre tasse mercantili e sulla pesca. Alla pieve di S. Stefano erano sottoposti i centri religiosi di S. Nicola di Caprigliola e S. Michele di Ponzano.

Il dominio di Caprigliola era molto importante per il potere comitale del Vescovo, gli consentiva it controllo della via Francigena e così, mentre Luni decadeva a causa della malaria e delle continue incursioni dal mare, i centri della Lunigiana godevano della prima rinascenza del Mille.

Nel naturale e secolare dissidio tra il Vescovo-Conte ed i Malaspina, S. Stefano si sviluppò come libero comune la cui prima attestazione è riportata nel lodo arbitrale del 1202 pronunciato da Truffa di Castello e da Uberto di Parente a conclusione della "guerra di Aulla"; insieme al Vescovo ed ai Malaspina giurarono la pace anche i "consules, milites et populus" di Santo Stefano. Nel 1235, trent'anni dopo la bolla di Innocenzo III che trasportava la sede vescovile da Luni a Sarzana, la comunità di S. Stefano acquistava la cittadinanza sarzanese, atto non di sudditanza ma di alleanza che non pregiudicava la sua autonomia.
Dopo una breve parentesi sotto la signoria di Castruccio (1321), sono i Signori di Milano che dilagando giù da Pontremoli occupano S. Stefano (1395). Tutto il XV secolo è all'insegna delle dispute tra i Visconti ed i Campofregoso di Genova; essi, scacciati da questa città, costituiscono una piccola signoria a Sarzana che, nelle alterne vicende delle lotte tra Firenze, Milano e Lucca, riesce ad estendersi da Lusuolo ed Aulla sino alle Apuane.
Nel 1468 le fortune dei Campofregoso vengono meno, devono così cedere la città di Sarzana ed i borghi di Castelnuovo, Ortonovo, Nicola ai Fiorentini. Poiché S. Stefano era nel frattempo caduto sotto it potere degli Sforza di Milano, veniva a crearsi una frattura con Sarzana e costituirsi così una "lama" milanese che tagliava i possedimenti medicei di Sarzana da una parte ed Aulla dall'altra, sottolineando così l'importanza strategica di questa zona, attentamente presa in esame dal Giustiniani e da quell'acuto osservatore politico che fu Niccolò Macchiavelli.

Questi giochi della politica e della strategia hanno così sconvolto i confini tra Liguria e Toscana, che ancor oggi chi da Santo Stefano va a Piana Battolla, esce dalla Liguria prima a Caprigliola Albiano, vi rientra a Ceparana, ne esce nuovamente a Sant'Andrea di Montedivalli (a fronte della trattoria "Il Mileo" che è in territorio toscano), per rientrare in quello ligure poche centinaia di metri dopo. Nel 1484 S. Stefano a Sarzana passano definitivamente tra i possessi del Banco di S. Giorgio ed infine, nel 1562, alla Repubblica Genovese. A sottolineare l'importanza strategica di S. Stefano basta ricordare, come narra it Niccolò Macchiavelli, che Piero de' Medici, il malconsigliato figlio del Magnifico Lorenzo, proprio qui s'inginocchio di fronte a Carlo VIII Re di Francia, aprendo l'Italia ai malanni delle invasioni straniere.

S. Stefano però era lontana dagli interessi genovesi e, dopo il XVI secolo, lentamente decadde come centro mercantile restando dipendente dalla produzione agricola, a tutto vantaggio di un limitato ceto sociale. In questo periodo S. Stefano non si espanse più oltre le sue mura tardo gotiche, si arrichì invece di palazzi borghesi e del Duomo, completamente rifatto nel XVIII secolo.
La chiesa parrocchiale era stata costruita nel XIV secolo e fondata su una pieve molto più antica; it nuovo Duomo è invece in stile barocco: a detta di Ubaldo Formentini, uno dei più significativi esempi della nostra provincia, ricco di stucchi dai pregevoli effetti decorativi. La chiesa pur tuttavia e più frutto del sacrificio e della fede della popolazione che dei notabili; la raccolta delle offerte dura cinque lustri, dal 1749 al 1773, ed a quella data l'arredo non era ancora completo, lo stesso altare maggiore era in legno. Le leggi napoleoniche di soppressione degli ordini consentirono di completare il Duomo: l'altare maggiore infatti proviene dal convento delle Clarisse di Sarzana e i due altari laterali dall'ex convento di Maralunga.

Il congresso di Vienna assegnò S. Stefano al Ducato di Massa - Carrara.

Qui passava it confine come ancora attestano gli stemmi marmorei sul torrente Del Ri.

Fonti :
"Cara Spezia" - Il Secolo XIX
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