SANTUARIO DELL'AGOSTINA

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Secondo la tradizione, una contadina del luogo, certa '''Agostina''', attratta da una forte luce si recò in un castagneto di sua proprietà, dove rinvenne un quadretto con l'immagine della Madonna. Collocata la Sacra Immagine in sede più degna, tosto scomparve per riapparire sul luogo del primitivo ritrovamento, come a riaffermare il desiderio della Madonna che in quel luogo fosse eretto un '''Santuario'''. Fu quindi dapprima costruita una cappelletta, poi inglobata nell'attuale edificio, che è a due campate con volta a crociera. Il prospetto frontale è asimmetrico, come pure la copertura a capanna, e si presenta con un semplice portone d'ingresso con stipiti in arenaria, sormontato da un'altrettanta semplice finestra a rosone. Per ragioni di sicurezza l'Immagine Sacra, per secoli custodita all'interno del '''Santuario''', in tempi recenti è stata trasferita nella chiesa parrocchiale di [[:Categoria:RICCÓ DEL GOLFO|Riccò del Golfo]] a [[:Categoria:SAN BENEDETTO|San Benedetto]].
Secondo la tradizione, una contadina del luogo, certa '''Agostina''', attratta da una forte luce si recò in un castagneto di sua proprietà, dove rinvenne un quadretto con l'immagine della Madonna. Collocata la Sacra Immagine in sede più degna, tosto scomparve per riapparire sul luogo del primitivo ritrovamento, come a riaffermare il desiderio della Madonna che in quel luogo fosse eretto un '''Santuario'''. Fu quindi dapprima costruita una cappelletta, poi inglobata nell'attuale edificio, che è a due campate con volta a crociera. Il prospetto frontale è asimmetrico, come pure la copertura a capanna, e si presenta con un semplice portone d'ingresso con stipiti in arenaria, sormontato da un'altrettanta semplice finestra a rosone. Per ragioni di sicurezza l'Immagine Sacra, per secoli custodita all'interno del '''Santuario''', in tempi recenti è stata trasferita nella chiesa parrocchiale di [[:Categoria:RICCÓ DEL GOLFO|Riccò del Golfo]] a [[:Categoria:SAN BENEDETTO|San Benedetto]].
== ARCHITETTURA ==
== ARCHITETTURA ==
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Sormontato da un'esile cupola e affiancata da un campanile dalla tipica sagomatura barocca l'edificio risalta con le sue tinte giallo cariche, in mezzo al verde intenso della boscaglia. La veduta panoramica si spinge verso i monti appenninici che vanno dalla Cisa al Cerreto. Il [[:Categoria:GOLFO|golfo]] della [[:Categoria:LA SPEZIA|Spezia]] appare nitidamente nella parte orientale con lo specchio di mare antistante i cantieri di [[:Categoria:MUGGIANO|Muggiano]] e le zone incantevoli di [[:Categoria:LERICI|Lerici]] e [[:Categoria:FIASCHERINO|Fiascherino]]. L'edificio del '''Santuario''' non presenta nulla di notevole all'esterno; dimensioni abbastanza ampie: 25x13 linee regolari messe in risalto da lesene o vaghi accenni di cornice, la cupola ben visibile da lontano, sfugge un po’ per chi l'osserva da vicino, la facciata si estende ampia senza alcun'ornamentazione. Sopra la porta d'ingresso è murata una curiosa lastra di pietra sulla quale un artigiano locale ha sbozzato la figura di un pino, evidentemente per celebrare la denominazione della valle a cui appartiene il '''Santuario''': [[:Categoria:VALDIPINO|Valdipino]]. Vi si leggono anche la data di costruzione della nuova Chiesa: 1701. Il '''Santuario''' è composto sostanzialmente di tre corpi architettonici che s'integrano armoniosamente tra loro; appena varcata la soglia ci si trova in una specie di avancorpo, occupato verso la parete esterna dal palco della cantoria sul quale è sito l'organo.
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Sormontato da un'esile cupola e affiancata da un campanile dalla tipica sagomatura barocca l'edificio risalta con le sue tinte giallo cariche, in mezzo al verde intenso della boscaglia. La veduta panoramica si spinge verso i monti appenninici che vanno dalla Cisa al Cerreto. Il [[:Categoria:GOLFO DELLA SPEZIA|golfo]] della [[:Categoria:LA SPEZIA|Spezia]] appare nitidamente nella parte orientale con lo specchio di mare antistante i cantieri di [[:Categoria:MUGGIANO|Muggiano]] e le zone incantevoli di [[:Categoria:LERICI|Lerici]] e [[:Categoria:FIASCHERINO|Fiascherino]]. L'edificio del '''Santuario''' non presenta nulla di notevole all'esterno; dimensioni abbastanza ampie: 25x13 linee regolari messe in risalto da lesene o vaghi accenni di cornice, la cupola ben visibile da lontano, sfugge un po’ per chi l'osserva da vicino, la facciata si estende ampia senza alcun'ornamentazione. Sopra la porta d'ingresso è murata una curiosa lastra di pietra sulla quale un artigiano locale ha sbozzato la figura di un pino, evidentemente per celebrare la denominazione della valle a cui appartiene il '''Santuario''': [[:Categoria:VALDIPINO|Valdipino]]. Vi si leggono anche la data di costruzione della nuova Chiesa: 1701. Il '''Santuario''' è composto sostanzialmente di tre corpi architettonici che s'integrano armoniosamente tra loro; appena varcata la soglia ci si trova in una specie di avancorpo, occupato verso la parete esterna dal palco della cantoria sul quale è sito l'organo.
== STORIA DEL SANTUARIO ==
== STORIA DEL SANTUARIO ==
Il '''santuario''' Mariano, prende il nome di '''Agostina''' da un fatto prodigioso. Il 10 Maggio 1531 Agostina Masaschi recatasi in un suo bosco venne attirata da un bagliore proveniente da un castagno. Avvicinatasi, vi trovò un quadretto raffigurante la Vergine con il Bambino (vedi immagini del quadretto). Portò a casa l'immagine, ma, il giorno dopo, la ritrovò nello stesso punto della prima apparizione. Il fatto venne interpretato come un segno della volontà della Madonna, che desiderava che in quel luogo sorgesse una chiesa. In pochi mesi la popolazione costruì la prima chiesa intorno alla pianta di castagno. Notizie storiche certe di questa chiesa si trovano su un documento notarile dove si afferma che il sacerdote, Giovanni Masaschi di [[:Categoria:VALDIPINO|Valdipino]], parroco di Santo Stefano di Panesi, della diocesi di Genova, il 4 Agosto 1607 cedeva ai priori dell’oratorio di San Michele a [[:Categoria:VALDIPINO|Valdipino]], il giuspatronato che la Masaschi e i suoi discendenti avevano sopra la chiesa in forza di una bolla datata 1532. Da questo stesso atto risulta che la Masaschi donò alla chiesa il bosco. In un libro del 1871, sito presso l’archivio pubblico di Genova, sono descritte tutte le donazioni dei beni fatte al '''Santuario''' in quei tempi lontani. Nel 1701, tanta era la devozione di spezzini e valligiani che la prima chiesa si rivelò troppo piccola per accoglierli tutti, motivo per il quale si pensò di edificarne una più grande, quella che si vede tuttora. Papa Pio VI il 25 Maggio 1784 concede l’indulgenza plenaria ai pellegrini che nel giorno dell’Ascensione saliranno al '''santuario'''. Un episodio scritto nei libri della chiesa afferma che durante il periodo della rivolta contro gli Austriaci nel 1746, [[:Categoria:LA SPEZIA|Spezia]] fu occupata per molti mesi. Un gruppo di soldati Austriaci arrivò sino a Casella, saccheggiando e devastando tutto quello che trovava lungo il suo cammino. In quella disperazione, la popolazione di [[:Categoria:LA SPEZIA|Spezia]] si rivolse alla '''Madonna dell’Agostina''' per avere la protezione e elevò la chiesa a suo '''santuario'''. Cacciati i soldati nemici, si fece una grande processione di ringraziamento al '''santuario''' alla quale parteciparono un’infinità di persone provenienti dalla città e dalle valli limitrofe.
Il '''santuario''' Mariano, prende il nome di '''Agostina''' da un fatto prodigioso. Il 10 Maggio 1531 Agostina Masaschi recatasi in un suo bosco venne attirata da un bagliore proveniente da un castagno. Avvicinatasi, vi trovò un quadretto raffigurante la Vergine con il Bambino (vedi immagini del quadretto). Portò a casa l'immagine, ma, il giorno dopo, la ritrovò nello stesso punto della prima apparizione. Il fatto venne interpretato come un segno della volontà della Madonna, che desiderava che in quel luogo sorgesse una chiesa. In pochi mesi la popolazione costruì la prima chiesa intorno alla pianta di castagno. Notizie storiche certe di questa chiesa si trovano su un documento notarile dove si afferma che il sacerdote, Giovanni Masaschi di [[:Categoria:VALDIPINO|Valdipino]], parroco di Santo Stefano di Panesi, della diocesi di Genova, il 4 Agosto 1607 cedeva ai priori dell’oratorio di San Michele a [[:Categoria:VALDIPINO|Valdipino]], il giuspatronato che la Masaschi e i suoi discendenti avevano sopra la chiesa in forza di una bolla datata 1532. Da questo stesso atto risulta che la Masaschi donò alla chiesa il bosco. In un libro del 1871, sito presso l’archivio pubblico di Genova, sono descritte tutte le donazioni dei beni fatte al '''Santuario''' in quei tempi lontani. Nel 1701, tanta era la devozione di spezzini e valligiani che la prima chiesa si rivelò troppo piccola per accoglierli tutti, motivo per il quale si pensò di edificarne una più grande, quella che si vede tuttora. Papa Pio VI il 25 Maggio 1784 concede l’indulgenza plenaria ai pellegrini che nel giorno dell’Ascensione saliranno al '''santuario'''. Un episodio scritto nei libri della chiesa afferma che durante il periodo della rivolta contro gli Austriaci nel 1746, [[:Categoria:LA SPEZIA|Spezia]] fu occupata per molti mesi. Un gruppo di soldati Austriaci arrivò sino a Casella, saccheggiando e devastando tutto quello che trovava lungo il suo cammino. In quella disperazione, la popolazione di [[:Categoria:LA SPEZIA|Spezia]] si rivolse alla '''Madonna dell’Agostina''' per avere la protezione e elevò la chiesa a suo '''santuario'''. Cacciati i soldati nemici, si fece una grande processione di ringraziamento al '''santuario''' alla quale parteciparono un’infinità di persone provenienti dalla città e dalle valli limitrofe.

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SANTUARIO DELL'AGOSTINA 02.jpg

Salendo da Riccò in direzione di Valdipino, dopo circa un chilometro, s'incontra una deviazione che conduce al Santuario dell'Agostina, che appare quasi improvvisamente in mezzo ad una radura, interamente circondata dai boschi di castagno. Il Santuario fu innalzato in onore della Vergine in ricordo di un evento miracoloso accaduto il 10 Maggio 1531. Secondo la tradizione, una contadina del luogo, certa Agostina, attratta da una forte luce si recò in un castagneto di sua proprietà, dove rinvenne un quadretto con l'immagine della Madonna. Collocata la Sacra Immagine in sede più degna, tosto scomparve per riapparire sul luogo del primitivo ritrovamento, come a riaffermare il desiderio della Madonna che in quel luogo fosse eretto un Santuario. Fu quindi dapprima costruita una cappelletta, poi inglobata nell'attuale edificio, che è a due campate con volta a crociera. Il prospetto frontale è asimmetrico, come pure la copertura a capanna, e si presenta con un semplice portone d'ingresso con stipiti in arenaria, sormontato da un'altrettanta semplice finestra a rosone. Per ragioni di sicurezza l'Immagine Sacra, per secoli custodita all'interno del Santuario, in tempi recenti è stata trasferita nella chiesa parrocchiale di Riccò del Golfo a San Benedetto.

ARCHITETTURA

Sormontato da un'esile cupola e affiancata da un campanile dalla tipica sagomatura barocca l'edificio risalta con le sue tinte giallo cariche, in mezzo al verde intenso della boscaglia. La veduta panoramica si spinge verso i monti appenninici che vanno dalla Cisa al Cerreto. Il golfo della Spezia appare nitidamente nella parte orientale con lo specchio di mare antistante i cantieri di Muggiano e le zone incantevoli di Lerici e Fiascherino. L'edificio del Santuario non presenta nulla di notevole all'esterno; dimensioni abbastanza ampie: 25x13 linee regolari messe in risalto da lesene o vaghi accenni di cornice, la cupola ben visibile da lontano, sfugge un po’ per chi l'osserva da vicino, la facciata si estende ampia senza alcun'ornamentazione. Sopra la porta d'ingresso è murata una curiosa lastra di pietra sulla quale un artigiano locale ha sbozzato la figura di un pino, evidentemente per celebrare la denominazione della valle a cui appartiene il Santuario: Valdipino. Vi si leggono anche la data di costruzione della nuova Chiesa: 1701. Il Santuario è composto sostanzialmente di tre corpi architettonici che s'integrano armoniosamente tra loro; appena varcata la soglia ci si trova in una specie di avancorpo, occupato verso la parete esterna dal palco della cantoria sul quale è sito l'organo.

STORIA DEL SANTUARIO

Il santuario Mariano, prende il nome di Agostina da un fatto prodigioso. Il 10 Maggio 1531 Agostina Masaschi recatasi in un suo bosco venne attirata da un bagliore proveniente da un castagno. Avvicinatasi, vi trovò un quadretto raffigurante la Vergine con il Bambino (vedi immagini del quadretto). Portò a casa l'immagine, ma, il giorno dopo, la ritrovò nello stesso punto della prima apparizione. Il fatto venne interpretato come un segno della volontà della Madonna, che desiderava che in quel luogo sorgesse una chiesa. In pochi mesi la popolazione costruì la prima chiesa intorno alla pianta di castagno. Notizie storiche certe di questa chiesa si trovano su un documento notarile dove si afferma che il sacerdote, Giovanni Masaschi di Valdipino, parroco di Santo Stefano di Panesi, della diocesi di Genova, il 4 Agosto 1607 cedeva ai priori dell’oratorio di San Michele a Valdipino, il giuspatronato che la Masaschi e i suoi discendenti avevano sopra la chiesa in forza di una bolla datata 1532. Da questo stesso atto risulta che la Masaschi donò alla chiesa il bosco. In un libro del 1871, sito presso l’archivio pubblico di Genova, sono descritte tutte le donazioni dei beni fatte al Santuario in quei tempi lontani. Nel 1701, tanta era la devozione di spezzini e valligiani che la prima chiesa si rivelò troppo piccola per accoglierli tutti, motivo per il quale si pensò di edificarne una più grande, quella che si vede tuttora. Papa Pio VI il 25 Maggio 1784 concede l’indulgenza plenaria ai pellegrini che nel giorno dell’Ascensione saliranno al santuario. Un episodio scritto nei libri della chiesa afferma che durante il periodo della rivolta contro gli Austriaci nel 1746, Spezia fu occupata per molti mesi. Un gruppo di soldati Austriaci arrivò sino a Casella, saccheggiando e devastando tutto quello che trovava lungo il suo cammino. In quella disperazione, la popolazione di Spezia si rivolse alla Madonna dell’Agostina per avere la protezione e elevò la chiesa a suo santuario. Cacciati i soldati nemici, si fece una grande processione di ringraziamento al santuario alla quale parteciparono un’infinità di persone provenienti dalla città e dalle valli limitrofe.

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