VEPPO

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Il nome "Veppo" non designa un borgo unitario ma l'insieme di più nuclei isolati (Piazza, Montale, Serra e Castello).

La presenza dell'uomo in Veppo è documentata dall'età preistorica.

In località La Selva sono state rinvenute tracce di un abitato ligure, databile alla tarda età del bronzo o agli inizi del bronzo finale, forse fondato nel XIII secolo avanti Cristo da pastori prima dediti alla pastorizia itinerante lungo lo spartiacque Vara-Magra.

La tradizione vuole che sulla sede dell'attuale oratorio di Bocchignola sorgesse un antico tempio pagano. Del resto una leggenda, che conserva forse memoria di antiche feste bacchiche, favoleggia di donne misteriose, raccolte sulle coste della Selva per danze notturne alla luce di fiaccole.

Nel medioevo ebbero sovranità su Veppo, compreso nel territorio di Calice e Madrignano, i marchesi Obertenghi, quindi, per successione ereditaria, gli Estensi, anche se i vescovi di Luni possedevano in queste terre amplissime proprietà.

Nel XIII secolo gli Estensi vendettero i propri diritti ai consanguinei Malaspina che, pare dalla fine del secolo, estromisero definitivamente dal territorio il vescovo di Luni.

Nella divisione famigliare del 1221, il feudo di Calice e Veppo entrò nel dominio dei Malaspina dello Spino Secco, dipendendo, dalla metà del XIV secolo, dal marchese di Lusuolo.

Rimase in possesso dei Malaspina sino al 1416, quando, per un contrasto con la famiglia genovese dei Campofregoso, fu violentemente sottratto ai marchesi insieme ad altre terre, poi infeudate alla famiglia Fieschi, cui rimasero sino al 1547 quando, in seguito alla fallita congiura ordita contro Andrea Doria, passarono prima al loro avversario, quindi ai nipoti Pagano, Giannetto, Giannandrea e Placida, la quale li portò in dote al marito Niccolò Spinola. Placida II, figlia di Niccolò e di Placida, ereditò il feudo nel 1594. Intorno al 1630 sposò Carlo Doria-Del Carretto, figlio di Giannettino Doria-Del Carretto. La politica filofrancese di quest'ultimo, nel delicato momento della guerra di successione spagnola, gli costò la perdita dei feudi, che legalmente dipendevano ancora dall'imperatore, nemico della Francia di Luigi XIV. Calice e Veppo furono allora nuovamente affidati alla famiglia Malaspina (1710). Carlo Moroello Malaspina fu però costretto, nel 1771, a venderli al granduca di Toscana Pietro Leopoldo per necessità di denaro.

Dal granducato Veppo entrò nell'Unità d'Italia, compreso nel mandamento di Calice al Cornoviglio, in Provincia di Massa Carrara.

Passò alla Provincia della Spezia il 2 febbraio 1923, divenendo parte del Comune di Rocchetta di Vara.


Fonte: Comune Rocchetta Vara

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