LENA FOLK
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Il sodalizio personale e artistico si interruppe la sera del 27 aprile 2004, quando Lena morì improvvisamente, in pochi minuti, lasciando un vuoto immenso nella famiglia e nella vita artistica e culturale della Spezia. | Il sodalizio personale e artistico si interruppe la sera del 27 aprile 2004, quando Lena morì improvvisamente, in pochi minuti, lasciando un vuoto immenso nella famiglia e nella vita artistica e culturale della Spezia. | ||
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Come ha scritto di lei il poeta [[Silvano Cecchi]], anch’egli recentemente scomparso (frase che la famiglia ha voluto fosse incisa sulla sua lapide), con la sua allegria, il suo entusiasmo e la sua vitalità, Lena Folk ora di sicuro è ''“a riempir di canti il Paradiso”''. | Come ha scritto di lei il poeta [[Silvano Cecchi]], anch’egli recentemente scomparso (frase che la famiglia ha voluto fosse incisa sulla sua lapide), con la sua allegria, il suo entusiasmo e la sua vitalità, Lena Folk ora di sicuro è ''“a riempir di canti il Paradiso”''. |
Versione attuale delle 14:41, 15 lug 2011
Lena Folk è il nome d’arte di Maddalena Puzziferri Giovando. Nata a Gravina in Puglia (Bari) il 23 luglio 1923, conobbe il maestro Eugenio Giovando durante la seconda guerra mondiale, mentre egli si trovava nel sud d’Italia con gli Alleati. Avevano solo 21 anni, quando si sposarono, il 18 febbraio 1945, e pochi mesi dopo, finita la guerra, risalirono fortunosamente la penisola per venire alla Spezia, dalla quale il giovane Eugenio mancava da quasi cinque anni, senza avere più avuto notizie dei suoi familiari: la madre Lavinia, il padre Giorgio, la sorella Luciana e il fratello Arcadio Magnani (figlio di Alfredo, il primo marito della madre, che l’aveva lasciata vedova a soli 24 anni). Da quel momento iniziò per Lena la progressiva “spezzinizzazione”, per cui, pur non rinunciando alla sua identità e alle sue origini pugliesi, amalgamò con queste le nuove radici spezzine, dopo averle assorbite e fatte proprie. Lena fu la compagna di Eugenio in tutti i sensi: condivisero la famiglia e la nascita di due figlie, Stefania e Giuliana, ma condivisero anche gli interessi e il percorso artistico. Lena, infatti, non solo sostenne Eugenio nelle sue attività, ma collaborò con lui soprattutto nel campo musicale. Dotata di una particolare voce, a metà tra folk e blues, fu spesso l’interprete di molte canzoni in italiano, dialetto spezzino e altri dialetti italiani: Eugenio cantava con lei, accompagnandosi con la chitarra. Anche Lena ha fatto parte del gruppo folk “La Sprugola” ed ha collaborato a lungo con Tele Liguria Sud.
Molto suggestive, tra le altre, le sue interpretazioni di : O bella Spezia, 'Na feta de fainà, Bon Natale, Good bye Spezia, Buongiorno Golfo dei Poeti, 'Na grilanda de Ligüia, Tenpi andà, A sinsaa de'r canao, A mazurca de Batiston, E richesse de ‘sto mondo, Ciao Spezia.
Il sodalizio personale e artistico si interruppe la sera del 27 aprile 2004, quando Lena morì improvvisamente, in pochi minuti, lasciando un vuoto immenso nella famiglia e nella vita artistica e culturale della Spezia.
A lei e ad Eugenio è dedicata l’Associazione Culturale Eugenio e Lena Giovando, che si propone di continuare la loro opera, attraverso la tutela, la valorizzazione e la diffusione dei dialetti e delle tradizioni del territorio spezzino e lunigianese.
Come ha scritto di lei il poeta Silvano Cecchi, anch’egli recentemente scomparso (frase che la famiglia ha voluto fosse incisa sulla sua lapide), con la sua allegria, il suo entusiasmo e la sua vitalità, Lena Folk ora di sicuro è “a riempir di canti il Paradiso”.