LA TORRE SCOLA

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Versione delle 13:20, 27 giu 2011

PORTOVENERE TORRE SCOLA 01.jpg
Nel lato sud occidentale del Golfo della Spezia, poco lontano dall’isola Palmaria, esiste un piccolo fortilizio, costruito su una scogliera a fior d’acqua.

Sebbene da un lato il vecchio torrione sia completamente sventrato e mostri, come in sezione, il ragguardevole spessore delle mura, a levante si presenta ancora possente nella sua sagoma pentagonale.

Alla fine del 1500, ed ai primi del 1600, Genova fu costretta a rinforzare tutte le difese militari della Riviera del Levante e del Ponente e particolarmente quelle che aveva nel golfo della Spezia.

Le mire che grandi potenze europee avevano sulla Liguria orientale, indussero la Serenissima Repubblica a ristrutturare tutto il vecchio sistema difensivo, aggiornando le fortezze alle necessità imposte dalle nuove armi da fuoco, creandone nuove, capaci di contrastare validamente le nuove tecniche navali. Le torri a pianta circolare e poligonale vennero a sostituire quelle a pianta quadrangolare perché offrivano ai proiettili un angolo di impatto che tendeva a farli deviare. Così mentre a Portovenere sorse la nuova fortezza dominante il borgo, alla Spezia fu ingrandito il castello San Giorgio e quello di Lerici fu letteralmente corazzato di incredibili spessori. Fu anche costruita la fortezza di Santa Maria delle Grazie che divenne una delle più valide ed efficienti per la difesa del Golfo.

Insieme a queste difese fondamentali sorsero anche tante opere minori, fiancheggianti, che avevano il compito di eliminare gli angoli morti, dove le navi avrebbero potuto trovare riparo al sicure dalle artiglierie delle fortificazioni principali. Tra queste vanno annoverati il Castello di San Terenzo, San Girolamo di Cadimare, Sant’Andrea del Pezziono e, la torre di San Giovanni Battista detta anche torre "Scola". La funzione militare della torre è molto ben illustrata dalla relazione genovese che ne consigliava la costruzione:

un altro simile ( torrione) lo doviamo fare sopra lo scoglio isolato che resta lontano dalla punta dell’isola di Portovenere verso Lerici per palmi 600 circa, il quale difenderebbe una cala che è, nelle detta isola verso levante, et nella quale potrebbe sbarcarsi l’artiglieria sopra la detta isola, et ne difenderebbe un’altra vicina a Portovenere che si chiama dell’Oliva, la quale per una parte non è difesa dal forte di Portovenere, et in quella parte che non è difesa vi potranno dar fondo 40 galere; le quali sariano patrone dell’entrata et del porto di Portovenere, agiunterebbe di più a dificultare l’entrata nel golfo, et oltre farebbe bella vista nell’entrata di esso, vi si potrebbe in tempi di fortuna tenere un lume che a naviganti darebbe grande aiuto; li quali effetti con essere molti et importanti, ci fanno anteporre questo sito, che si chiama scuola, a quello della punta della cala dell’Oliva, nel quale non opererebbe altro effetto, che a sola difesa di detta cala….."

Quindi ragioni militari ben precise non disgiunte da considerazioni estetiche, di prestigio e di utilità pratica alla navigazione consigliarono la costruzione del " torrione" sugli scogli della Scola. La relazione sopra scritta è del 23 Agosto del 1605 e già l’anno dopo i lavori dovevano essere molto avanzati secondo la testimonianza di una lapide marmorea che era stata posta all’ingresso, sotto la figura di San Giovanni Battista, sormontata dallo stemma della Repubblica di Genova. La costruzione della fortezza era costata alla Serenissima Repubblica 60.000 £ ed il Faggioni ci fa sapere che vi erano di stanza "un capo, un bambardero e sei soldati" portati successivamente ad otto.

Il capo riceveva 20£ mensili. Il forte era armato con dieci cannoni, che al momento della distruzione furono asportati dagli inglesi. Pur non disponendo di un grande armamento la torre doveva assolvere alla funzione basilare di battere gli angoli morti costituiti dalla piccola baia della Palmaria e da quella più grande dell’Olivo. In queste due località una intera armata avrebbe potuto sbarcare artiglierie e costituire delle teste di sbarco pericolosissime per Porto Venere.

Inoltre nella popolazione era sempre vivo il ricordo delle scorrerie che i nemici di turno avevano più volte compiuto nelle terre ricche di olivi e viti.

Famosissima quella del 1282 quando i Pisani oltre a distruggere le colture avevano anche demolito e saccheggiato il Monastero di San Giovanni Battista ed il prospero borgo marinaro che sorgeva sull’isola. Dopo la distruzione avvenuta il 23 giugno 1800 dagli Inglesi, che evidentemente, attribuivano alla fortezza un valore non trascurabile, la torre non riscuote una analoga considerazione dallo Chabert che nel 1808 dice:- Cette tour batée sur un rocher isolè est tout à fait inutile a cause de sa proximitè avec la baterie de la pointe de l’ Isle Palmaria.

Tuttavia anche in parte sventrata la torre continua a svolgere ancora qualche funzione giacché essa figura nel 1836 tra le " batterie di costa del golfo" che hanno bisogno di " riparazioni ordinarie". Nel 1915 fu progettato da parte del Genio Marina l’abbattimento Se oggi possiamo ancora ammirarla, lo si deve con ogni probabilità ad una lettera che il 28 agosto del 1915 l’ispettore ai monumenti Ubaldo Mazzini, indirizzò al Ministero della Pubblica Istruzione, segnalando il tentativo. --Max 23:34, 26 giu 2011 (CEST)

Foto: Manuela Bordone

Fonte: Portovenere Didattica

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