FLAVIO TORELLO BARACCHINI
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L'8 agosto 1917, ferito gravemente alla faccia e grondante di sangue, continuò ad attaccare l'avversario, ritornando al campo solo quando lo vide precipitare al suolo, colpito dalla sua arma infallibile.» | L'8 agosto 1917, ferito gravemente alla faccia e grondante di sangue, continuò ad attaccare l'avversario, ritornando al campo solo quando lo vide precipitare al suolo, colpito dalla sua arma infallibile.» | ||
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Alcune città in Italia hanno dedicato a Baracchini vie e piazze,non solo la [[:Categoria:CITTA' DELLA SPEZIA|Spezia]] e non solo la Lunigiana,dove a Bagnone si trova oggi un complesso scolastico polifunzionale, intitolato alla memoria dell'aviatore. | Alcune città in Italia hanno dedicato a Baracchini vie e piazze,non solo la [[:Categoria:CITTA' DELLA SPEZIA|Spezia]] e non solo la Lunigiana,dove a Bagnone si trova oggi un complesso scolastico polifunzionale, intitolato alla memoria dell'aviatore. |
Versione delle 20:17, 10 nov 2011
FLAVIO TORELLO BARACCHINI
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Nazione: | |
Regione: | TOSCANA |
Provincia: | MASSA CARRARA |
Comune: | VILLAFRANCA IN LUNIGIANA |
Date: | 28/7/1895 - 18/08/1928 |
Premi: |
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Links: |
Una piccola via spezzina, che collega Viale Nazario Sauro al quartiere di Pegazzano,porta il nome di Flavio Torello Baracchini.
Chi era costui?
Semplicemente fu, secondo la bella definizione offerta da Gianni Bianchi nella copertina del libro che gli ha dedicato, ‘’il più micidiale asso della caccia italiana’’.
Un pilota di aerei del primo conflitto mondiale, di quelli che volavano su attrezzi molto precari, dotati di molto legno, tela, corde, facilmente esposti al fuoco nemico, da terra e dall’aria. Resta di lui un monumento ben visibile a Villafranca Lunigiana ed oltre alla via spezzina, c’è anche qualche testo che lo ricorda per il grande coraggio e talento aviatorio mostrato in guerra. Baracchini era appunto un lunigianese, nato a Villafranca Lunigiana il 28/7/1895,studente alla Spezia dell’Istituto Tecnico che frequentò per intero nel capoluogo e che a 19 anni,appena diplomato, partì con i fratelli come volontario per la guerra contro l’Austria. Il suo incarico era quello, inizialmente , di radiotelegrafista: dapprima affascinato da una modernità inattesa, in un mondo militare che comunicava ancora con i piccioni viaggiatori, si accorse del destino di retrovia che lo attendeva e prestò attenzione proprio ad uno dei messaggi trattati,che chiedeva volontari ‘’per l’Aviazione’’. Da lì al suo trasferimento a Venaria Reale il passo fu breve: Torello (il nonno aveva questo nome particolare) cominciò a studiare la teoria del volo e in attesa delle prime prove pratiche pensò bene,impaziente, di salire non autorizzato su un apparecchio Hanriot della scuola di volo. Da terra lo osservarono ammirati, senza sapere chi fosse alla guida del velivolo:il comandante non lo punì,colpito dalla naturale predisposizione al volo, ed il 31 marzo del 1915 giunse l’agognato brevetto.
Ma solo il 7 febbraio dell’anno seguente, il terribile 1916,Torello raggiunse la sua Squadriglia, la 7° del reparto di Ricognizione e Combattimento, schierata sul versante dell’Isonzo,con la qualifica di ‘’Aspirante’’. La prima missione di guerra (accompagnò un tenente ricognitore) arrivò il 1 aprile e già nella seconda uscita un guasto definitivo al motore esaltò le sue capacità, subito definite eccezionali, perché Baracchini riuscì a ritornare alle proprie linee solo planando,senza spinta, mitragliato da terra e dall’aria. In questi mesi Torello sviluppò una tattica particolare,durante i primi scontri con gli apparecchi austriaci. Era quella di salire in alto e piombare sull’avversario all’improvviso, come un falco,alla guida del suo Voisin. E in questo modo il 15 maggio Baracchini superò il suo primo avversario,il pilota di un Brandeburg austriaco: la prima vittoria ufficiale di una lunga serie. In quel momento, Baracchini volava per l'81° squadriglia: fu questa, insieme alla 76°, la sua casa dell'aria: furono infatti queste le due sole squadriglie per le quali compì le imprese aviatorie. Baracchini riuscì a abbattere un numero impressionante di apparecchi nemici in un tempo relativamente brevissimo. A Francesco Baracca, l’asso degli assi della intera formazione aviatoria italiana durante la prima guerra mondiale,furono assegnate 34 vittorie in tre anni di attività. Flavio Torello Baracchini abbattè 31 apparecchi nemici in soli sei mesi.
La fama del pilota lunigianese in quel tempo era veramente moltissima.
La stampa lo esaltava come ‘’il D’Artagnan dell’aria’’ e il suo velivolo,ora uno SPAD, sul quale Torello aveva scelto come emblema le carte da gioco classiche raffiguranti i quattro assi, era conosciuto anche dal nemico e molto temuto. Fu insignito della Medaglia d’oro al valor Militare, la prima in assoluto attribuita ad un pilota della ‘’Caccia’’:poi arrivarono due medaglie d’argento al Valor Militare e la decorazione all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro,il più giovane ad averla mai ottenuta. Due severe ferite limitarono il suo ciclo operativo: la prima fu una raffica al mento che lo ferì seriamente in volo, e durante il suo ricovero all’ospedale ‘’Volpe’’ di Udine, ricevette,nel giorno di Ferragosto 1917,la visita del Re Vittorio Emanuele III, accompagnato dal Presidente dell’alleata Repubblica di Francia, Poincarè. Davanti al letto di Torello, il Re spiegò al presidente francese, ammiratissimo, le gesta del lunigianese: Baracchini era molto famoso in Francia, le sue azioni temerarie ed il suo soprannome (‘’D’Artagnan’’) lo rendevano amato dagli alleati d’oltralpe. Curioso fu il siparietto finale: da pochi giorni Baracchini aveva ricevuto in ospedale, direttamente dal comandante dell’aviazione generale Mangiarotti, la notizia della decorazione massima: la medaglia d’oro al valor militare (terzo aviatore italiano in assoluto, primo -come detto- della neonata specialità ‘’caccia’’).
Il presidente Raymond Poincarè volle quindi assegnare la ambita medaglia francese della Croce di guerra con palme. Il Re Vittorio, per non esser da meno -come ricorda Gianni Bianchi nel suo libro- volle ‘’motu proprio’’, attribuire un ulteriore riconoscimento, una medaglia d’argento al valor militare! Scherzando coi compagni di camera Baracchini disse: ’’…per fortuna non mi sono venuti a trovare il presidente americano o il Re d’Inghilterra: avrei avuto tante medaglie da non saper dove appuntarle!’’
Dalla Lunigiana la mamma Zaira e il fratello Enea si spinsero in zona di guerra,fino ad Udine, per trovare Flavio proprio in quei giorni.
La convalescenza vide Flavio Torello Baracchini molto spesso a Spezia per le cure, in certi periodi quotidiane, presso il gabinetto odontoiatrico del Dr Tornabuoni, all'epoca il solo della zona in grado di curare le profonde lesioni del cavo orale,in particolare quelle a carico dell'arcata dentaria inferiore.
L'asso lunigianese faceva la spola da Villafranca a Spezia col treno e in divisa perfettamente indossata; sonnecchiando durante una delle frequenti tratte un giorno, seduto nel vagone e coperto dal suo mantello udì due giovani soldati criticare la sua eleganza e li sentì ipotizzarlo un imboscato. Scattato in piedi e presentatosi per Baracchini, l'aviatore, i due giovani si disperarono per il loro errato convincimento e lo osannarono come un eroe: l'episodio consente di comprendere la fama che aveva ormai avvolto,in quel tempo lontano dai nostri giorni, il nome di Torello.
Tornato a volare, riprese la collezione di successi ma una nuova,molto seria ferita all’addome (un colpo sparato probabilmente da terra, esattamente come avvenne nell’abbattimento fatale di Baracca) lo costrinse a sospendere definitivamente i voli. Nel 1918 fu nominato tenente effettivo per meriti di guerra, e nel 1919 fu promosso capitano. Nel complesso egli ottenne una medaglia d'oro, due d'argento, il cavalierato dei SS. Maurizio e Lazzaro, tre promozioni per merito di guerra, la Legion d'onore, e altre onorificenze straniere di assoluto prestigio.
Due volte venne espressamente ricordato nel Bollettino di guerra del Comando Supremo:fu il Generale Armando Diaz a citare il pilota di Villafranca in Lunigiana il 23 ed il 26 giugno 1918, con queste parole:
Comando Supremo,23.6.1918:
‘Gli aviatori nostri ed alleati proseguono con non diminuito ardore la lotta……il tenente Flavio Baracchini raggiunse la sua 29° vittoria..’’
Comando Supremo,26.6.1918:
‘’vennero abbattuti sette velivoli avversari…..il tenente Flavio Baracchini ha raggiunto la sua trentunesima vittoria’’.
Il Corriere di Napoli del 26.6.1918, a firma Ettore Vincelli, scrisse al riguardo: ‘’Quando Baracca è caduto, il 19 u.s., Baracchini contava già 24 apparecchi abbattuti. In quattro giorni ne ha collocati in serie altri cinque e si è guadagnata la citazione personale sul bollettino di guerra!!...I giovani sono sempre le energie vive della Nazione.…Ma Flavio Torello Baracchini è qualcosa d’altro:è un autentico eroe’’.
Si può ipotizzare che il Comando Supremo volesse immediatamente superare lo shock della morte dell'Eroe nazionale Francesco Baracca con la (motivata e corretta) esaltazione delle gesta di un validissimo successore:appunto, Flavio Torello Baracchini.
Va detto che nella graduatoria ufficiale delle vittorie aeree omologate ai piloti italiani della prima guerra mondiale, l'asso lunigianese figura soltanto al quarto posto con 21 successi, dopo Francesco Baracca (primo assoluto con 34 vittorie), Silvio Scaroni (26),e Pier Ruggero Piccio (24).
La graduatoria ufficiale comprende infatti solo quelle vittorie per le quali si raggiunsero tutte le prescritte prove di accertamento e verifica (fra queste un rilievo fotografico)e, nel caso di Torello, ne rimasero escluse anche quelle attendibili, per le quali non fu possibile ottenere una completa prova documentale.
Ma amaramente, l'asso di Villafranca soffrì con gli intimi del fatto che fu con una lettera molto burocratica che,all'inizio del 1919, si chiedeva allo stesso aviatore di fornire, entro dieci giorni, prova documentale degli abbattimenti parzialmente validi...anni dopo, storici in grado di consultare la documentazione austriaca (cosa che già risultava possibile all'epoca)riconobbero la validità assoluta di almeno 4 dei 10 abbattimenti eliminati dal ruolino ufficiale di Torello Baracchini.
Nel 1921 Flavio Torello Baracchini fu una delle Medaglie d'oro incaricate di trasportare in spalla il feretro del Milite Ignoto, da inumare all'Altare della Patria, in una cerimonia definita da ogni osservatore,italiano e straniero, gigantesca. Come è noto, l'intera Nazione tributò alla scelta, al viaggio, alla inumazione della Salma dell'Ignoto Milite un valore simbolico enorme:essere scelto tra i tanti candidati all'accompagnamento ultimo di questo simbolo assoluto era indice di grandissima considerazione.
Ma subito dopo Baracchini si congedò, rinunciando a un futuro certo nell'Aviazione da Guerra.
Il Governo regalò ad ogni aviatore famoso un aereo in esubero dal conflitto ed anche Torello ebbe il suo, posizionato a Luni, col quale risalendo il Magra si divertì per qualche tempo a sorvolare i concittadini....ma il rischio di un suo coinvolgimento nelle imprese fiumane di D'Annunzio portò le autorità a...sequestrargli il magnete, sì da rendere inutilizzabile il velivolo!
Morì nell’agosto del 1928 a Roma, a seguito delle ferite riportate il 28 luglio di quell’anno, rimasto coinvolto in una esplosione nella sua fabbrica di materiali per l'aeronautica (‘’Stabilimento Pirotecnico Baracchini’’, in Via Portuense), materiali che progettava direttamente. Fu una lunga, lenta agonia che, come spesso avviene con gli ustionati, lasciò Torello Baracchini lucido fino quasi alla fine. Ai funerali di Stato, con il corpo dell’asso di Lunigiana posto sull’affusto di un cannone, presero parte il Re, Mussolini,vari ministri e moltissimi combattenti di ogni arma, oltre a una folla sterminata.
Seppellito al Verano,il 20.6.1965 Flavio Torello Baracchini è tornato a casa,al cimitero di Villafranca in Lunigiana, da dove- molti anni prima- aveva preso il via una vita molto speciale.
Uno degli aerei su cui volò Baracchini, un Hanriot HD. 1, bellissimo con i suoi quattro assi dipinti sulla fragile fusoliera,è conservato presso il Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle, sul lago di Bracciano.
(SITO UFFICIALE MUSEO: http://www.aeronautica.difesa.it/museovdv/Pagine/default.aspx)
Il ricordo di questo asso deve riportare necessariamente la motivazione della MOVM e della MAVM, assegnata motu proprio dal Re durante la sua visita in ospedale ad Udine:come si nota, il tempo di riferimento di questa assegnazione coincide con lo stesso periodo a cui fa riferimento la prima.
MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE A FLAVIO TORELLO BARACCHINI
«Abilissimo e arditissimo pilota di aeroplano da caccia, con serena noncuranza del pericolo e indomito coraggio in 30 giorni di servizio al fronte sostenne brillantemente 35 combattimenti aerei, riuscendo ad abbattere 9 velivoli avversari.» — Cielo del basso e medio Isonzo, 15 maggio - 22 giugno 1917
MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE A FLAVIO TORELLO BARACCHINI
Valoroso tra i valorosi, dopo aver conseguito la medaglia d'oro al valor militare per le sue eroiche gesta nei perigliosi cimenti dell'aria, continuò con perseverante tenacia nelle gloriose imprese, compiendo molti voli di guerra e abbattendo in numerosi combattimenti ancora quattro apparecchi nemici. L'8 agosto 1917, ferito gravemente alla faccia e grondante di sangue, continuò ad attaccare l'avversario, ritornando al campo solo quando lo vide precipitare al suolo, colpito dalla sua arma infallibile.» — Cielo del medio e basso Isonzo, 23 aprile - 8 agosto 1917
Dell'uomo Torello va aggiunto un dettaglio assolutamente non trascurabile sia nella lettura moderna, sia specialmente nell'ottica del suo tempo, un tempo di interventismi, di belligeranti, di guerre e di ardimenti. Egli affermò,infatti, in riferimento ai suoi nemici: "Sono dei bravi: se potessi precipitare l'apparecchio senza ucciderli, sarei felice".
Il ricordo nella toponomastica italiana
Alcune città in Italia hanno dedicato a Baracchini vie e piazze,non solo la Spezia e non solo la Lunigiana,dove a Bagnone si trova oggi un complesso scolastico polifunzionale, intitolato alla memoria dell'aviatore. Esiste a Milano, in una zona centrale,via Flavio Torello Baracchini , adiacente – non a caso- a Piazza Armando Diaz. Anche a Firenze c’è una via in memoria del pluridecorato pilota, così come a Marina di Massa, in località la Partaccia, ed ancora a Padova ed in provincia di Modena, nella città di Vignola.
Infine, un ricordo personale. Chi ha scritto queste righe ha conosciuto alla fine del secolo XX alcuni familiari del pilota di Villafranca, e fra questi un fratello dotato della stessa grinta e tenacia, se si pensa che a oltre 90 anni non disdegnava di affrontare,guidando, lunghi viaggi in auto.
I familiari hanno conservato, ovviamente, il ricordo dell’asso,molto materiale e anche ritagli di giornali dell’epoca: fra questi molto particolare è la pagina che la Gazzetta dello Sport, già in versione rosea, dedicava (nel tempo di guerra) agli assi della Caccia dell’aria, gestendo a tutti gli effetti gli abbattimenti con un sistema di classifica assolutamente identico a quello di competizioni sportive….naturalmente il nome di Flavio Torello Baracchini era sempre presente, e rimarcato con grande frequenza.
nella foto scattata a Bracciano l'Hanriot HD 1 costruito in Italia, su licenza, dalla Macchi.
Il disegno delle carte fu voluto da Baracchini dopo la prima ferita e le decorazioni,ed il significato era palese: l'aereo era guidato da un asso, dall'asso degli assi...
Fonti:
‘Flavio Torello Baracchini -un fulmine dal cielo. La storia del più micidiale asso della caccia italiana’’ di Gianni Bianchi 2005
‘Cronaca e storia di Val di Magra’- centro aullese di ricerche e di studi lunigianesi- Aulla 1996]