ALBERTO PICCO

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Guerra '15/'18, il giorno 16 giugno 1916.
Guerra '15/'18, il giorno 16 giugno 1916.
Era nato alla Spezia il 14 luglio 1894,
Era nato alla Spezia il 14 luglio 1894,
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Faceva parte del Battaglione "Susa',uno degli 88 battaglioni, riuniti in venti gruppi, nove raggruppamenti e quattro divisioni, che nella Guerra Mondiale del '15/'18 dettero alla patria (che allora si scriveva ancora con la lettera maiuscola) un sacrificio di 24.846 morti,
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in scalate ardite di più di tremila metri e lottando
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ALBERTO PICCO

LA SPEZIA monumento Alberto Picco.jpg
Nazione: Flag ita.gif
Regione: LIGURIA
Provincia: LA SPEZIA
Comune: LA SPEZIA
Date: La Spezia 14 luglio 1894

Monte Nero (Alpi Giulie) 16 giugno 1915

Premi:
  • Eroe del Monte Nero
  • Medaglia d'argento al valor militare
  • 2 Medaglie di bronzo al valor militare
Links:

E' senz'altro il nome più conosciuto alla Spezia, quello di Alberto Picco al quale s'intitola il Campo sportivo municipale, ma forse molti di coloro che lo nominano non conoscono chi egli sia stato. Alberto Picco fu l'Eroe, poco più che ventenne, della battaglia per la conquista del Monte Nero, durante la Grande Guerra '15/'18, il giorno 16 giugno 1916. Era nato alla Spezia il 14 luglio 1894, ed appassionato di montagna ed esperto scalatore si era arruolato nel Corpo degli Alpini, nel quale, al momento dell'eroica morte, aveva il grado di sottotenente. Faceva parte del Battaglione "Susa',uno degli 88 battaglioni, riuniti in venti gruppi, nove raggruppamenti e quattro divisioni, che nella Guerra Mondiale del '15/'18 dettero alla patria (che allora si scriveva ancora con la lettera maiuscola) un sacrificio di 24.846 morti, 76.659 feriti oltre a 18.305 dispersi: la più alta percentuale di perdite di tutte le armi e specialità dell'Esercito italiano all’epoca. Gli Alpini meritarono nella Grande Guerra 28 Croci a1l’Ordine militare di Savoia, 45 Medaglie d'oro, 4500 d'Argento e 7000 di bronzo, espugnando e difendendo cime dai nomi ormai leggendari come il Monte Nero, il Grappa e l'Ortigara, e cento altre, combattendo tra nevi e ghiacci, in scalate ardite di più di tremila metri e lottando armati solo di bombe a mano, di pugnale e del loro coraggio. Alberto Picco fu tra questi eroi, distinguendosi, in ventitré giorni di guerra, in una serie di azioni che gli valsero, il 25 maggio 1916 un encomio e successivamente la proposta di tre medaglie — d'oro, d'argento e di bronzo — nei giorni che andarono dal 26 maggio a quel fatale 16 giugno in cui il Monte Nero fu espugnato e Alberto Picco sacrificava eroicamente la vita.


I combattimenti in quelle giornate si susseguivano incessanti: nel maggio 1916 infatti si era iniziata la grande Strafenexpedition (spedizione punitiva) sferrata dal Maresciallo ausiriaco Konrad von Hoizendorf, che, data la disorganizzazione degli Stati Maggiori italiani, mise l'Italia sull'orlo del disastro. "Si partì per la guerra come nel 1848 — commentò amaramente il Generale Marazzi — ignorando perfino l'esistenza di nuovi mezzi". Vi furono infatti molti errori tattici a livello di Alto Comando almeno sino a quando il generale Cadorna, i1 9 novembre 1917, dopo la tragica giornata del 28 ottobre a Caporetto, non si dimise, passando la mano al più giovane e "carismatico" Armando Diaz. A proposito di quesiti errori di comando, uno storico francese della Grande Guerra commentava "I risultati di simili errori avrebbero potuto essere rapidamente catastrofici in un esercito dal patriottismo meno saldo di quello dell'esercito italiano, e dal coraggio meno spontaneo e meno ardente". Quell'ardente e spontaneo coraggio che portò uomini e ragazzi come Alberto Picco a scrivere indimenticabili pagine di gloria, La sua figura di giovane ufficiale, "dagli occhi neri e il viso bianco", e entrata nella leggenda e viene celebrata dalle elegiache strofe del canto degli Alpini del terzo reggimento d'Oulx, la cui caserma il 29 settembre 1929, per volontà del Comando del Corpo d'Armata territoriale di Torino, venne intitolata all'eroe spezzino. Dicono queste malinconiche strofe: "O luna luna tu me lo dicevi /iI Tenente Picco non puo tornar ..." Alla Spezia negli anni Trenta venne dedicato ad Alberto Picco il campo sportivo municipale, opera per quell’epoca veramente grandiosa che richiese tremila giornate lavorative ed una spesa di 700.000 lire. All'opera ornamentale del Campo sportivo collaborò con le grandi statue che fianchegqiano l'ingresso lo scultore Enrico Carmassi, che nel 1925 aveva realizzato in bronzo il bellissimo monumento a Nazario Sauro, collocati ai giardini pubblici, di cui purtroppo rimane soltanto il basamento, essendo l'ottima opera andata distrutta durante il tremendo bombardamento del 19 aprile del 1943. Il Campo sportivo fu inaugurato in occasione delle celebrazioni per il Decennale di quella che allora si chiamava "rivoluzione fascista", il 28 ottobre 1932. Al momento dell'inaugurazione le statue di Carmassi che aveva preso a modello un grande atleta spezzino del tempo, il pugile Oldoini, non erano state ancora poste nella loro sede. Alla cerimonia di inaugurazione, svoltasi alle ore 15, parteciparono tutte le maggiori autorità cittadine: il Prefetto onorevole Russo, l'ammiraglio Monaco di Longano, il podestà avvocato Bertagna, il vicario diocesano monsignore Accor- si, in rappresentanza del vesccvo Giobatta Costantini. Fu presente anche l'inqegner Eugenio Picco, fratello del- l'eroe del Monte Nero. Indirizzati al Podestà della Spezia arrivarono da ogni parte d'ltalia numerosi telegrammi di associazioni sportive e militari che si intitolavano all'eroe spezzino, come quella della Centuria Balilla "Alberto Picco" di Milano che "aderi- sce inaugurazione campo sportivo de— dicato memoria eroe Monte Nero. Alalà". Ma il più commovente fu quello inviato dai reduci del Monte Nero: "Gli ottocento combattenti questo Gruppo assommante nel nome leggendario impresa e gloria suo eroe presenti in ispirito inaugurazione Campo `Picco” inviano V.S.I. riconoscente pensiero. Firmato: Gruppo Combattenti Monte Nero".


Fonte: Cara Spezia

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