BONASSOLA

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Appare, dal mare, con le sue case colorate su cui domina la cinquecentesca Torre dell' orologio, quasi monito al trascorrere del tempo, come racchiusa tra due speroni di roccia che sembrano proteggere dalle intemperie il piccolo golfo esemplare e la spiaggia; attorno arrampicate a diverse quote sulla costa, le localita di Serra, S. Giorgio, Montaretto, Reggimonti: e Bonassola, graziosa cittadina rivierasca, subito al di là di punta Mesco, divenuta luogo di vacanze raffinate, con alle spalle una secolare storia di dura vita di mare, di pirati, di lotte. Le origini di Bonassola sono infatti piuttosto antiche, anche se lo sviluppo maggiore data dalla fine del Quattrocento ed è in particolare segnato dalla costruzione del castello cinquecentesco, eretto fra il 1561 e il 1565, con una delibera presa il l° agosto 1561, durante una riunione plenaria di tutti gli abitanti di Bonassola e dei borghi circostanti, dopo che in una terribile scorreria i pirati turchi, arrivati sulla costa ligure con una forza di 15 vascelli, sette galee e tre liuti, saccheggiarono Montaretto, catturando 53 uomini di cui soltanto 23 furono riscattati l'anno successivo. Da secoli, le incursioni piratesche erano un flagello della zona soprattutto nel periodo della buona stagione, tanto che nel 1544 gli abitanti di S. Giorgio costruirono una torre detta "Torre degli Arduino" dal nome della più potente famiglia del luogo; un'altra difesa fu piazzata dopo la costruzione del castello anche sotto l'oratorio di S. Erasmo, eretto nel Quattrocento, da sempre luogo di riunione dei bonassolesi. Nonostante queste misure difensive, compreso un notevole armamento di artiglieria nel castello acquistato con il contributo della Repubblica di Genova, come attesta una procura rilasciata a tale Giovanni Paganetti per ritirare la somma erogata, le scorrerie dei pirati e dei corsari continuarono, impedendo commerci e navigazioni alle barche di Bonassola e catturando uomini per richiederne i riscatti. Da questa situazione, nacque, ad iniziativa di un intraprendente gruppo di ''homeni'' del paese, quella "''Cumpagnia de Bonassola''", sorta con lo scopo di liberare i bonassolesi che avessero sottoscritto il patto qualora fossero stati catturati dai Turchi o "''da altri Corsalli infidelli''", che costituisce la prima forma di previdenza istituita in Liguria e forse in Italia. L' ''Instrumento'', ovvero l'atto di costituzione della "''Cumpagnia''" fu redatto dal  notaio bonassolese Vinzoni nell'anno 1569. Ma le origini di Bonassola affondano più indietro nel tempo; il primo nucleo di case sorse a Montaretto, S. Giorgio e Reggimonti, unificati sotto la giurisdizione della parrocchia di S. Giorgio di Reggimonti, antica chiesa di cui si trova menzione ancora in un documento del 1266, in cui fu testimone il Rettore di S. Giorgio di Reggimonti, andata distrutta, forse per uno smottamento, attorno al 1310. I suoi ruderi danno attualmente nome alla località della "Chiesa Rotta"; dagli scavi effettuati in questi luoghi nell'estate del 1959, sono affiorati resti di una costruzione a forma ellittica, probabilmente un'antica torre del I o del II secolo dell'era cristiana. Un'altra antica chiesa, di cui rimangono soltanto alcuni ruderi, ma di cui si trova ancora notizia in un documento notarile del 1738 riguardante un lascito di 2OO lire, fu S. Pietro in località Scerno, edificata, sembra, anteriormente al Mille. Tra il Millecento e il Milleduecento, le vicende dei bonassolesi furono sempre fuse con quelle dei levantesi di cui condivisero la dura vita sul mare, le lotte e le vicende legate alle sorti di Genova, a tal punto che sussiste ancora una disputa su quale delle due località abbia dato veramente i natali a quel lacopo da Levanto, navigatore, divenuto  ammiraglio sotto Luigi IX re di Francia, di cui trasporto l'armata alla Crociata in Terra Santa. Sul finire del Trecento, secondo una leggenda locale riguardante la illustre e antica famiglia dei Vinzoni, arrivò a Montaretto un membro della famiglia dei Visconti di Milano stabilendovisi e dando origine, appunto, al casato bonassolese dei Vinzoni. Nel Quattrocento, cominciarono a sorgere, in località Gavazza e Canneto le prime case accosto alla marina, da cui avrebbe avuto origine la Bonassola odierna. Per quanto concerne l'aspetto politico-giurisdizionale, Bonassola fece sempre parte della Podesteria di Framura, con la quale da secoli si contende, col nome di "''Bulnetia''", che gli storici attribuiscono ora all'una ora all'altra, la più antica citazione in un frammento geografico dell' Anonimo ravennate, risalente al IX secolo.
Appare, dal mare, con le sue case colorate su cui domina la cinquecentesca Torre dell' orologio, quasi monito al trascorrere del tempo, come racchiusa tra due speroni di roccia che sembrano proteggere dalle intemperie il piccolo golfo esemplare e la spiaggia; attorno arrampicate a diverse quote sulla costa, le localita di Serra, S. Giorgio, Montaretto, Reggimonti: e Bonassola, graziosa cittadina rivierasca, subito al di là di punta Mesco, divenuta luogo di vacanze raffinate, con alle spalle una secolare storia di dura vita di mare, di pirati, di lotte. Le origini di Bonassola sono infatti piuttosto antiche, anche se lo sviluppo maggiore data dalla fine del Quattrocento ed è in particolare segnato dalla costruzione del castello cinquecentesco, eretto fra il 1561 e il 1565, con una delibera presa il l° agosto 1561, durante una riunione plenaria di tutti gli abitanti di Bonassola e dei borghi circostanti, dopo che in una terribile scorreria i pirati turchi, arrivati sulla costa ligure con una forza di 15 vascelli, sette galee e tre liuti, saccheggiarono Montaretto, catturando 53 uomini di cui soltanto 23 furono riscattati l'anno successivo. Da secoli, le incursioni piratesche erano un flagello della zona soprattutto nel periodo della buona stagione, tanto che nel 1544 gli abitanti di S. Giorgio costruirono una torre detta "Torre degli Arduino" dal nome della più potente famiglia del luogo; un'altra difesa fu piazzata dopo la costruzione del castello anche sotto l'oratorio di S. Erasmo, eretto nel Quattrocento, da sempre luogo di riunione dei bonassolesi. Nonostante queste misure difensive, compreso un notevole armamento di artiglieria nel castello acquistato con il contributo della Repubblica di Genova, come attesta una procura rilasciata a tale Giovanni Paganetti per ritirare la somma erogata, le scorrerie dei pirati e dei corsari continuarono, impedendo commerci e navigazioni alle barche di Bonassola e catturando uomini per richiederne i riscatti. Da questa situazione, nacque, ad iniziativa di un intraprendente gruppo di ''homeni'' del paese, quella "''Cumpagnia de Bonassola''", sorta con lo scopo di liberare i bonassolesi che avessero sottoscritto il patto qualora fossero stati catturati dai Turchi o "''da altri Corsalli infidelli''", che costituisce la prima forma di previdenza istituita in Liguria e forse in Italia. L' ''Instrumento'', ovvero l'atto di costituzione della "''Cumpagnia''" fu redatto dal  notaio bonassolese Vinzoni nell'anno 1569. Ma le origini di Bonassola affondano più indietro nel tempo; il primo nucleo di case sorse a Montaretto, S. Giorgio e Reggimonti, unificati sotto la giurisdizione della parrocchia di S. Giorgio di Reggimonti, antica chiesa di cui si trova menzione ancora in un documento del 1266, in cui fu testimone il Rettore di S. Giorgio di Reggimonti, andata distrutta, forse per uno smottamento, attorno al 1310. I suoi ruderi danno attualmente nome alla località della "Chiesa Rotta"; dagli scavi effettuati in questi luoghi nell'estate del 1959, sono affiorati resti di una costruzione a forma ellittica, probabilmente un'antica torre del I o del II secolo dell'era cristiana. Un'altra antica chiesa, di cui rimangono soltanto alcuni ruderi, ma di cui si trova ancora notizia in un documento notarile del 1738 riguardante un lascito di 2OO lire, fu S. Pietro in località Scerno, edificata, sembra, anteriormente al Mille. Tra il Millecento e il Milleduecento, le vicende dei bonassolesi furono sempre fuse con quelle dei levantesi di cui condivisero la dura vita sul mare, le lotte e le vicende legate alle sorti di Genova, a tal punto che sussiste ancora una disputa su quale delle due località abbia dato veramente i natali a quel lacopo da Levanto, navigatore, divenuto  ammiraglio sotto Luigi IX re di Francia, di cui trasporto l'armata alla Crociata in Terra Santa. Sul finire del Trecento, secondo una leggenda locale riguardante la illustre e antica famiglia dei Vinzoni, arrivò a Montaretto un membro della famiglia dei Visconti di Milano stabilendovisi e dando origine, appunto, al casato bonassolese dei Vinzoni. Nel Quattrocento, cominciarono a sorgere, in località Gavazza e Canneto le prime case accosto alla marina, da cui avrebbe avuto origine la Bonassola odierna. Per quanto concerne l'aspetto politico-giurisdizionale, Bonassola fece sempre parte della Podesteria di Framura, con la quale da secoli si contende, col nome di "''Bulnetia''", che gli storici attribuiscono ora all'una ora all'altra, la più antica citazione in un frammento geografico dell' Anonimo ravennate, risalente al IX secolo.
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Entrambe le località furono sempre sotto il Capitanato di Levanto, e quando nel 1803 avvenne la divisione del territorio ligure, entrarono a far parte con il "cantone di Levanto" della giurisdizione del "Golfo di Venere", passando poi nel 1815 con la Liguria, dopo la caduta napoleonica, agli stati sardo-piemontesi. La bella chiesa parrocchiale di S. Caterina fu completamente ristrutturata in epoca barocca; la sua costruzione era  cominciata sul finire del Cinquecento, ma soltanto verso il 1630 fu ultimata, venendo poi consacrata qualche decennio dopo, nel 1678, dal vescovo di [[:Categoria:LUNI|Luni]] Giovan Battista Spinola. Nella chiesa sono notevoli gli altari in marmo policromo, dedicati uno alla Madonna del Rosario, l'altro a S. Giu- seppe; altre opere d'arte di grande interesse sono il gruppo ligneo attribuito alla scuola di Antonio Maria Maragliano (Genova 1644-1741) ed un altro gruppo raffigurante la Madonna del Rosario con Bambino e Santi, opera dello stesso Maragliano, conservato nella sacrestia. Pregevoli dipinti, il "S. Francesco" di Bernardo Strozzi (Genova 1581-Venezia 1644) ed una "Natività" di Giovan Battista Carloni (1592-1677) pittore genovese di soggetti sacri. Ma nella bella chiesa, oltre alle opere antiche, è da ammirare un'importante opera moderna: "La Croce" di [[ANTONIO DISCOVOLO| Antonio Discovolo]], il cui nome è indissolubilmente legato alla Liguria, alle [[:Categoria:CINQUE TERRE|Cinque Terre]] ma soprattutto a Bonassola dove si stabilì nel 1910.
Entrambe le località furono sempre sotto il Capitanato di Levanto, e quando nel 1803 avvenne la divisione del territorio ligure, entrarono a far parte con il "cantone di Levanto" della giurisdizione del "Golfo di Venere", passando poi nel 1815 con la Liguria, dopo la caduta napoleonica, agli stati sardo-piemontesi. La bella chiesa parrocchiale di S. Caterina fu completamente ristrutturata in epoca barocca; la sua costruzione era  cominciata sul finire del Cinquecento, ma soltanto verso il 1630 fu ultimata, venendo poi consacrata qualche decennio dopo, nel 1678, dal vescovo di [[:Categoria:LUNI|Luni]] Giovan Battista Spinola. Nella chiesa sono notevoli gli altari in marmo policromo, dedicati uno alla Madonna del Rosario, l'altro a S. Giu- seppe; altre opere d'arte di grande interesse sono il gruppo ligneo attribuito alla scuola di Antonio Maria Maragliano (Genova 1644-1741) ed un altro gruppo raffigurante la Madonna del Rosario con Bambino e Santi, opera dello stesso Maragliano, conservato nella sacrestia. Pregevoli dipinti, il "S. Francesco" di Bernardo Strozzi (Genova 1581-Venezia 1644) ed una "Natività" di Giovan Battista Carloni (1592-1677) pittore genovese di soggetti sacri. Ma nella bella chiesa, oltre alle opere antiche, è da ammirare un'importante opera moderna: "La Croce" di [[ANTONIO DISCOVOLO| Antonio Discovolo]], il cui nome è indissolubilmente legato alla Liguria, alle [[:Categoria:CINQUE TERRE|Cinque Terre]] ma soprattutto a Bonassola dove si stabilì nel 1910.
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Fonte: Cara Spezia volume 1
 
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--[[Utente:Topuso|Topuso]] 18:25, 9 lug 2011 (CEST)
 
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l'operazione Ginny
 
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Il 22 marzo 1944, negli stessi drammatici giorni di via Rasella e delle Fosse Ardeatine, un gruppo dell'Esercito statunitense composto da 15 ragazzi italo-americani e partito da Bastia (Corsica) sbarcava di notte sulla costa ligure, tra Bonassola e Framura, con lo scopo di interrompere la galleria ferroviaria, e quindi i rifornimenti all’esercito tedesco, che era al contrattacco sul fronte di Anzio e Cassino.
 
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I bombardamenti angloamericani, oltre a distruggere buona parte di Spezia, danneggiavano la ferrovia Genova-Roma, ma in pochi giorni le risorse dell'Organizzazione Todt, la manovalanza coatta germanica che utilizzava cittadini delle Nazioni occupate, ripristinava le linee.
 
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Gli uomini al comande del Generale Clark, comandante la 5° Armata americana,appena sbarcati ad Anzio, non erano assolutamente sicuri di superare l'ostacolo opposto dalle truppe coordinate dal comando del Feldmarshall Kesselring.
 
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I contatti dei 15 commandos con i patrioti del posto non ci furono subito, pare per l'errato luogo di sbarco o per le inevitabili, difficili comunicazioni.
 
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Un contadino del posto, tale Oneto (come ricorda un articolo de Il Secolo XIX di quei giorni,riportato dalla raccolta 1886-1986 della stessa testata)rinvenne i canotti ed i remi usati per raggiungere la riva, non completamente nascosti.
 
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Avvisato il presidio fascista, venne avviata una caccia all'uomo.
 
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Presto essi furono catturati dai fascisti e consegnati ai Tedeschi, ed inviati alla Spezia presso il comando del 135 Festung Brigade e, su decisione del Generale Anton Dostler, fucilati il 26 marzo 1944,dopo una dimostrazione pubblica, relativa alla cattura, tenuta ad Ameglia.
 
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La cittadinanza fu costretta a presenziare, ricevendo pacchi di riso dalle cambuse tedesche.
 
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La fucilazione avvenne in una stradina sterrata sopra Lerici,al confine fra i due Comuni, raggiungibile dalla strada che da Bocca di Magra sale appunto sul promontorio e scende in località ''la Serra di Lerici''.
 
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I corpi vennero riportati indietro dai Tedeschi,e furono sepolti vicino al bordo della strada, poco prima di raggiungere l'abitato di Bocca di Magra.
 
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A fine conflitto,con l'aiuto dei residenti, furono ritrovati i loro corpi dalle prime truppe USA che,nell'aprile 1945, avevano rotto il fronte tirrenico della Linea Gotica:essi erano i fortissimi soldati nippo americani del 100° e 442° btg fanteria, detti ''Nisei'' (i ragazzi più decorati in assoluto dell'esercito statunitense nel grande conflitto) ed i soldati di colore del 92° 'Buffalo''.
 
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I servizi americani cercavano da tempo notizie certe dei 15 commilitoni dipersi in azione, e subito fu organizzato il primo processo contro un generale nazista: Anton Dostler fu giudicato a Roma, colpevole per aver violato la convenzione di Ginevra che tutelava i soldati prigionieri di guerra e condannato alla fucilazione.
 
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Anton Dostler fu il primo generale tedesco a essere accusato, ed il primo ad essere condannato, per crimini di guerra: i 15 soldati USA erano infatti stati catturati in regolare divisa dell'esercito americano.
 
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Questo processo fu una sorta di ''guida'' per il processo di Norimberga.
 
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Le immagini riprese dai cameramen dell'esercito americano di 'Combat Film', mostrate per la prima volta dalla RAI TV nel 1995,nella omonima trasmissione curata da Roberto Olla ,citano la vicenda e  mostrano la fucilazione di Dostler secondo le regole di guerra, col generale tedesco che, con passo militare e compreso nel ruolo, non oppone alcuna resistenza, si fa bendare, e riceve una scarica immediatamente fatale.
 
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(In molti testi e fonti storiche il Comune di Ameglia, dove Dostler aveva la sede del suo comando, è citato erroneamente come ''Amelia'').
 
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Alla fine degli Anni Novanta il Comune di Ameglia ospitò alcuni commilitoni dei commandos, appartenenti allo stesso gruppo di azione,che tornarono, per la prima volta, sui luoghi fatali ai ragazzi sbarcati a Bonassola.
 
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Un loro superiore di ormai 80 anni pianse per un intero pomeriggio: era stato colui che, per una intera settimana, aveva navigato davanti al punto di recupero,attendendo il rientro dei compagni, invano.
 
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In rete è presente un ricordo    http://natgeoadventure.tv/it/Post.aspx?id=4339    curato da un appassionato di Storia che ricorda anche i nomi dei 15 ragazzi tornati a morire nel Paese dove le loro vite, o quelle dei loro genitori italiani, avevano avuto inizio.
 
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Prima del commento musicale,in sottofondo si può ascoltare la voce di Axis Sally,una annunciatrice tedesca che conduceva in lingua inglese un’emissione di controinformazione di Radio Berlin (nazista),ascoltata dagli Alleati.
 
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Fu lei a dare, in questo modo, l’annuncio della fucilazione di un commando di 15 americani in Liguria,pochi mesi prima del grande assalto, sanguinoso ma vittorioso, alla ''Fortezza Europa'': lo sbarco sulle spiaggie di Normandia.
 
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autore: Gaina Spesina,fonti citate nel testo
 
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Versione delle 14:19, 6 set 2011

BONASSOLA

In Dialetto: Bonassêua
BONASSOLA.jpg
Nazione: Flag ita.gif
Regione: Liguria
Provincia: LA SPEZIA
Comune: LA SPEZIA
Coordinate: 44°11′00″N 9°35′03″E
Altitudine: 5 mt s.l.m.
Google Maps: http://tinyurl.com/3dxyp63
Dialetti:
Abitanti: 962
Densità: 103,44 ab./km²
Frazioni: Cornice Groppo Antessio Pignona Chiusola Airola Rio Mangia Orneto Scogna Santa Maria Bergassana Godano
CAP: 19011
Patrono: SANTA CATERINA
Ricorrenza: prima domenica di ottobre
Eventi:
Musei:
Parchi:
Links: Comune

Appare, dal mare, con le sue case colorate su cui domina la cinquecentesca Torre dell' orologio, quasi monito al trascorrere del tempo, come racchiusa tra due speroni di roccia che sembrano proteggere dalle intemperie il piccolo golfo esemplare e la spiaggia; attorno arrampicate a diverse quote sulla costa, le localita di Serra, S. Giorgio, Montaretto, Reggimonti: e Bonassola, graziosa cittadina rivierasca, subito al di là di punta Mesco, divenuta luogo di vacanze raffinate, con alle spalle una secolare storia di dura vita di mare, di pirati, di lotte. Le origini di Bonassola sono infatti piuttosto antiche, anche se lo sviluppo maggiore data dalla fine del Quattrocento ed è in particolare segnato dalla costruzione del castello cinquecentesco, eretto fra il 1561 e il 1565, con una delibera presa il l° agosto 1561, durante una riunione plenaria di tutti gli abitanti di Bonassola e dei borghi circostanti, dopo che in una terribile scorreria i pirati turchi, arrivati sulla costa ligure con una forza di 15 vascelli, sette galee e tre liuti, saccheggiarono Montaretto, catturando 53 uomini di cui soltanto 23 furono riscattati l'anno successivo. Da secoli, le incursioni piratesche erano un flagello della zona soprattutto nel periodo della buona stagione, tanto che nel 1544 gli abitanti di S. Giorgio costruirono una torre detta "Torre degli Arduino" dal nome della più potente famiglia del luogo; un'altra difesa fu piazzata dopo la costruzione del castello anche sotto l'oratorio di S. Erasmo, eretto nel Quattrocento, da sempre luogo di riunione dei bonassolesi. Nonostante queste misure difensive, compreso un notevole armamento di artiglieria nel castello acquistato con il contributo della Repubblica di Genova, come attesta una procura rilasciata a tale Giovanni Paganetti per ritirare la somma erogata, le scorrerie dei pirati e dei corsari continuarono, impedendo commerci e navigazioni alle barche di Bonassola e catturando uomini per richiederne i riscatti. Da questa situazione, nacque, ad iniziativa di un intraprendente gruppo di homeni del paese, quella "Cumpagnia de Bonassola", sorta con lo scopo di liberare i bonassolesi che avessero sottoscritto il patto qualora fossero stati catturati dai Turchi o "da altri Corsalli infidelli", che costituisce la prima forma di previdenza istituita in Liguria e forse in Italia. L' Instrumento, ovvero l'atto di costituzione della "Cumpagnia" fu redatto dal notaio bonassolese Vinzoni nell'anno 1569. Ma le origini di Bonassola affondano più indietro nel tempo; il primo nucleo di case sorse a Montaretto, S. Giorgio e Reggimonti, unificati sotto la giurisdizione della parrocchia di S. Giorgio di Reggimonti, antica chiesa di cui si trova menzione ancora in un documento del 1266, in cui fu testimone il Rettore di S. Giorgio di Reggimonti, andata distrutta, forse per uno smottamento, attorno al 1310. I suoi ruderi danno attualmente nome alla località della "Chiesa Rotta"; dagli scavi effettuati in questi luoghi nell'estate del 1959, sono affiorati resti di una costruzione a forma ellittica, probabilmente un'antica torre del I o del II secolo dell'era cristiana. Un'altra antica chiesa, di cui rimangono soltanto alcuni ruderi, ma di cui si trova ancora notizia in un documento notarile del 1738 riguardante un lascito di 2OO lire, fu S. Pietro in località Scerno, edificata, sembra, anteriormente al Mille. Tra il Millecento e il Milleduecento, le vicende dei bonassolesi furono sempre fuse con quelle dei levantesi di cui condivisero la dura vita sul mare, le lotte e le vicende legate alle sorti di Genova, a tal punto che sussiste ancora una disputa su quale delle due località abbia dato veramente i natali a quel lacopo da Levanto, navigatore, divenuto ammiraglio sotto Luigi IX re di Francia, di cui trasporto l'armata alla Crociata in Terra Santa. Sul finire del Trecento, secondo una leggenda locale riguardante la illustre e antica famiglia dei Vinzoni, arrivò a Montaretto un membro della famiglia dei Visconti di Milano stabilendovisi e dando origine, appunto, al casato bonassolese dei Vinzoni. Nel Quattrocento, cominciarono a sorgere, in località Gavazza e Canneto le prime case accosto alla marina, da cui avrebbe avuto origine la Bonassola odierna. Per quanto concerne l'aspetto politico-giurisdizionale, Bonassola fece sempre parte della Podesteria di Framura, con la quale da secoli si contende, col nome di "Bulnetia", che gli storici attribuiscono ora all'una ora all'altra, la più antica citazione in un frammento geografico dell' Anonimo ravennate, risalente al IX secolo.

BONASSOLA chiesa.jpg

Entrambe le località furono sempre sotto il Capitanato di Levanto, e quando nel 1803 avvenne la divisione del territorio ligure, entrarono a far parte con il "cantone di Levanto" della giurisdizione del "Golfo di Venere", passando poi nel 1815 con la Liguria, dopo la caduta napoleonica, agli stati sardo-piemontesi. La bella chiesa parrocchiale di S. Caterina fu completamente ristrutturata in epoca barocca; la sua costruzione era cominciata sul finire del Cinquecento, ma soltanto verso il 1630 fu ultimata, venendo poi consacrata qualche decennio dopo, nel 1678, dal vescovo di Luni Giovan Battista Spinola. Nella chiesa sono notevoli gli altari in marmo policromo, dedicati uno alla Madonna del Rosario, l'altro a S. Giu- seppe; altre opere d'arte di grande interesse sono il gruppo ligneo attribuito alla scuola di Antonio Maria Maragliano (Genova 1644-1741) ed un altro gruppo raffigurante la Madonna del Rosario con Bambino e Santi, opera dello stesso Maragliano, conservato nella sacrestia. Pregevoli dipinti, il "S. Francesco" di Bernardo Strozzi (Genova 1581-Venezia 1644) ed una "Natività" di Giovan Battista Carloni (1592-1677) pittore genovese di soggetti sacri. Ma nella bella chiesa, oltre alle opere antiche, è da ammirare un'importante opera moderna: "La Croce" di Antonio Discovolo, il cui nome è indissolubilmente legato alla Liguria, alle Cinque Terre ma soprattutto a Bonassola dove si stabilì nel 1910.

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