BUFFALO BILL

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un grandioso circo equestre, (« Quattro treni speciali», «... 1300 uomini e cavalli») che si accampò anche alla [[:Categoria:CITTA' DELLA SPEZIA|Spezia]]. E così la sera del 17 marzo
un migliaio dì spezzini assistettero a danze di guerra, videro attacchi alle diligenze e alle carovana, rivissero l'ultimo combattimento di Custer ed altre
un migliaio dì spezzini assistettero a danze di guerra, videro attacchi alle diligenze e alle carovana, rivissero l'ultimo combattimento di Custer ed altre
scene della vita di frontiera, e ammirarono soprattutto Bullalo Bill che centrava tutti ì bersagli sparando da un cavallo lanciato al galoppo. Come annunziava il manifesto, allo spettacolo prendevano
scene della vita di frontiera, e ammirarono soprattutto Bullalo Bill che centrava tutti ì bersagli sparando da un cavallo lanciato al galoppo. Come annunziava il manifesto, allo spettacolo prendevano

Versione delle 16:07, 23 set 2011

BUFFALO BILL 01.jpg

Il 17 marzo del 1906, La Spezia fu invasa dagli indiani e dai cowboy, respirò il clima del West, si trasformò in una città di frontiera. Era arrivato, infatti, il Colonnello Cody, il leggendario Buffalo Bill. Il cacciatore di bisonti, il tiratore infallibile, l’eroe di mille avventure, il quale, dopo aver fatto da guida sulle assolate piste delle praterie alle carovane dei pionieri e agli squadroni della cavalleria americana, aveva deciso di guidare — sulle meno pericolose e più remuneratìve piste europee — la carovana di un grandioso circo equestre, (« Quattro treni speciali», «... 1300 uomini e cavalli») che si accampò anche alla Spezia. E così la sera del 17 marzo un migliaio dì spezzini assistettero a danze di guerra, videro attacchi alle diligenze e alle carovana, rivissero l'ultimo combattimento di Custer ed altre scene della vita di frontiera, e ammirarono soprattutto Bullalo Bill che centrava tutti ì bersagli sparando da un cavallo lanciato al galoppo. Come annunziava il manifesto, allo spettacolo prendevano parte i «cavalieri più audaci del mondo », da quelli americani, a quelli asiatici, africani, ai cosacchì della steppa. I posti a sedere costavano una lira e venti, i posti riservati cinque lire. A notte, tra le tende del campo, illuminate dai fuochi dei bivacchi, si muovevano rapide e silenziose le ombre rosse dei cento indiani della tribù dei Sioux (« Capi, guerrieri, donne e fanciuIIi... »), e forse qualche viso pallido abitante nel pressi del grande circo, tardava a prender sonno, temendo che gli indiani dissotterrassero la scure di guerra.

Fonte: La Nazione - cronaca della Spezia 1906

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