CHIESA DI SANTA MARIA

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La cattedrale di Sarzana è un maestoso edificio, rivestito di marmo bianco, che fa onore alla città. Si trova nella piazza dedicata al papa Niccolò V, la cui statua è posta sulla guglia del frontone, insieme a Facciataquelle di San Eutichiano e di San Sergio.

[...] Nel 1201 il vescovo Gualterio dovette abbandonare Luni, ormai divenuta inabitabile, e stipulò un contratto con i canonici per ottenere da essi le rendite delle pievi di Sant'Andrea e di San Basilio al fine di costruire la cattedrale. E fu proprio scelta l'area di detta pieve per far sorgere il nuovo edificio che fin verso il 1300 prenderà contemporaneamente le due denominazioni.

La convenzione fu ratificata l'anno seguente dal Papa Innocenzo III e con bolla del 15 marzo 1204 fu decretato il trasferimento della sede Vescovile. In quello stesso anno il Vescovo e i canonici, recando in processione le reliquie e il Crocifisso di Maestro Guglielmo, si trasferirono definitivamente in Sarzana, provvisoriamente nella pieve di Sant'Andrea.

La fabbrica, iniziata in quello stesso anno, o poco dopo, si protrasse con intervalli, secondo le disponibilità finanziarie. In un documento del 1225 si legge "fatto nel borgo di Sarzana nel coro della Chiesa di S.Maria e di S. Basilio, dopo la messa". La chiesa era però costruita nelle sue parti essenziali: i muri e la facciata erano ancora grezzi. Nel prospetto delle decime bonifaciane il Capitolo della Cattedrale appare: • per libre 17 e soldi 10 nel 1276; • per Libre 20 più libre 18, soldi 3 e denari 6 nel 1296/97; • per libre 34, soldi 6 e denari 8 nel 1298/99 • per libre 20 nel 1303.

L'architettura interna colpisce subito per le sue linee snelle e ardite: sottili colonne ottagonali di marmo e ampi archi sorreggono un magnifico soffitto di noce scolpito a motivi floreali, opera del pisano Pietro Giambici (1670). Qualche anno prima (1663) era stato aggiunto l'altare del Preziosissimo Sangue. La cappella a destra dell'altare maggiore, dedicata a San Tommaso, fu fatta decorare da Andreola e dal Cardinale Filippo Calandrini, rispettivamente madre e fratello uterino di Niccolò V. L'opera è del maestro Leonardo Riccomanni di Pietrasanta e per qualche tempo fu collocata sopra l'altare maggiore, quindi trasferita sul luogo ove attualmente si vede. Accanto vi è una terracotta che rappresenta San Girolamo penitente.

La grandiosa ancona dell'altare maggiore, opera dello stesso Riccomanni e di suo nipote Francesco, rappresenta N.S. Assunta in Cielo e vi fu posta nel 1471. La cappella a sinistra dell'altare maggiore è detta della Purificazione. E' un maestoso trittico diviso in nove scomparti. In quello centrale è scolpita appunto la Purificazione di Maria. In origine recava l'immagine di N.S. Assunta, in seguito trasportata nell'ancona dietro l'altare maggiore. Intorno sono scolpiti Santi, il Transito della Vergine, la Crocifissione dei San Pietro, la Decollazione di San Giovanni Battista, la Crocifissione di Gesù, la Flagellazione, l'Orazione nell'Orto. Nel 1694 furono aggiunte le cappelle laterali che risultano così sporgenti verso l'esterno.

La cappella di destra è dedicata a SanTommaso, nome di battesimo del papa, e ornata di un altare con altorilievo di Leonardo Riccomanni da Pietrasanta, lì sistemata dopo essere stata tolta dall'altare maggiore. Questa raffigura l'incoronazione della Vergine contornata dai santi Andrea, Marco, Giovanni, Pietro, Luca e Niccolò.

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La facciata venne rimaneggiata e terminata da Lorenzo Riccomanni di Pietrasanta nell'anno 1474. Nell'architrave del portale si legge: MCCCLV. Questa Pietra fo misa qui sopra la porta. Opraro Michelino De Vivaldo. In quel periodo vi fu dipinta la Vergine , opera del sarzanese Camillo Pucci. Le statue nominate all'inizio furono collocate sul frontone nel 1735. Il campanile, ornato di bifore, trifore e quadrifore, fu terminato nel 1432. Durante il seicento vi furono delle aggiunte di stile barocco, successivamente eliminate, almeno in parte.


Nel 1617 fu sistemata la cappella a destra dell'altare maggiore dedicata a San Nicolò, a San Basilio e a Santa Lucia, opera degli artisti genovesi Giacomo e Michele Guidi, su commissione della nobile famiglia Griffi. Vi fu collocata pure un'opera di Antonio di Carpena, detto il Carpenino. Domenico Fiasella ha nella cattedrale alcune delle sue più belle opere:

• la Gloria del Preziosissimo Sangue nella cappella delle reliquie • la Strage degli Innocenti, datata 1653 • il Martirio di Sant'Andrea • la Visitazione di Maria ad Elisabetta • i Santi Lazzaro, Nicola e Giorgio • Sant'Apollonia, Lucia e Cecilia

Vi si trovano altri quadri di valore, tra cui una tela con i Santi Eutichiano, Lazzaro, Lorenzo, Filippo Neri e Santa Lucia eseguita da Francesco Solimene, un'altra dello Spagnoletto raffigurante i Santi Giuseppe, Lorenzo e Giovanni Battista e alcune di pittori sarzanese del secolo XVIII.

Il Crocifisso che Maestro Guglielmo dipinse su tela applicata ad una tavola nel 1138 (le misure sono m 2,50 x m 0,85) è di inestimabile valore perché il più antico di questo genere. Intorno al Crocifisso sono dipinte la Madonna, il Bacio di Giuda, le Marie al Sepolcro, l'Incontro sulla Via del Calvario, la Deposizione dalla Croce, i Profeti Isaia e Geremia, i simboli dei quattro Evangelisti. Si trova nella cappella alla sinistra dell'altare maggiore.

spada conficcata nella facciata

Dietro la tela del Fiasella sopra ricordata La Gloria del Preziosissimo Sangue si conserva l'ampolla che, secondo la tradizione, contiene alcuni grumi del sangue di Gesù, raccolto durante la deposizione nel sepolcro.

Sulla facciata della cattedrale, in alto sulla sinistra, si vede una spada conficcata per un buon tratto fra i conci di marmo. Si può ritenere che vi sia stata messa a stabilire una pace duratura, (dopo la guerra di Serrezzana ?), ma con certezza non pare si sappia. Nell'interno della chiesa si può notare lo zoccolo di una colonna di marmo (la seconda a sinistra), rotta alla base. Si dice che i capi dei contendenti, al termine della guerra sopra ricordata, a conferma delle buone intenzioni, abbiano lì spezzato le lame delle spade.



Da "Appunti per una storia di Sarzana" di Ennio Callegari

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