CICLINA

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Da: [[C'era una volta Spezia ]] (da Ciclina a [[Gigion Abòssa]]) di [[Eugenio Giovando]], Edizioni Moderna, La Spezia, 1994, pagg. 104-105
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Da: [[C'ERA UNA VOLTA SPEZIA]] (da Ciclina a [[Gigion Abòssa]]) di [[Eugenio Giovando|EUGENIO GIOVANDO]], [[EDIZIONI MODERNA]], La Spezia, 1994, pagg. 104-105

Versione delle 06:51, 2 ago 2011

CICLINA

Prima della guerra viveva alla Spezia una figura caratteristica conosciuta un po' in tutti i quartieri. Quasi nessuno conosceva il suo vero nome, ma tutti lo chiamavano Ciclina.
Sulla sessantina, piccolo di statura, con occhiali e cappello, era sempre allegro, forse perché eternamente "brillo", dalla mattina alla sera.
Era tanto sudicio che - sembra - l'Amministrazione Comunale di allora, con una delibera, lo mandò gratuitamente ad un bagno pubblico.
Dal suo accento dialettale doveva essere della zona periferica spezzina.

Era lo spasso, a volte crudele, dei ragazzi: - Ma chi t'èi, Ciclina? (Ma chi sei, Ciclina?) - si diceva per deridere qualcuno. Oppure, in senso di scherno: - Te me pai Ciclina! (Mi sembri Ciclina!)


Da: C'ERA UNA VOLTA SPEZIA (da Ciclina a Gigion Abòssa) di EUGENIO GIOVANDO, EDIZIONI MODERNA, La Spezia, 1994, pagg. 104-105
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