CONVENTO DELLE CLARISSE

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L'antico convento di Santa Cecilia

L'antico convento delle Clarisse, prima della distruzione provocata dai bombardamenti del 1943, era una presenza significativa nel panorama spezzino, grazie alle sagome del campanile e della chiesa sovrastanti la città, poco al di sotto del castello di San Giorgio. La sua costruzione ebbe inizio nel 1593 ma entrò in funzione, con l'ingresso delle prime monache, solo nel 1648. Le monache di Santa Chiara vi rimasero per 150 anni durante le quali ampliarono l'edificio realizzando la chiesa di Santa Cecilia a sud ed altre due ali ad est e ad ovest: i tre corpi di fabbrica aggiunti al nucleo primitivo vennero così a formare un chiostro chiuso su tre lati ed aperto a nord, verso monte. L'accessibilità al complesso era garantita da un percorso che collegava la via del Poggio con la salita al Castello. La soppressione degli ordini religiosi, sopraggiunta con la Rivoluzione Francese nel 1798, portò anche alla confisca dei beni a favore dello Stato: il convento venne così destinato a scuola pubblica per circa 80 anni. Nel 1880, divenuto sede distaccata dell'Ospedale Sant'Andrea (la cui sede centrale si trovava in un altro ex convento, quello dei Frati Minori di San Francesco da Paola) accolse i lungodegenti; ma cinque anni dopo, durante l'epidemia che colpì la città, ospitò gli ammalati di colera prendendo il nome di “Lazzaretto”. All'inizio del Novecento accolse poveri ed anziani fungendo da “Ospizio di Mendicità”. Tra le modifiche che il complesso subì nei primi decenni del secolo scorso è rilevante la demolizione di una parte dell'ala sud resasi necessaria per l'apertura, verso monte, di via XX Settembre. Poco prima dello scoppio della 2^ Guerra Mondiale, l'edificio mutò ancora destinazione d'uso e fu ristrutturato per divenire sede del Museo Civico: i locali ospitarono la collezione archeologica, ma con le bombe che nel 1943 distrussero completamente il complesso, venne seppellita gran parte dei reperti archeologici. L'area dove sorgeva l'ex convento venne dimenticata ed ancora oggi, nonostante alcune proposte ed un recente progetto di ricostruzione, i reperti ed i ruderi architettonici attendono un adeguato recupero.

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