COSTITUZIONE DELLA PROVINCIA DELLA SPEZIA

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Trebiano in quello di Arcola), raggruppati in 6 Mandamenti. L’importanza
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Casalis nel suo monumentale "Dizionario geografico, storico, statistico,
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commerciale degli Stati di Sua Maestà
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il Re di Sardegna, . ." edito a Torino nel
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1835-1854 (al vol.XX, p.393): "Nella
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ai danni di quella di Massa, e fu quindi
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dell‘Ottocento, e se ne fece interprete
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Giovanni Battista Paita, sulla base
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Carrara. La sede dell’Amministrazione
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Province confinanti, Comitato consultivo permanente per lo sviluppo
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Massa-Carrara e Parma.
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Versione delle 16:33, 19 ago 2011

LA SPEZIA palazzo della provincia.jpg

Con l'annessione della Liguria al Regno Sabaudo, avvenuta a seguito del Trattato di Parigi del 30 aprile 1814, fu decisa una nuova divisione del territorio, dopo che il 3 maggio la restaurata Repubblica sotto “protezione" inglese ebbe previsto l' effimera creazione delle Giurisdizioni furono dunque istituite nell'ex-Repubblica di Genova, con editto del 27 febbraio 1815, tre Intendenze, cioè "Province" rette da un Intendente: un Intendente Generale per la Provincia di Genova e due Intendenti per ciascuna Provincia, quella di Ponente a Savona, e quella "del Levante’” alla Spezia. Quest'ultima si estendeva per circa 189,000 ettari, sconfinando fuori del territorio ligure e comprendendo 56 Comuni e 7 Feudi Imperiali; la sede del Tribunale di seconda istanza, tuttavia, già sottratta alla Spezia nel 1805 e assegnata a Sarzana, rimaneva a quest'ultima città: La Spezia era sede di uno dei 15 Mandamenti di Giustizia o Preture. Un successivo Regio Editto del 1° novembre 1818, con decorrenza dal 1° gennaio 1819, divise lntendenza di Levante in due Province, quella di Chiavari e quella della Spezia. Con questo atto furono abbozzati per la prima volta i confini territoriali di quella che diverrà l‘attuale Provincia della Spezia: ridimensionata a 66.000 ettari circa, essa comprendeva 29 Comuni (divenuti 28 nel 1870 per l'assorbimento di quello di Trebiano in quello di Arcola), raggruppati in 6 Mandamenti. L’importanza che rivestì questo atto per la città della Spezia è così sintetizzata da Goffredo Casalis nel suo monumentale "Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli Stati di Sua Maestà il Re di Sardegna, . ." edito a Torino nel 1835-1854 (al vol.XX, p.393): "Nella Spezia risiedono un Intendente, un sottintendente, un commissario di guerra, un commissario di leva, un provveditore degli studi, un rappresentante del protomedicato, un ufficio di sanità pubblica, l'amministrazione provinciale e comunale, un ispettore delle regie dogane, il tribunale del giudice di mandamento, un notaio notificatore, la tesoreria provinciale, l’esattore dei regi tributi, un ricevitore principale, un venditore, un commissario alle spedizioni, un commissario alle brigate, un banchiere del sale e magazziniere del tabacco, un banco del R. lotto, l’ufficio di insinuazione". Nel 1851 il Consiglio Comunale della Spezia deliberò di chiedere al Governo di sanare l'incongrua situazione di una città sede di Provincia, ma priva di Tribunale Civile e Penale; la richiesta, però, non ebbe seguito. L’lntendenza o Provincia rimase in questi termini fino all’annessione del Lombardo-Veneto, avvenuta dopo la battaglia di Solferino e San Martino del 24 giugno 1859: tutto il territorio del Regno Sabaudo fu allora riordinato con legge del 25 ottobre, in base alla quale la Liguria divenne un’unica Provincia con capoluogo Genova, e le precedenti Province o Intendenze presero il nome di Circondario, mentre nel 1861 divennero Sottoprefetture. Il 28 novembre 1870, sempre il Consiglio Comunale, cogliendo l'occasione del dibattito apertosi in Parlamento per una ventilata soppressione delle Sottoprefetture, approvò la proposta della Giunta di chiedere al Re e al Parlamento l'istituzione di una nuova Provincia che comprendesse in quella di Massa (istituita nel 1859) anche il Circondario della Spezia: lo scopo era svincolare il porto spezzino dalla soggezione a Genova e farlo diventare il porto naturale del commercio dei marmi; veniva infatti proposto il nome di "Provincia Marmorea". La richiesta venne fatta in accordo con Massa, il cui Consiglio Provinciale proponeva il nome di "Provincia di Lunigiana" (gia i cartografi settecenteschi Giuseppe Allegrini e Ferdinando Morozzi). A Rorna la richiesta degli spezzini fu invece presentata come volta ad ottenere l‘erezione di una nuova Provincia ai danni di quella di Massa, e fu quindi respinta. In realtà una chiara rivendicazione di erezione di una nuova Provincia della Spezia (e non di una semplice aggregazione a quella di Massa) cominciò negli anni Novanta dell‘Ottocento, e se ne fece interprete Giovanni Battista Paita, sulla base anche dell‘aspirazione dei Comuni dell'Alta Valle del Magra di staccarsi dal Capoluogo apuano e aggregarsi ai Circondario della Spezia per ragioni sia pratiche sia storico-etnografiche. Fu su queste basi che si tenne alla Spezia nel 1915 un Congresso "per il riordinamento amministrativo della Lunigiana", nel quale si sostenne il progetto di una "Regione Lunense" della quale la città della Spezia pareva "provvidenzialmente destinata" ad essere il centro propulsore. Nel 1921, in occasione del dibattito in Parlamento sulla riforma de1l'Amministrazione dello Stato, il deputato pugliese Francesco Troilo presentò un emendamento mirante a ottenere il riconoscimento del diritto delle due città portuali di Taranto e della Spezia, per tanti versi affini e di pari importanza per "condizioni di territorio e di popolazione", alla promozione al rango di capoluoghi di provincia. Le incertezze dei governi centrali davanti alle difficoltà rappresentate soprattutto - ancora una volta — dall'opposizione di Genova, furono superate dal decisionismo del neonato regime fascista: il 30 agosto 1923 il Consiglio dei Ministri approvò lo schema di decreto relativo, e il 2 settembre il Re lo ratificò. Nasceva così la nuova Provincia della Spezia, che si estendeva per circa 88.200 ettari e comprendeva i 28 Comuni del vecchio Circondario più quelli di Maissana e Varese Ligure sottratti al Circondario di Chiavari, e quelli di Calice al Cornoviglio e Rocchetta Vara sottratti alla Provincia di Massa e Carrara. La sede dell’Amministrazione provinciale fu posta provvisoriamente , al primo piano di un edificio nuovo sito in via Napoli, in attesa della costruzione del nuovo Palazzo del Governo (Prefettura). Il 17 febbraio 1924 fu nominata una Commissione Straordinaria con i poteri del Consiglio Provinciale sino alla costituzione della rappresentanza elettiva. Dalle elezioni del 10 agosto 1925 risultò il primo Consiglio Provinciale; che pero il 29 luglio 1928 fu sciolto d'autorità per contrasti interni fra le varie anime del Fascismo locale. Il 5 maggio 1929 fu insediata l‘Amministrazione ordinaria Rettorale. Seguirono nomine dei componenti del Rettorato Provinciale in carica per quattro anni fino al settembre 1943, quando si susseguirono Commissari di nomina Prefettizia. Dopo la Liberazione l'amministrazione fu assunta dalla Deputazione rappresentativa dei partiti del Comitato di Liberazione Nazionale, e finalmente, il 10 giugno 1951, si insediò il primo Consiglio democraticamente eletto dalla Deputazione rappresentativa dei partiti del Comitato di Liberazione Nazionale, e finalmente, il 10 giugno 1951, si insediò il primo Consiglio democraticamente eletto. Per quanto riguarda lo sviluppo dei rapporti con le Province confinanti, Comitato consultivo permanente per lo sviluppo integrato delle Province della Spezia, Massa-Carrara e Parma.

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