EXODUS

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Pagina dimenticata quella dell' Operazione Exodus che ci fornisce l' idea di una città che ha fatto dell' accoglienza e della solidarietà la propria carta di identità. La città della Spezia, infatti, è conosciuta come "porta di Sion".
Pagina dimenticata quella dell' Operazione Exodus che ci fornisce l' idea di una città che ha fatto dell' accoglienza e della solidarietà la propria carta di identità. La città della Spezia, infatti, è conosciuta come "porta di Sion".
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Alla fine della seconda guerra mondiale nel Golfo confluirono i sopravvissuti ai lager nazisti, uomini, donne e bambini con le facce smunte e piene di paura. I loro occhi avevano conosciuto la persecuzione nazista, lo sterminio, la Shoa, l' inferno dei campi di sterminio, un' esperienza che non fu a lungo raccontabile. E guardavano al mare con la speranza di lasciarsi alle spalle l' Europa degli orrori e di raggiungere la "Terra promessa". Dall' estate del 1945 alla primavera del 1948 oltre 23.000 ebrei riuscirono a lasciare clandestinamente l' Italia diretti in Palestina. La potenza mandataria, la Gran Bretagna, aveva emesso il Libro Bianco del 17 maggio 1939 per regolamentare l' afflusso controllato in Palestina di soli 75.000 ebrei in cinque anni. La questione dell' emigrazione ebraica scoppiò come caso internazionale nel maggio 1946: l' epicentro della crisi divenne il porto della Spezia dove erano in allestimento due imbarcazione, la Fede di Savona e il motoveliero Fenice, pronte a trasbordare 1.014 profughi. Oltre a Yehuda Arazi, detto dottor Paz, l' operazione La Spezia fu preparata da Ada Sereni e Raffaele Cantoni, responsabile della comunità ebraica italiana. Ma soprattutto quell' operazione godette dell' aiuto di tutta la città,e dagli scout che portarono da mangiare e da bere agli ebrei,la citta'già stremata dalla guerra e distrutta dai bombardamenti. Proprio il sostegno della gente, la resistenza dei profughi, l' intervento dei giornalisti e la visita a bordo di Harold Lasky, presidente dell' esecutivo del Partito Laburista britannico, costrinsero le autorità londinesi a togliere il blocco alle due imbarcazioni che salvarono dal Molo Pirelli a [[PAGLIAR|Pagliari]] alle ore 10 dell' 8 maggio 1946. L' accoglienza della comunità e la solidarietà delle autorità spezzine convinsero gli organizzatori a puntare sulla Spezia con operazioni di maggior peso. Così nella notte tra il 7 e l' 8 maggio 1947 la nave Trade Winds/Tikva, allestita in Portogallo, imbarcò 1.414 profughi. Nelle stesse ore era giunta nelle acque Golfo, la nave President Warfield, La nave venne ribattezzata Exodus e ristrutturata per la più grande impresa biblica dell' emigrazione ebraica: trasportare 4.515 profughi stivati su quattro piano di cuccette dall' altra parte del Mediterraneo. Il nome Exodus da allora divenne il simbolo di ogni migrazione. La Fede, il Fenice e la Exodus si mossero tutte dal [[:Categoria:GOLFO DELLA SPEZIA|Golfo della Spezia]].  
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Alla fine della seconda guerra mondiale nel Golfo confluirono i sopravvissuti ai lager nazisti, uomini, donne e bambini con le facce smunte e piene di paura. I loro occhi avevano conosciuto la persecuzione nazista, lo sterminio, la Shoa, l' inferno dei campi di sterminio, un' esperienza che non fu a lungo raccontabile. E guardavano al mare con la speranza di lasciarsi alle spalle l' Europa degli orrori e di raggiungere la "Terra promessa". Dall' estate del 1945 alla primavera del 1948 oltre 23.000 ebrei riuscirono a lasciare clandestinamente l' Italia diretti in Palestina. La potenza mandataria, la Gran Bretagna, aveva emesso il Libro Bianco del 17 maggio 1939 per regolamentare l' afflusso controllato in Palestina di soli 75.000 ebrei in cinque anni. La questione dell' emigrazione ebraica scoppiò come caso internazionale nel maggio 1946: l' epicentro della crisi divenne il porto della Spezia dove erano in allestimento due imbarcazione, la Fede di Savona e il motoveliero Fenice, pronte a trasbordare 1.014 profughi. Oltre a Yehuda Arazi, detto dottor Paz, l' operazione La Spezia fu preparata da Ada Sereni e Raffaele Cantoni, responsabile della comunità ebraica italiana. Ma soprattutto quell' operazione godette dell' aiuto di tutta la città,e dagli scout che portarono da mangiare e da bere agli ebrei,la citta'già stremata dalla guerra e distrutta dai bombardamenti. Proprio il sostegno della gente, la resistenza dei profughi, l' intervento dei giornalisti e la visita a bordo di Harold Lasky, presidente dell' esecutivo del Partito Laburista britannico, costrinsero le autorità londinesi a togliere il blocco alle due imbarcazioni che salvarono dal Molo Pirelli a [[PAGLIARI|Pagliari]] alle ore 10 dell' 8 maggio 1946. L' accoglienza della comunità e la solidarietà delle autorità spezzine convinsero gli organizzatori a puntare sulla Spezia con operazioni di maggior peso. Così nella notte tra il 7 e l' 8 maggio 1947 la nave Trade Winds/Tikva, allestita in Portogallo, imbarcò 1.414 profughi. Nelle stesse ore era giunta nelle acque Golfo, la nave President Warfield, La nave venne ribattezzata Exodus e ristrutturata per la più grande impresa biblica dell' emigrazione ebraica: trasportare 4.515 profughi stivati su quattro piano di cuccette dall' altra parte del Mediterraneo. Il nome Exodus da allora divenne il simbolo di ogni migrazione. La Fede, il Fenice e la Exodus si mossero tutte dal [[:Categoria:GOLFO DELLA SPEZIA|Golfo della Spezia]].  
Ora da quel Golfo si cerca di lanciare un ponte di pace sull' altra sponda del Mediterraneo.
Ora da quel Golfo si cerca di lanciare un ponte di pace sull' altra sponda del Mediterraneo.

Versione delle 13:10, 9 lug 2011

LA SPEZIA PORTA DI SION VIAGGIO ALLE RADICI DI EXODUS

Nave exodus.jpg

Pagina dimenticata quella dell' Operazione Exodus che ci fornisce l' idea di una città che ha fatto dell' accoglienza e della solidarietà la propria carta di identità. La città della Spezia, infatti, è conosciuta come "porta di Sion".

Alla fine della seconda guerra mondiale nel Golfo confluirono i sopravvissuti ai lager nazisti, uomini, donne e bambini con le facce smunte e piene di paura. I loro occhi avevano conosciuto la persecuzione nazista, lo sterminio, la Shoa, l' inferno dei campi di sterminio, un' esperienza che non fu a lungo raccontabile. E guardavano al mare con la speranza di lasciarsi alle spalle l' Europa degli orrori e di raggiungere la "Terra promessa". Dall' estate del 1945 alla primavera del 1948 oltre 23.000 ebrei riuscirono a lasciare clandestinamente l' Italia diretti in Palestina. La potenza mandataria, la Gran Bretagna, aveva emesso il Libro Bianco del 17 maggio 1939 per regolamentare l' afflusso controllato in Palestina di soli 75.000 ebrei in cinque anni. La questione dell' emigrazione ebraica scoppiò come caso internazionale nel maggio 1946: l' epicentro della crisi divenne il porto della Spezia dove erano in allestimento due imbarcazione, la Fede di Savona e il motoveliero Fenice, pronte a trasbordare 1.014 profughi. Oltre a Yehuda Arazi, detto dottor Paz, l' operazione La Spezia fu preparata da Ada Sereni e Raffaele Cantoni, responsabile della comunità ebraica italiana. Ma soprattutto quell' operazione godette dell' aiuto di tutta la città,e dagli scout che portarono da mangiare e da bere agli ebrei,la citta'già stremata dalla guerra e distrutta dai bombardamenti. Proprio il sostegno della gente, la resistenza dei profughi, l' intervento dei giornalisti e la visita a bordo di Harold Lasky, presidente dell' esecutivo del Partito Laburista britannico, costrinsero le autorità londinesi a togliere il blocco alle due imbarcazioni che salvarono dal Molo Pirelli a Pagliari alle ore 10 dell' 8 maggio 1946. L' accoglienza della comunità e la solidarietà delle autorità spezzine convinsero gli organizzatori a puntare sulla Spezia con operazioni di maggior peso. Così nella notte tra il 7 e l' 8 maggio 1947 la nave Trade Winds/Tikva, allestita in Portogallo, imbarcò 1.414 profughi. Nelle stesse ore era giunta nelle acque Golfo, la nave President Warfield, La nave venne ribattezzata Exodus e ristrutturata per la più grande impresa biblica dell' emigrazione ebraica: trasportare 4.515 profughi stivati su quattro piano di cuccette dall' altra parte del Mediterraneo. Il nome Exodus da allora divenne il simbolo di ogni migrazione. La Fede, il Fenice e la Exodus si mossero tutte dal Golfo della Spezia.

Ora da quel Golfo si cerca di lanciare un ponte di pace sull' altra sponda del Mediterraneo.

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