GIARDINI E PARCHI PUBBLICI A LA SPEZIA NELL'OTTOCENTO

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La nascita dell'uso sociale del verde urbano

Nel corso della prima metà dell'ottocento la Spezia inizia ad abbattere le mura di ascendenza medievale che ancora la cingevano, proiettando le proprie ambizioni territoriali in direzione degli arenili. La città si dota precocemente di una piccola porzione di parco pubblico a partire dal 1824, posto in corrispondenza dell'attuale palco della musica, ed il cui toponimo originale, il Boschetto, ci informa della natura paesaggistica, allora tanto in voga, adottata nella progettazione. Era questo già in qualche modo uno spazio deputato, una vasta spianata che nella cartografia della metà del Settecento appare punteggiata da qualche raro albero, laddove la città stentava a diventare la spiaggia del litorale. Il nuovo parco cittadino viene ad essere confinante con un giardino privato, quello del marchese Castagnola, cinto da mura e ordinato geometricamente, secondo una tipologia di ascendenza formale, ed a partire dal 1827 qui trova luogo la prima edizione della fiera di San Cipriano, sancendo in questo modo l`utilizzo sociale, anche a fini commerciali, della nuova porzione di spazio pubblico in direzione dell'arenile, in corrispondenza dell'attuale via Diaz. Sono questi gli anni in cui Carlo Felice promuove l`utilizzo della strada litoranea che dal Convento dei Cappuccini, dove è oggi la Cattedrale, immetteva direttamente alla porta della Marina, vale a dire all`attacco di via Prione, eludendo in questo modo l'ingresso in città attraverso il campo degli Agostiniani, innescando in questo modo i presupposti all’utilizzo dello spazio compreso tra la costa e la porta a mare, appunto. Gia un decennio più tardi il nucleo dei Giardini Pubblici si ingrandisce, acquisendo anche il prato di fronte all`attuale palazzo Doria, posto lungo via Chiodo, dove viene disegnato un giardino formale che trova il suo fulcro nell’aiuola centrale circolare, poi sede della grande scultura equestre, di certo ancora oggi uno dei simboli della città, dedicata a Giuseppe Garibaldi da Antonio Garella ed inaugurata il 1 giugno del 1913. l cantieri del primo Teatro Civico, progettato da Ippolito Cremona nel 1840 e concluso nel 1846, e del coevo Palazzo a mare della nobile famiglia Da Passano, poi albergo Croce di Malta e ora sede della Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia, contribuiscono a proiettare verso mare e quindi in direzione dei neonati Giardini la vita associata della Comunità spezzina, alimentando l’uso di questi spazi. A seguito dei ciclopici interventi necessari alla realizzazione dell`Arsenale Militare, interventi che squassano e stravolgono la zona compresa fra la Città storica e l'attacco della sponda occidentale del Golfo, gli spazi a verde pubblico si moltiplicano e divengono infinitamente più vasti: l’enorme massa di terra ricavata dagli scavi dei bacini verrà riversata infatti a mare allontanando la città dal litorale e concedendo, nello stesso tempo, nuove possibilità al dispiegarsi di quel gusto botanico che aveva già sortito risultati estremamente aggiomati. Con il sindaco Paita, nell`ultimo decennio del XIX Secolo, gli spazi utilizzati coincidono quasi perfettamente con la porzione attuale, ma sarà fra gli anni Dieci e Venti del Novecento che il verde pubblico conoscerà l'assetto che ancor'oggi lo connota e distingue. Grazie difatti al gusto pittorico di Felice Del Santo la città si doterà degli aranci selvatici ad ornare il pubblico passeggio, dell'umbratile Parco della Rimembranza e, ovviamente, del disegno definitivo dei Giardini Pubblici.

A cura di Andrea Marmori.

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