LA VIA DEI SANTUARI

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Risalendo dal vallone di [[:Categoria:BIASSA| Biassa]], dopo aver dato un'occhiata ai ruderi di S. Martino Vecchio, si procede per la località detta Telegrafo e quindi, valicato il passo, appare il Santuario di Montenero. Si raggiunge cosi la strada di mezza costa che parallelamente al mare percorre tutta la zona delle [[:Categoria:CINQUE TERRE| Cinque Terre]] e prende il nome di Via dei Santuari, perche da Montenero a Soviore congiunge cinque centri di culto marinaro. Il tracciato è certamente di origine preistorica; fu quindi utilizzato dai romani prima del 1O9 ac., anno in cui il censore M. Emilio Scauro fece costruire il tratto viario del Bracco, anzi forse quella era l'antica via di comunicazione tra Luni e Genova. Da Montenero si gode uno spettacolo unico, che celebra questo luogo forse più dei ricordi storici. Il primo documento sulla chiesa di Nostra Signora di Montenero e dell'll aprile 1335. La tradizione le attribuisce origini più antiche non risultanti, però, da alcuna caratteristica costruttiva, se si esclude la dissimetria della pianta inclinata a sinistra del capocroce rispetto all'abside delle navate come è nella tradizione romanica. I continui rifacimenti hanno alterato la fabbrica primitiva che probabilmente risale al XI e XIII secolo; la copertura lignea fu sostituita da una copertura a volta e l'edificio fu sopraelevato con una cupola nel XVIII secolo; nella stessa epoca fu affrescato da Battaglia di [[:Categoria:CASTELNUOVO MAGRA| Castelnuovo Magra]]. L'attuale forma, a tre navate divise da pilastri con antistante il portico a cinque arcate, tu compiuta nel XIX secolo su disegni dell'architetto Piaggio della [[:Categoria:LA SPEZIA| Spezia]]. La leggenda ricorda che la prima immagine venerata nel santuario venne dall'oriente ed era attribuita alla mano di S. Luca, l'evangelista che, secondo la tradizione, era anche pittore. Trafugata, smarrita, o malamente nascosta durante qualche aggressione piratesca, fu sostituita con una Assunzione rinascimentale del XV secolo con reminiscenze medievali. Anche questa leggenda si inserisce nel ciclo delle immagini bizantine, relitti di naufragi, superstiti di arrembaggi saraceni o portate dai flutti, perche abbandonate da popolazioni rivierasche orientali durante le persecuzioni iconoclaste dell'imperatore Leone III l'Isaurico. La via dei Santuari, superato il borgo  di Groppo, raggiunge Volastra, forse in antico "Vicus Oleaster": qui incontriamo il santuario di Nostra Signora della Salute.
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Forse Volastra era una antica stazione di posta per il cambio dei cavalli ed è certamente all'origine, tra il 1200 ed l300, delle popolazioni di [[:Categoria:MANAROLA| Manarola]] e [[:Categoria:VERNAZZA| Vernazza]]. ll Santuario di Nostra Signora della Salute e un edificio che nella planimetria e nella facciata ha mantenuto, nonostante i numerosi rimaneggiamenti, la sua impostazione romanica. La pianta è rettangolare senza abside; alla facciata, di per sé sobria, danno rilievo il portale con l'arco ad ogiva ed una bifora gotica che risale alla prima metà del XII secolo. L'interno è compromesso da quei rima- neggiamenti baroccheggianti che hanno deturpato tante chiese liguri. Alla chiesa di [[:Categoria:VOLASTRA| Volastra]] appartiene un  trittico che richiama stilemi gotici, su fondo oro rappresenta al centro S. Lorenzo ed ai lati S. Domenico e S. Giovanni Battista. Procedendo verso occidente incontriamo il minuscolo centro di Porciano, del quale si suppone l'origine romana, e quindi si procede per S. Bernardino che si affaccia su un terrazzo naturale dal quale è visibile uno scenario unico per la bellezza. S. Bernardino, secondo la leggenda, sarebbe sorto dopo la predicazione del francescano S. Bernardino da Siena (1485) che probabilmente fondò il primo edificio sacro a cui fu sostituito  nell'18OO l'attuaIe. Le prime notizie sono comunque dei primi anni del XVII secolo e sono legate ad un fatto prodigioso. Gli abitanti di [[:Categoria:CORNIGLIA| Corniglia]] volevano rimettere a nuovo il dipinto della Vergine e dell'opera erano stati incaricati i Priori della Compagnia del S.S. Rosario. La tela era sbiadita e la si voleva restaurare, ma la mattina in cui essi si recarono in chiesa per iniziare i lavori trovarono la Madonna splendente come se fosse nuova. Da S. Bernardino ci si può recare al Santuario di Nostra Signora di Reggio, situato in un piazzale ombreggiato da alberi secolari. La chiesa apparteneva  una volta alla circoscrizione della Pieve di Pignone, che precedentemente era stato pago romano e conciliabolo ligure, L'edificio risale all'Xl secolo e tu costruito in un manufatto di cui si conosceva la cripta. Nei secoli successivi tu trasformato da pianta basilicale a tre navate in chiesa a croce latina. La facciata mantiene fortunatamente il suo rigore stilistico, tranne una strana decorazione del timpano di probabile ispirazione barocca; il campanile a base quadrata è costruito in pietra locale e fa corpo unico con la foresteria. La struttura fa pensare ad un'opera dei maestri Antelami, come altre chiese delle [[:Categoria:CINQUE TERRE| Cinque Terre]]. Lasciato l'0mbroso piazzale di Reggio e ripreso il cammino, si incontra la strada per Pignone, che ricalca un antico tracciato romano.
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Risalendo dal vallone di Biassa, dopo aver dato un'occhiata ai ruderi di S. Martino Vecchio, si procede per la località detta Telegrafo e quindi, valicato il passo, appare il Santuario di Montenero. Si raggiunge cosi la strada di mezza costa che parallelamente al mare percorre tutta la zona delle Cinque Terre e prende il nome di Via dei Santuari, perche da Montenero a Soviore congiunge cinque centri di culto marinaro. Il tracciato è certamente di origine preistorica; fu quindi utilizzato dai romani prima del IO9 ac., anno in cui il censore M. Emilio Scauro fece costruire il tratto viario del Bracco, anzi forse quella era l'antica via di comunicazione tra Luni e Genova. Da Montenero si gode uno spettacolo unico, che celebra questo luogo forse più dei ricordi storici. Il primo documento sulla chiesa di Nostra Signora di Montenero e dell'll aprile 1335. La tradizione le attribuisce origini più antiche non risultanti, però, da alcuna caratteristica costruttiva, se si esclude la dissimetria della pianta inclinata a sinistra del capocroce rispetto all'abside delle navate come è nella tradizione romanica. I continui rifacimenti hanno alterato la fabbrica primitiva che probabilmente risale al XI e XIII secolo; la copertura lignea fu sostituita da una copertura a volta e l'edificio fu sopraelevato con una cupola nel XVIII secolo; nella stessa epoca fu affrescato da Battaglia di Castelnuovo Magra. L'attuale forma, a tre navate divise da pilastri con antistante il portico a cin- que arcate, tu compiuta nel XIX secolo su disegni dell'architetto Piaggio della Spezia. La leggenda ricorda che la prima im- magine venerata nel santuario venne dall'oriente ed era attribuita alla mano di S. Luca, l'evangelista che, secondo la tradizione, era anche pittore. Trafugata, smarrita, o malamente nascosta durante qualche aggressione piratesca, fu sostituita con una Assunzione rinascimentale del XV secolo con reminiscenze medievali. Anche questa leggenda si inserisce nel ciclo delle immagini bizantine, relitti di naufragi, superstiti di arrembaggi saraceni o portate dai flutti, perche abbandonate da popolazioni rivierasche orientali durante le persecuzioni iconoclaste dell'imperatore Leone III l'Isaurico. La via dei Santuari, superato il borgo  di Groppo, raggiunge Volastra, forse in antico "Vicus Oleaster": qui incontriamo il santuario di Nostra Signora della Salute. Forse Volastra era una antica stazione di posta per il cambio dei cavalli ed è certamente all'origine, tra il 1200 ed l300, delle popolazioni di Manarola e Vernazza. ll Santuario di Nostra Signora della Sa- lute e un edificio che nella planimetria e nella facciata ha mantenuto, nonostante i numerosi rimaneggiamenti, la sua impostazione romanica. La pianta è rettangolare senza abside; alla facciata, di per sé sobria, danno rilievo il portale con l'arco ad ogiva ed una bifora gotica che risale alla prima metà del XII secolo. L'interno è compromesso da quei rima- neggiamenti baroccheggianti che hanno deturpato tante chiese liguri. Alla chiesa di Volastra appartiene un  trittico che richiama stilemi gotici, su fondo oro rappresenta al centro S. Lorenzo ed ai lati S. Domenico e S. Giovanni Battista. Procedendo verso occidente incontriamo il minuscolo centro di Porciano, del quale si suppone l'origine romana, e quindi si procede per S. Bernardino che si affaccia su un terrazzo naturale dal quale è visibile uno scenario unico per la bellezza. S. Bernardino, secondo la leggenda, sarebbe sorto dopo la predicazione del francescano S. Bernardino da Siena (1485) che probabilmente fondò il primo edificio sacro a cui fu sostituito  nell'l8OO l'attuaIe. Le prime notizie sono comunque dei primi anni del XVII secolo e sono legate ad un fatto prodigioso. Gli abitanti di Corniglia volevano rimettere a nuovo il dipinto della Vergine e dell'opera erano stati incaricati i Priori della Compagnia del S.S. Rosario. La tela era sbiadita e la si voleva restaurare, ma la mattina in cui essi si recarono in chiesa per iniziare i lavori trovarono la Madonna splendente come se fosse nuova. Da S. Bernardino ci si può recare al Santuario di Nostra Signora di Reggio, situato in un piazzale ombreggiato da alberi secolari. La chiesa apparteneva  una volta alla circoscrizione della Pieve di Pignone, che precedentemente era stato pago romano e conciliabolo ligure, L'edificio risale all'Xl secolo e tu costruito in un manufatto di cui si conosceva la cripta. Nei secoli successivi tu trasformato da pianta basilicale a tre navate in chiesa a croce latina. La facciata mantiene fortunatamente il suo rigore stilistico, tranne una strana decorazione del timpano di probabile ispirazione barocca; il campanile a base quadrata è costruito in pietra locale e fa corpo unico con la foresteria. La strutturata pensare ad un'opera dei maestri Àntelami, come altre chiese delle Cinque Terre. Lasciato l'0mbroso piazzale di Reggio e ripreso il cammino, si incontra la strada per Pignone, che ricalca un antico tracciato romano. Qui, in una zona boscata a pineta, troviamo il complesso del santuario della Madonna di Soviore, Narra la leggenda che una colomba abbia indicato il luogo dove era sepolta l'immagine di Maria, che sorregge sulle ginocchia il corpo di Gesù morto, nascosta probabilmente dagli abitanti di Albareto, borgo distrutto da Rotari nella sua avanzata del 640. Nei pressi del Monte Soviore sorgeva comunque un insediamento urbano di notevole livello culturale, probabilmente etrusco, certificato dal ritrovamento di una tomba (1882) in laterizi con quattro vasi fittili. Altro sepolcro di origine romana fu scoperto sul Monte S. Croce cosi come un terzo, costituito da sei lastroni di pietra. La chiesa del Santuario è stata probabilmente editicata intorno ad una primitiva cappella, fu poi modificata nel XIV secolo come si rileva dalla data scolpita su una lastra di pietra. Successivamente fu ridotta da tre ad una sola navata con volte a botte, trasformazione posteriore al 1754 anno in cui Matteo Vinzoni ne disegnava ancora la pianta a tre navate, delle quali rimangono testimoni i capitelli marmorei usati nel piazzale come sedili. Il campanile tozzo ed a base quadrata sembra originato da un'opera di difesa, vi si trovano infatti delle feritoie, La cella campanaria ha una doppia bifora ad occidente ed una trifora a settentrione e a mezzogiorno. La facciata è caratterizzata da un bellissimo portale trecentesco a`sesto acuto, nell'arco un bassorilievo dell'Àddolorata, sopra un elegante rosone. La foresteria, iniziata nel 1700, e stata completata nel ''900. Oggi il santuario oltre che meta di pellegrinaggi e convegni culturali è sede di importanti manifestazioni musicali estive di interesse nazionale.
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Qui, in una zona boscata a pineta, troviamo il complesso del santuario della Madonna di Soviore, Narra la leggenda che una colomba abbia indicato il luogo dove era sepolta l'immagine di Maria, che sorregge sulle ginocchia il corpo di Gesù morto, nascosta probabilmente dagli abitanti di Albareto, borgo distrutto da Rotari nella sua avanzata del 640. Nei pressi del Monte Soviore sorgeva comunque un insediamento urbano di notevole livello culturale, probabilmente etrusco, certificato dal ritrovamento di una tomba (1882) in laterizi con quattro vasi fittili. Altro sepolcro di origine romana fu scoperto sul Monte S. Croce cosi come un terzo, costituito da sei lastroni di pietra. La chiesa del Santuario è stata probabilmente editicata intorno ad una primitiva cappella, fu poi modificata nel XIV secolo come si rileva dalla data scolpita su una lastra di pietra. Successivamente fu ridotta da tre ad una sola navata con volte a botte, trasformazione posteriore al 1754 anno in cui Matteo Vinzoni ne disegnava ancora la pianta a tre navate, delle quali rimangono testimoni i capitelli marmorei usati nel piazzale come sedili. Il campanile tozzo ed a base quadrata sembra originato da un'opera di difesa, vi si trovano infatti delle feritoie, La cella campanaria ha una doppia bifora ad occidente ed una trifora a settentrione e a mezzogiorno. La facciata è caratterizzata da un bellissimo portale trecentesco a`sesto acuto, nell'arco un bassorilievo dell'Àddolorata, sopra un elegante rosone. La foresteria, iniziata nel 1700, e stata completata nel ''900. Oggi il santuario oltre che meta di pellegrinaggi e convegni culturali è sede di importanti manifestazioni musicali estive di interesse nazionale.

Versione attuale delle 16:13, 22 lug 2011

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Risalendo dal vallone di Biassa, dopo aver dato un'occhiata ai ruderi di S. Martino Vecchio, si procede per la località detta Telegrafo e quindi, valicato il passo, appare il Santuario di Montenero. Si raggiunge cosi la strada di mezza costa che parallelamente al mare percorre tutta la zona delle Cinque Terre e prende il nome di Via dei Santuari, perche da Montenero a Soviore congiunge cinque centri di culto marinaro. Il tracciato è certamente di origine preistorica; fu quindi utilizzato dai romani prima del 1O9 ac., anno in cui il censore M. Emilio Scauro fece costruire il tratto viario del Bracco, anzi forse quella era l'antica via di comunicazione tra Luni e Genova. Da Montenero si gode uno spettacolo unico, che celebra questo luogo forse più dei ricordi storici. Il primo documento sulla chiesa di Nostra Signora di Montenero e dell'll aprile 1335. La tradizione le attribuisce origini più antiche non risultanti, però, da alcuna caratteristica costruttiva, se si esclude la dissimetria della pianta inclinata a sinistra del capocroce rispetto all'abside delle navate come è nella tradizione romanica. I continui rifacimenti hanno alterato la fabbrica primitiva che probabilmente risale al XI e XIII secolo; la copertura lignea fu sostituita da una copertura a volta e l'edificio fu sopraelevato con una cupola nel XVIII secolo; nella stessa epoca fu affrescato da Battaglia di Castelnuovo Magra. L'attuale forma, a tre navate divise da pilastri con antistante il portico a cinque arcate, tu compiuta nel XIX secolo su disegni dell'architetto Piaggio della Spezia. La leggenda ricorda che la prima immagine venerata nel santuario venne dall'oriente ed era attribuita alla mano di S. Luca, l'evangelista che, secondo la tradizione, era anche pittore. Trafugata, smarrita, o malamente nascosta durante qualche aggressione piratesca, fu sostituita con una Assunzione rinascimentale del XV secolo con reminiscenze medievali. Anche questa leggenda si inserisce nel ciclo delle immagini bizantine, relitti di naufragi, superstiti di arrembaggi saraceni o portate dai flutti, perche abbandonate da popolazioni rivierasche orientali durante le persecuzioni iconoclaste dell'imperatore Leone III l'Isaurico. La via dei Santuari, superato il borgo di Groppo, raggiunge Volastra, forse in antico "Vicus Oleaster": qui incontriamo il santuario di Nostra Signora della Salute.

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Forse Volastra era una antica stazione di posta per il cambio dei cavalli ed è certamente all'origine, tra il 1200 ed l300, delle popolazioni di Manarola e Vernazza. ll Santuario di Nostra Signora della Salute e un edificio che nella planimetria e nella facciata ha mantenuto, nonostante i numerosi rimaneggiamenti, la sua impostazione romanica. La pianta è rettangolare senza abside; alla facciata, di per sé sobria, danno rilievo il portale con l'arco ad ogiva ed una bifora gotica che risale alla prima metà del XII secolo. L'interno è compromesso da quei rima- neggiamenti baroccheggianti che hanno deturpato tante chiese liguri. Alla chiesa di Volastra appartiene un trittico che richiama stilemi gotici, su fondo oro rappresenta al centro S. Lorenzo ed ai lati S. Domenico e S. Giovanni Battista. Procedendo verso occidente incontriamo il minuscolo centro di Porciano, del quale si suppone l'origine romana, e quindi si procede per S. Bernardino che si affaccia su un terrazzo naturale dal quale è visibile uno scenario unico per la bellezza. S. Bernardino, secondo la leggenda, sarebbe sorto dopo la predicazione del francescano S. Bernardino da Siena (1485) che probabilmente fondò il primo edificio sacro a cui fu sostituito nell'18OO l'attuaIe. Le prime notizie sono comunque dei primi anni del XVII secolo e sono legate ad un fatto prodigioso. Gli abitanti di Corniglia volevano rimettere a nuovo il dipinto della Vergine e dell'opera erano stati incaricati i Priori della Compagnia del S.S. Rosario. La tela era sbiadita e la si voleva restaurare, ma la mattina in cui essi si recarono in chiesa per iniziare i lavori trovarono la Madonna splendente come se fosse nuova. Da S. Bernardino ci si può recare al Santuario di Nostra Signora di Reggio, situato in un piazzale ombreggiato da alberi secolari. La chiesa apparteneva una volta alla circoscrizione della Pieve di Pignone, che precedentemente era stato pago romano e conciliabolo ligure, L'edificio risale all'Xl secolo e tu costruito in un manufatto di cui si conosceva la cripta. Nei secoli successivi tu trasformato da pianta basilicale a tre navate in chiesa a croce latina. La facciata mantiene fortunatamente il suo rigore stilistico, tranne una strana decorazione del timpano di probabile ispirazione barocca; il campanile a base quadrata è costruito in pietra locale e fa corpo unico con la foresteria. La struttura fa pensare ad un'opera dei maestri Antelami, come altre chiese delle Cinque Terre. Lasciato l'0mbroso piazzale di Reggio e ripreso il cammino, si incontra la strada per Pignone, che ricalca un antico tracciato romano.

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Qui, in una zona boscata a pineta, troviamo il complesso del santuario della Madonna di Soviore, Narra la leggenda che una colomba abbia indicato il luogo dove era sepolta l'immagine di Maria, che sorregge sulle ginocchia il corpo di Gesù morto, nascosta probabilmente dagli abitanti di Albareto, borgo distrutto da Rotari nella sua avanzata del 640. Nei pressi del Monte Soviore sorgeva comunque un insediamento urbano di notevole livello culturale, probabilmente etrusco, certificato dal ritrovamento di una tomba (1882) in laterizi con quattro vasi fittili. Altro sepolcro di origine romana fu scoperto sul Monte S. Croce cosi come un terzo, costituito da sei lastroni di pietra. La chiesa del Santuario è stata probabilmente editicata intorno ad una primitiva cappella, fu poi modificata nel XIV secolo come si rileva dalla data scolpita su una lastra di pietra. Successivamente fu ridotta da tre ad una sola navata con volte a botte, trasformazione posteriore al 1754 anno in cui Matteo Vinzoni ne disegnava ancora la pianta a tre navate, delle quali rimangono testimoni i capitelli marmorei usati nel piazzale come sedili. Il campanile tozzo ed a base quadrata sembra originato da un'opera di difesa, vi si trovano infatti delle feritoie, La cella campanaria ha una doppia bifora ad occidente ed una trifora a settentrione e a mezzogiorno. La facciata è caratterizzata da un bellissimo portale trecentesco a`sesto acuto, nell'arco un bassorilievo dell'Àddolorata, sopra un elegante rosone. La foresteria, iniziata nel 1700, e stata completata nel 900. Oggi il santuario oltre che meta di pellegrinaggi e convegni culturali è sede di importanti manifestazioni musicali estive di interesse nazionale.

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