Lavezàa

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Versione delle 09:30, 24 set 2011, autore: Alberto.scaramuccia (Discussione | contributi)
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Per gli abitanti della Spezia ancora murata era comune l'uso di un vocabolo oggi praticamente incomprensibile: a Lavezàa.

Con questo termine gli antichi Spezzini indicavano la campana della Chiesa di Santa Maria che con il suo rintocco delle 11 e mezzo indicava alla donne impegnate nei lavori della casa, che era giunta l'ora di mettere sul fuoco il paiolo di terracotta per preparare il desinare per i loro uomini che a breve sarebbero tornati dal lavoro dei campi. In un italiano ormai desueto quella marmittasi dice laveggio, sostantivo derivato dall'aggettivo latino lapideum, di pietra.

Il dialetto non c'aveva messo nulla per trasformarlo in u lavezu e a Lavezàa, la Pentolara, era subito diventata la campana che ricordava alle mogli l'imminenza del pranzo. Tanto era distinguibile il suono del suo rintocco all'interno del piccolo cerchio delle mura, altrettanto se ne perde ben presto l'eco quando la Città si dilata al di fuori degll'antico limitato perimetro.

Non si avverte più un suono, muore una parola diventata ormai inutile nella Città che si sta velocemente industrializzando.

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