MOTONAVE ORTIGIA

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La nave italiana '''Ortigia''', della Compagnia Florio, era stata varata a Livorno nel 1873, e da subito era apparsa una nave piuttosto pericolosa. Spesso capitava che nelle manovre in porto travolgesse piccole imbarcazioni o finisse per urtare contro la banchina. Il 24 novembre 1880 alle tre di notte si scontrò con la nave passeggeri francese Oncle Joseph affondandola in otto minuti e provocando più di duecento morti. Nel 1885 si scontrò con un’altra nave francese, la Martignan (12 morti). Dopo ogni incidente veniva cambiato l’intero equipaggio, compreso il comandante, ma gli incidenti continuavano a verificarsi. Nel 1890 un altro scontro questa volta con una nave norvegese e i morti furono cinque. Il 21 luglio 1895, la Maria P., piccola nave passeggeri, all’entrata del [[:Categoria:GOLFO|golfo]] della [[:Categoria:LA SPEZIA|Spezia]], a largo dell’Isola del [[:Categoria:ISOLA DEL TINO|Tino]], si scontrò con l’Ortigia. La Maria P. affondò in tre minuti provocando la morte di 144 persone. Lo scontro si verificò all’1 e 30 in una notte particolarmente buia e l’'''Ortigia''' dovette aspettare l’arrivo della luce del giorno per riuscire a portare in salvo 14 membri dell’equipaggio e 28 passeggeri naufraghi.
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La nave italiana '''Ortigia''', della Compagnia Florio, era stata varata a Livorno nel 1873, e da subito era apparsa una nave piuttosto pericolosa. Spesso capitava che nelle manovre in porto travolgesse piccole imbarcazioni o finisse per urtare contro la banchina. Il 24 novembre 1880 alle tre di notte si scontrò con la nave passeggeri francese Oncle Joseph affondandola in otto minuti e provocando più di duecento morti. Nel 1885 si scontrò con un’altra nave francese, la Martignan (12 morti). Dopo ogni incidente veniva cambiato l’intero equipaggio, compreso il comandante, ma gli incidenti continuavano a verificarsi. Nel 1890 un altro scontro questa volta con una nave norvegese e i morti furono cinque. Il 21 luglio 1895, la Maria P., piccola nave passeggeri, all’entrata del [[:Categoria:GOLFO DELLA SPEZIA|golfo]] della [[:Categoria:LA SPEZIA|Spezia]], a largo dell’Isola del [[:Categoria:ISOLA DEL TINO|Tino]], si scontrò con l’Ortigia. La Maria P. affondò in tre minuti provocando la morte di 144 persone. Lo scontro si verificò all’1 e 30 in una notte particolarmente buia e l’'''Ortigia''' dovette aspettare l’arrivo della luce del giorno per riuscire a portare in salvo 14 membri dell’equipaggio e 28 passeggeri naufraghi.
Da quest’ultimo incidente nessuno volle mai più salire a bordo dell’'''Ortigia''', creduta, forse non a torto, un nave davvero maledetta.  
Da quest’ultimo incidente nessuno volle mai più salire a bordo dell’'''Ortigia''', creduta, forse non a torto, un nave davvero maledetta.  
[[Categoria:CRONACA]]
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[[Categoria:NAVI]]
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Versione delle 21:11, 22 mar 2012

La nave italiana Ortigia, della Compagnia Florio, era stata varata a Livorno nel 1873, e da subito era apparsa una nave piuttosto pericolosa. Spesso capitava che nelle manovre in porto travolgesse piccole imbarcazioni o finisse per urtare contro la banchina. Il 24 novembre 1880 alle tre di notte si scontrò con la nave passeggeri francese Oncle Joseph affondandola in otto minuti e provocando più di duecento morti. Nel 1885 si scontrò con un’altra nave francese, la Martignan (12 morti). Dopo ogni incidente veniva cambiato l’intero equipaggio, compreso il comandante, ma gli incidenti continuavano a verificarsi. Nel 1890 un altro scontro questa volta con una nave norvegese e i morti furono cinque. Il 21 luglio 1895, la Maria P., piccola nave passeggeri, all’entrata del golfo della Spezia, a largo dell’Isola del Tino, si scontrò con l’Ortigia. La Maria P. affondò in tre minuti provocando la morte di 144 persone. Lo scontro si verificò all’1 e 30 in una notte particolarmente buia e l’Ortigia dovette aspettare l’arrivo della luce del giorno per riuscire a portare in salvo 14 membri dell’equipaggio e 28 passeggeri naufraghi. Da quest’ultimo incidente nessuno volle mai più salire a bordo dell’Ortigia, creduta, forse non a torto, un nave davvero maledetta.

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