VITTORIA ALATA

Da wikiSpedia.

(Differenze fra le revisioni)
Riga 2: Riga 2:
'''Vittoria Alata''', che è l’interpretazione spezzina del nostro scultore [[ANGIOLO DEL SANTO|Angiolo Del Santo]] della gloriosa conclusione della
'''Vittoria Alata''', che è l’interpretazione spezzina del nostro scultore [[ANGIOLO DEL SANTO|Angiolo Del Santo]] della gloriosa conclusione della
guerra 1915-1918.
guerra 1915-1918.
-
Opera di notevole bellezza, e diversa dal solito tipo di monumento che si erige per commemorazioni del genere, fu collocata, nel 1923, sull’angolo verso corso Cavour del Palazzo Civico che sorgeva in piazza Beverini, sul luogo dell’antico palazzo detto “Palazzo di Corte” dei tempi dello Stato Genovese eretto nel 1907, detto “Palazzo Cenere” dal suo colore, criticato perché era dato dal cemento. Gli spezzini dell’epoca, che avrebbero preferito un palazzo costruito con la nostra pietra di Biassa, lo definirono proprio in quel modo, aggiungendo la sarcastica definizione di “pantan pietrificà” all’edificio, come nel caustico commento di Ubaldo Mazzini:
+
Opera di notevole bellezza, e diversa dal solito tipo di monumento che si erige per commemorazioni del genere, fu collocata, nel 1923, sull’angolo verso [[CORSO CAMILLO BENSO CAVOUR|Corso Cavour]] del [[PALAZZO CIVICO|Palazzo Civico]] che sorgeva in [[PIAZZA BEVERINI|piazza Beverini]], sul luogo dell’antico palazzo detto [[PALAZZO DI CORTE|“Palazzo di Corte”]] dei tempi dello Stato Genovese eretto nel 1907, detto “Palazzo Cenere” dal suo colore, criticato perché era dato dal cemento. Gli spezzini dell’epoca, che avrebbero preferito un palazzo costruito con la nostra pietra di Biassa, lo definirono proprio in quel modo, aggiungendo la sarcastica definizione di “pantan pietrificà” all’edificio, come nel caustico commento di Ubaldo Mazzini:
''Per fae cose? ’n monümento''<div>
''Per fae cose? ’n monümento''<div>
Riga 11: Riga 11:
Ad ogni modo il monumento fece la sua bella figura ove lo avevano sistemato sino alla scoppio della seconda guerra mondiale, quando fu rimosso e posto al sicuro. Il Palazzo Cenere, invece, dopo solo 36 anni di esistenza (era un palazzo di aspetto elegante e specifico dell’importanza che aveva, con ampia corte all’uso genovese e qualche concessione
Ad ogni modo il monumento fece la sua bella figura ove lo avevano sistemato sino alla scoppio della seconda guerra mondiale, quando fu rimosso e posto al sicuro. Il Palazzo Cenere, invece, dopo solo 36 anni di esistenza (era un palazzo di aspetto elegante e specifico dell’importanza che aveva, con ampia corte all’uso genovese e qualche concessione
allo stile liberty allora in auge), fu quasi completamente distrutto da un bombardamento aereo nel 1943.  
allo stile liberty allora in auge), fu quasi completamente distrutto da un bombardamento aereo nel 1943.  
-
I suoi miseri resti furono, in parte, collocati a lato del ricostruito molo Italia, in compagnia degli scogli frangiflutto.
+
I suoi miseri resti furono, in parte, collocati a lato del ricostruito [[MOLO ITALIA|molo Italia]], in compagnia degli scogli frangiflutto.
-
Terminato il conflitto, il monumento venne sistemato in una aiuola, posta sul retro del Palazzo del Governo (ove ora c’è il Jolly Hotel), che, dal 1940, aveva “ospitato” una
+
Terminato il conflitto, il monumento venne sistemato in una aiuola, posta sul retro del [[PALAZZO DEL GOVERNO|Palazzo del Governo]] (ove ora c’è il Jolly Hotel), che, dal 1940, aveva “ospitato” una bella statua opera di Francesco Messina, di Costanzo Ciano.
-
bella statua opera di Francesco Messina, di Costanzo Ciano, della quale ci occuperemo più avanti.
+
-
Ma la statua della '''Vittoria''', dopo poco tempo – per consentire l’edificazione, nello spazio dell’aiuola, dell’hotel
+
Ma la statua della '''Vittoria''', dopo poco tempo – per consentire l’edificazione, nello spazio dell’aiuola, dell’hotel – fu ancora una volta spostata poco più verso il mare, nel così detto “piazzale del Marinaio” ove sorge ancora, e sembra che a volte, con una certa preoccupazione sorvegli, in caso di lavori pubblici nelle sue vicinanze, i macchinari
-
– fu ancora una volta spostata poco più verso il mare, nel così detto “piazzale del Marinaio” ove sorge ancora, e
+
-
sembra che a volte, con una certa preoccupazione sorvegli, in caso di lavori pubblici nelle sue vicinanze, i macchinari
+
edili, timorosa di un ulteriore viaggio.
edili, timorosa di un ulteriore viaggio.
-
Forse proprio il fatto che raffigura una donna alata ha indotto gli amministratori locali a ritenere che si trattasse
+
Forse proprio il fatto che raffigura una donna alata ha indotto gli amministratori locali a ritenere che si trattasse di un monumento migratore.
-
di un monumento migratore.
+
Nel suo ultimo spostamento il monumento è stato completato da due bassorilievi in bronzo di soggetto allegorico, riferentisi ai combattimenti delle ultime guerre, opera dello scultore Arduino Ambrosini.
-
Nel suo ultimo spostamento il monumento è stato completato da due bassorilievi in bronzo di soggetto allegorico,
+
Un particolare allegorico di tipo classico è la testa della Medusa che la Vittoria Alata, nell’atto di spiccare il volo, preme con la punta del piede.
-
riferentisi ai combattimenti delle ultime guerre, opera dello scultore Arduino Ambrosini.
+
-
Un particolare allegorico di tipo classico è la testa della Medusa che la Vittoria Alata, nell’atto di spiccare il volo,
+
-
preme con la punta del piede.
+
A proposito di piedi, a quelli della statua vi era una iscrizione dettata da Ubaldo Mazzini:
A proposito di piedi, a quelli della statua vi era una iscrizione dettata da Ubaldo Mazzini:
Riga 34: Riga 28:
'''DITE AI VENTURI LE OPERE E I GIORNI'''<div>
'''DITE AI VENTURI LE OPERE E I GIORNI'''<div>
'''ONDE LA PATRIA È GRANDE.'''<div>
'''ONDE LA PATRIA È GRANDE.'''<div>
 +
 +
I 1.500 kg di bronzo fuso per la statua erano stati ricavati da cannoni austriaci prede di guerra.
 +
È il caso di ricordare che Angiolo del Santo, nostro concittadino – che, nel monumento di cui sopra, raffigura le fattezze della sua modella preferita – era stato allievo di Leonardo Bistolfi, e fu artista di rara sensibilità.
 +
Sue opere da ricordare sono i busti di [[GIOVANNI CAPELLINI|Giovanni Capellini]], l’erma di [[UBALDO MAZZINI|Ubaldo Mazzini]], il busto di Giovanni Sforza, una
 +
statuetta di Niccolò Paganini, un altorilievo di Richard Wagner e l’ultima sua opera (morì nel 1938), la Statua di San Giovanni Bosco per la Chiesa dei Salesiani.
 +
Alcune sue opere scultoree possono essere ammirate anche nel cimitero urbano: le tombe Beverini e Rossi, quella Cima-Bertonati e la tomba Cozzani.
 +
 +
fonte: [[STRADE CHE VAI STATUE CHE TROVI|Strade che vai statue che trovi]]

Versione delle 13:55, 16 set 2011

Il primo monumento che, procedendo da piazza Europa verso l’Arsenale appare ai nostri occhi, è la statua della Vittoria Alata, che è l’interpretazione spezzina del nostro scultore Angiolo Del Santo della gloriosa conclusione della guerra 1915-1918. Opera di notevole bellezza, e diversa dal solito tipo di monumento che si erige per commemorazioni del genere, fu collocata, nel 1923, sull’angolo verso Corso Cavour del Palazzo Civico che sorgeva in piazza Beverini, sul luogo dell’antico palazzo detto “Palazzo di Corte” dei tempi dello Stato Genovese eretto nel 1907, detto “Palazzo Cenere” dal suo colore, criticato perché era dato dal cemento. Gli spezzini dell’epoca, che avrebbero preferito un palazzo costruito con la nostra pietra di Biassa, lo definirono proprio in quel modo, aggiungendo la sarcastica definizione di “pantan pietrificà” all’edificio, come nel caustico commento di Ubaldo Mazzini:

Per fae cose? ’n monümento
de pantan pietrificà.
Déghe o nome de cimento,

Ma l’è süpa e pan bagnà!

Ad ogni modo il monumento fece la sua bella figura ove lo avevano sistemato sino alla scoppio della seconda guerra mondiale, quando fu rimosso e posto al sicuro. Il Palazzo Cenere, invece, dopo solo 36 anni di esistenza (era un palazzo di aspetto elegante e specifico dell’importanza che aveva, con ampia corte all’uso genovese e qualche concessione allo stile liberty allora in auge), fu quasi completamente distrutto da un bombardamento aereo nel 1943. I suoi miseri resti furono, in parte, collocati a lato del ricostruito molo Italia, in compagnia degli scogli frangiflutto. Terminato il conflitto, il monumento venne sistemato in una aiuola, posta sul retro del Palazzo del Governo (ove ora c’è il Jolly Hotel), che, dal 1940, aveva “ospitato” una bella statua opera di Francesco Messina, di Costanzo Ciano.

Ma la statua della Vittoria, dopo poco tempo – per consentire l’edificazione, nello spazio dell’aiuola, dell’hotel – fu ancora una volta spostata poco più verso il mare, nel così detto “piazzale del Marinaio” ove sorge ancora, e sembra che a volte, con una certa preoccupazione sorvegli, in caso di lavori pubblici nelle sue vicinanze, i macchinari edili, timorosa di un ulteriore viaggio. Forse proprio il fatto che raffigura una donna alata ha indotto gli amministratori locali a ritenere che si trattasse di un monumento migratore. Nel suo ultimo spostamento il monumento è stato completato da due bassorilievi in bronzo di soggetto allegorico, riferentisi ai combattimenti delle ultime guerre, opera dello scultore Arduino Ambrosini. Un particolare allegorico di tipo classico è la testa della Medusa che la Vittoria Alata, nell’atto di spiccare il volo, preme con la punta del piede. A proposito di piedi, a quelli della statua vi era una iscrizione dettata da Ubaldo Mazzini:

ALLA GLORIA DEI SUOI FIGLI
CADUTI SUL CAMPO DI CENTO BATTAGLIE
LA SPEZIA CONSACRA
MDCCCCXXIII
A VOI CHE VIVRETE IN ETERNO
DITE AI VENTURI LE OPERE E I GIORNI
ONDE LA PATRIA È GRANDE.

I 1.500 kg di bronzo fuso per la statua erano stati ricavati da cannoni austriaci prede di guerra. È il caso di ricordare che Angiolo del Santo, nostro concittadino – che, nel monumento di cui sopra, raffigura le fattezze della sua modella preferita – era stato allievo di Leonardo Bistolfi, e fu artista di rara sensibilità. Sue opere da ricordare sono i busti di Giovanni Capellini, l’erma di Ubaldo Mazzini, il busto di Giovanni Sforza, una statuetta di Niccolò Paganini, un altorilievo di Richard Wagner e l’ultima sua opera (morì nel 1938), la Statua di San Giovanni Bosco per la Chiesa dei Salesiani. Alcune sue opere scultoree possono essere ammirate anche nel cimitero urbano: le tombe Beverini e Rossi, quella Cima-Bertonati e la tomba Cozzani.

fonte: Strade che vai statue che trovi
Strumenti personali