CASTELLO DI LERICI

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Il Castello si erge sulla sommità di un promontorio roccioso che chiude a sud la baia di Lerici. La sua costruzione iniziò nel XII secolo e solo assunse la forma attuale, frutto dell'avvicendarsi della dominazione pisana e genovese. Dal 1998 ospita un Museo di Scienze della Terra nato a seguito della scoperta nel territorio circostante di orme di dinosauri e tecodonti vissuti oltre 200 milioni di anni fa.

Indice

IL CASTELLO.

Il Castello di Lerici è una delle più imponenti ed interessanti fortificazioni esistenti nel Golfo Ligure. La sua sagoma maestosa si erge sulla sommità del promontorio roccioso che delimita a sud l’insenatura lericina, risaltando nello splendido paesaggio circostante che caratterizza in modo inconfondibile. La sua costruzione inizia nel 1152 ed è frutto dell’avvicendarsi della dominazione pisana e genovese. Le fasi più importanti dell'edificazione del Castello possono essere ridotte a tre.

La PRIMA FASE

La più antica, riguarda il periodo della dominazione pisana in cui la consistenza architettonica del Castello doveva comprendere la torre primitiva, il corpo rettangolare del piano intermedio suddiviso in 4 piccole celle e la Cappella di Santa Anastasia. Risale al periodo pisano anche la cinta muraria esterna al salone adiacente, la cui volta è sicuramente di epoca posteriore.

La SECONDA FASE

Inizia con la riconquista genovese del 1256. In questo periodo viene rafforzata la Torre e viene realizzata una struttura che ingloba la primitiva torre pisana; vengono inoltre edificate le mura che cingono l'attuale cortile lato nord - ovest e viene completata la splendida Cappella castrense di S. Anastasia con il vestibolo che la precede.

La TERZA FASE

Inizia nell'anno 1555 e porta a compimento l'insieme delle opere di fortificazione. Il Castello, in questa fase,assume l'attuale conformazione monumentale, consolidando la propria importanza strategica al confine orientale ligure .

IL MUSEO.

Il cortile del Castello ospita le ricostruzioni, in grandezza naturale, dei principali dinosauri e di altri tipi rettiliani scoperti in Italia grazie al ritrovamento di orme fossili. Dal più antico giacimento in Val Gardena con l’enigmatico Pareiasaurus e un intrigante rettile molto prossimo ai mammiferi (Lycaenops), al più recente dei Lavini di Marco - Rovereto (TN) con l’imponente Vulcanodon, il grande predatore Ceratosauride e l’esile Scutellosaurus, attraverso le orme del M.te Pisano con i piccoli Laevisuchus ed Euparcheria e quelle delle Dolomiti con lo spettacolare Ceratosauro, l’agile Syntarsus e curiosi rettili tecodonti (Stagonolepis). La scoperta di orme fossili attribuite a dinosauri ed altri gruppi rettiliani, risalenti a circa 220 milioni di anni fa, rappresenta l’evento paleontologico più importante riferibile al territorio spezzino. Sono esposti, come apertura alla storia del territorio, i reperti originari delle orme rinvenute nel territorio lericino ed il calco dell’intera superficie di strato, in grandezza naturale, nel quale sono riprodotte tutte le piste individuate. Lo scenario triassico spezzino è stato rappresentato in un diorama dove i principali tipi di rettiliani sono stati ricostruiti in grandezza naturale, a partire dalle orme rinvenute nel giacimento. A partire dal Triassico inizia la storia geologica del territorio spezzino. Le tappe più salienti di questa storia vengono illustrate attraverso l‘esposizione di caratteristici reperti di rocce, fossili e minerali. Particolare enfasi viene posta su quelle rocce (rosso ammonitico, portoro, diaspro, ecc) e quei minerali (ferro, manganese, ecc), utilizzati dall’uomo fin dall’antichità. Il percorso espositivo del Museo si completa con la presentazione di significativi fossili di piante ed insetti, che illustrano importanti fasi della colonizzazione delle terre emerse. Dalle antiche foreste del Carbonifero alla nascita dei fiori in piena era dei dinosauri, fino alla messa in posto della flora moderna. Da sottolineare le resine fossili, ambre e copali, per l’importanza che hanno assunto fin dall’antichità nella storia dell’uomo. L’esposizione chiude con caratteristici reperti fossili di anfibi e rettili acquatici, semiacquatici e terrestri. La sala di simulazione sismica, unica in Italia, con il suo particolare approccio didattico e con le sue specifiche proprietà dimostrative, gioca un ruolo di primo piano nel Museo.

GALLERIA FOTOGRAFICA

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