ISOLA DEL TINETTO

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Chi dal mare si avvicina al Tinetto e una volta a terra, si avventura lungo la sua dorsale di roccia, non riesce a comprendere come (sa darsi ragione del fatto che) sedici secoli or sono una comunità, certamente esigua, di anacoreti avesse potuto scegliere questo scoglio, alto appena 18 metri sul livello del mare e con un perimetro che non giunge al mezzo chilometro, come luogo per portare avanti il proprio percorso spirituale. L’isolotto è privo di vegetazione e di ogni altra risorsa idonea alla vita umana, se non quella fornita dai molluschi del bagnasciuga e dalla fauna ittica del mare che lo circonda.I resti comprendono: un tempietto paleocristiano, composto di un oratorio posto sulla punta occidentale dello scoglio, la più elevata sul livello del mare, ed un oratorio a due absidi, con altro oratorio monoabsidato addossato, sito a nord-est rispetto alla prima struttura. Nella parete absidale e sulla parete sud del primo oratorio vi sono tracce di decorazioni a croci lunate, incise ed affrescate con colori rosso e blu, di indubbio carattere arcaico. Addossata esternamente alla parete absidale vi è una capiente cisterna coperta da una volta.Più complesse sono le strutture murarie della cappella triabsidata che occupa l’area alta pianeggiante dell’isolotto. L’oratorio ad un’abside appare di epoca posteriore. Antistanti alle absidi vi sono quattro ambienti parte dei quali doveva essere adibita a celle per i monaci.Sono stati identificati pavimenti ed altari, muri di riparo dai venti e locali secondari di servizio attestanti che il complesso cenobitico era destinato ad una comunità eremitica in numero assai ridotto di componenti a residenza fissa ed occasionale.

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