LA SPEZIA... QUASI CAPITALE

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La Spezia... quasi capitale

La Spezia, nel passato, è stata città importante: nel 1939, con i suoi 112.000 abitanti, era compresa nelle ventidue città italiane con popolazione superiore ai 100.000 abitanti. Allora era sede della Squadra Navale, aveva cinematografi e teatri, sale da ballo, diversi giornali: insomma, c'era alla Spezia un rigoglio di vita, di movimento, di attività che oggi, dopo tanti anni, appare perduto.
La nostra città, con il suo golfo naturale di incomparabile bellezza, fu richiamo di re e di artisti e questi ultimi, incantati da tante meraviglie, composero pagine bellissime di poesia, di musica, di arte.
Scrisse, per esempio, Petrarca, alla vista dei nostri luoghi: "Qui dovea Minerva scegliere il seggio e non in Atene...". Più vicino a noi, Ettore Cozzani: "E a volte mi levai ch'erano santi silenzi intorno all'isola, dormente ancora sotto i cieli, come i canti dei nidi sotto un'ala che si stende tepida e trema; ed un arcano albore mi colmava la vita di stupore...". Tino Barsotti, in una sua poesia dialettale, così si esprimeva: "Come a 'n barcon lüzente 'n mèzo ai fioi, / a m'afàcio a miae de 'n sima aa Foze / e rèsto lì 'ncantà, sensa ciü voze, / come 'mbriagà de nèiti e de coloi...

A dimostrazione di tutto questo, Agostino Falconi riporta una notizia riguardante la proposta fatta nel 1864 a Vittorio Emanuele II:


- Progetto di Luigi Nascimbene- L'anno 1864 il signor Luigi Nascimbene pubblica su di un libro a Genova, intitolato "L'Italia, il suo avvenire, la sua Capitale", il proposito di fare di Spezia la capitale del nuovo Regno e scrive:

Alla Maestà di Vittorio Emanuele Re d'Italia.
Sire,
viaggiando d'Etruria lungo il lido del mar Tirreno mi si presenta nuova idea e, pervenuto in Liguria, la inviai al Parlamento.
In allora era messa ancora in spoglie di viaggio e non osò presentarsi alla Maestà Vostra.
Ora, un po' meglio di vezzi adorna, umilmente si inchina al Vostro Trono e festosa per buona notizia porge a Vostra Maestà lieta parola.
Il nuovo Vostro Regno, o Sire, non si nutre del passato, ma sa creare l'avvenire. Voi che avete fatto il Nuovo Regno, ivi innalzate le mura della nuova Capitale e la Storia pronuncerà chi, di Voi e Pietro, sia il più grande!

Parigi, 14 febbraio 1864.


Capitale divenne, per breve tempo, Firenze. Spezia dovette accontentarsi d'essere soltanto l'effimera capitale del piccolo territorio della Lunigiana, soggetto, dal 1254 al 1273, al dominio di Niccolò Fieschi.

Negli Spezzini di allora rimase, però, un velo di rimpianto per quello che poteva essere e, invece, non fu.


da: C'era una volta Spezia (da Ciclina a Gigion Abòssa) di Eugenio Giovando, Edizioni Moderna, La Spezia, 1994
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