LE MURA DI LEVANTO

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Furono erette nel 1265 dalla Repubblica di Genova dopo che Levanto subì vari attacchi da parte dei Pisani, i più gravi dei quali furono due. Il primo (1165), nel corso del quale fu messo completamente a fuoco; il secondo (1242), durante il quale i Levantesi si misero in salvo rifugiandosi nel castello e il borgo fu distrutto. Dai documenti risulta che le mura furono ricostruite a partire dal 1565 e, in una planimetria di Matteo Vinzoni del 1722, sono rappresentate probabilmente ancora nel loro percorso medioevale, che andava dal castello alla torre dell’orologio, per scendere sino alla porta di San Cristoforo. Tali muraglie proteggevano verso oriente soltanto il Borgo Antico, ossia quello che comprende tutta Via Guani, la collina sulla quale sorge l’ex chiesa della Madonna della Costa e quella del castello, compreso l’abitato circostante la parrocchiale di Sant’Andrea sino a Piazza da Passano. Dal lato verso il mare, per quanto se ne sa, non è mai esistito un baluardo vero e proprio e la difesa era costituita dalla schiera delle costruzioni dell’odierna Via Guani. Un aspetto questo apparentemente inspiegabile, se non con la necessità di consentire il funzionamento del porto medioevale levantese. D’altro canto, anche altri borghi della Liguria in cui esistono tuttora mura d’origine medioevale, difendono l’abitato solo verso il lato a monte, come per esempio a Noli, Portovenere e Vernazza. Lungo il percorso si trovano tre torri, ancor oggi esistenti, e alcune porte. Di queste ultime, soltanto una si è conservata, quella menzionata negli Statuti di Levanto come Porta del Fossato o dell’Acqua. E’ ubicata prima di Prealba, a fianco dell’ex Convento degli Agostiniani, e consente tuttora l’accesso al sentiero per Monterosso che passa in località Bagari. Con l’avvento delle moderne vie di comunicazione (strade e ferrovie), nel XIX secolo gran parte delle muraglie di cui erano munite quasi tutte le città ed i borghi antichi italiani sono andate distrutte. Da questo punto di vista Levanto è stata fortunata. Infatti, il perimetro delle fortificazioni di cui si sta parlando è stato solo in piccola parte distrutto nel corso dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento. Partendo dalla torre del castello, sulla parte in basso della quale è ancora visibile il punto in cui si innestavano le mura, si scende sino alla prima porta (novecentesca), dopo la quale iniziano le mura antiche. Questa parte delle fortificazioni è, salvo brevi tratti, cinquecentesca e arriva sino al punto in cui transitava la linea ferrata, trasferita a monte negli anni Sessanta del secolo XX. La seconda parte, databile tra il XIV ed il XV secolo, inizia dalla torre dell’orologio ed arriva sino alla prima costruzione sottostante. E’ stata restaurata circa dieci anni or sono. Immediatamente prima della porta novecentesca di cui si è scritto sopra, esiste un breve tratto di muraglia semicircolare, era l’abside dell’antico oratorio Mortis et Orationes. Nell’edificio contiguo ai ruderi di quest’ultimo, nel Settecento funzionava ancora uno dei tre ospitali del borgo. Uscendo dalla medesima porta si può vedere l’antica cava di marmo Rosso Levanto, ancora attiva negli anni Cinquanta del XX secolo e poi chiusa per ragioni di sicurezza dell’abitato.

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