LUNI

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LUNI

In Dialetto:
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Nazione: Flag ita.gif
Regione: LIGURIA
Provincia: LA SPEZIA
Comune: ORTONOVO
Coordinate: 44°4′0″N 10°2′0″E
Altitudine: 20 MT. s.l.m.
Google Maps: http://tinyurl.com/3qkhgzy
Dialetti:
Abitanti: 1.000 circa
Densità:
Frazioni:
CAP: 19034
Patrono:
Ricorrenza:
Eventi:
Musei: Museo Archeologico Nazionale e città antica di Luni
Parchi:
Links:

« Se tu riguardi Luni e Urbisaglia

come sono ite, e come se ne vanno

di retro ad esse Chiusi e Sinigaglia,

udir come le schiatte si disfanno

non ti parrà nova cosa né forte,

poscia che le cittadi termine hanno. »

(Dante Alighieri, Divina Commedia - Par.XVI-73,79)

Indice

Il toponimo

Il nome della città deriverebbe dalla sua consacrazione alla dea romana "Lunae" (appellativo popolare con cui veniva identificata Diana Lucifera), anche in considerazione della forma a falce dell'allora porto cittadino. Taluni studiosi però farebbero risalire l'etimo a Lun che con il consimile Luk vorrebbe riferirsi al termine "palude". Ed in effetti sia la colonia di Luni, sia quella di Lucca erano originariamente circondate da ampie zone paludose che via via i Romani riuscirono a bonificare nel corso di secoli. Dal nome della colonia deriva quello di Lunigiana, ovvero il comprensorio racchiuso fra le province della Spezia e di Massa e Carrara ed attraversato dal fiume Magra e dalla strada statale 62 della Cisa, potenziata da Napoleone Bonaparte, sul vecchio tracciato della via Francigena.

Storia

LUNI mosaico pavimento.jpg

Luni fu abitata fin dal periodo Paleolitico medio, nell'Età del Bronzo e del Ferro, continuativamente. I Greci vi avevano eletto la sede del tempio a Selene, la Luna per i romani, elevata a divinità protettrice della città, che da questo trasse il nome. A sua volta il toponimo caratterizzò l'intera area limitrofa, che si chiama infatti Lunigiana. E' singolare notare come la vicina Carrara abbia come stemma una ruota, simbolo solare. Collocata alla sinistra della foce del fiume Magra, un tempo molto più vicina al mare di quanto non sia oggi (che dista in linea d'aria comunque poco, circa 1 chilometro), Luni era un attivissimo porto naturale, nota anche per le sue cave di marmo; fu un fiorente centro etrusco controllato da popolazioni autoctone (i Liguri) che, con la conquista romana, divenne dapprima porto militare romano e poi - quando i Liguri-Apuani vennero sconfitti e deportati (in numero di 47.000) attorno al 180 a.C., divenne colonia in cui si insediarono duemila cittadini romani. Con la crisi dell'impero romano, coincise il progressivo insabbiamento del porto e l' impaludamento della fascia costiera. La colonia di Luni fu fondata dai Romani nel 177 a.C., per stabilirvi un posto avanzato contro i Liguri Apuani, ai quali avevano faticosamente strappato quel territorio; il nome della città deriverebbe da una dea primitiva italica o dalla forma a falce del porto cittadino. La fondazione di una colonia romana in questa zona indica che il territorio era assai importante dal punto di vista strategico, militare e commerciale: l'accorta politica romana prevedeva il trasferimento di intere famiglie in tali zone, per lo più veterani di guerra, ai quali venivano concessi appezzamenti di terreno con diritto ereditario; e così avvenne per Luni. I Liguri, tuttavia, non si rassegnarono alla perdita di un territorio così importante e continuarono a combattere finché furono definitivamente sconfitti, nel 154 a.C., dal console Claudio Marcello. Con il consolidamento del dominio romano, la colonia iniziò la propria ascesa economica: la città ebbe, infatti, un'industria di scultori del marmo, forse una fonderia di bronzi ed una fabbrica di oggetti in vetro; i cives lunensi erano anche abili commercianti e seppero trarre vantaggi dalle materie prime della zona: esportavano legname delle foreste appenniniche, i celebri formaggi della zona cari a Marziale e a Plinio, i vini locali, ma soprattutto il marmo, fra cui soprattutto il richiestissimo marmo bianco. All'epoca di Augusto, la città conobbe un ulteriore periodo di ascesa e di splendore, mentre in età giulio-claudia raggiunse un notevole sviluppo monumentale. Rutilio Namaziano, nell'anno 416 ne ammirava ancora dal mare le bianche mura e cantava di una terra ricca di marmi che sfidano il candore dei gigli e le bianche nevi; certamente era ancora fiorente nel V secolo se, nell'ordinamento delle diocesi, venne prescelta come sede vescovile. Nel 642, la città fu occupata militarmente dai Longobardi guidati da Rotari, devastata e ridotta a semplice villaggio e le sue famiglie di un tempo avviate ad un rapido declino. L'avvento dei Franchi determinò una nuova crisi nella città che, in seguito, non fu in grado di evitare un terribile saccheggio da parte dei pirati saraceni e, pochi anni più tardi (860), il famoso assalto dei Normanni che segnò la fine dello splendore altomedievale di questa città. Il progressivo impaludamento della zona, il conseguente diffondersi della malaria, l'abbandono delle abitazioni, oltre che le necessità difensive fecero il resto: nel 1201, la sede vescovile venne trasferita a Sarzana e Luni perse l'ultimo ed il più importante carattere della sua condizione di città. Della colonia romana rimasero soltanto rovine, destinate a scomparire per la violenza della natura e degli uomini; ma le leggende legate alla loro storia, il fascino di ciò che resta della grandezza del passato, la bellezza del paesaggio circostante ed il mistero che ancora circonda la fine della città, fanno della visita a Luni antica un'esperienza indimenticabile.

Personaggi Illustri

Ricordiamo per primo, seguendo un ordine cronologico, lo scrittore latino Aulio Persio Flacco, nato nell'anno 34 d.C. a Terguglia, presso Luni, da Fulvia Lisenia e da Persio Flacco; compiuti gli studi a Roma fu autore di Satirae, nelle quali celebrò la città di Luni (libro quinto). Luni diede i natali anche al Papa Eutichiano (275 - 283) ed a diversi vescovi - conti; fra questi citiamo San Basilio, al quale venne dedicata la pieve di Sarzana che poi divenne cattedrale col nome di Santa Maria; inoltre i vescovi San Venanzio, San Ceccardo e l'eremita San Venerio.


Luoghi di interesse culturale

LUNI anfiteatro.jpg

I resti della città romana di Luna, oggetto di scavi a partire dal Rinascimento, sono musealizzati e inclusi nel percorso di visita del Museo Archeologico Nazionale di Luni. L'attuale edificio museale, inaugurato nel 1964, nacque con l'obiettivo, non completamente riuscito, di riunire i reperti provenienti dagli scavi archeologici di Luni che risultavano dispersi in diverse istituzioni museali italiane. L'area archeologica comprende diverse aree pubbliche della città romana quali il foro, l'area capitolina e il decumano massimo, la Basilica civile, la curia e il cardine massimo, il Grande Tempio e alcune dimore signorili (Domus dei Mosaici, Domus Settentrionale, Domus degli Affreschi). All'interno dell'area archeologica, in casali ottocenteschi, sono situate sezioni tematiche distaccate del Museo.

Anche i resti dell'Anfiteatro, posto al di fuori dell'antica cinta muraria, sono inclusi nell'area archeologica. Anfiteatro sorto in un periodo non meglio specificato del II secolo, forse in età antoniniana, posto al di fuori della cinta muraria delle colonia, nel suburbio orientale, lungo l'antico tracciato della Via Aurelia. Il monumento è orientato sulla base della ripartizione agraria di età augustea che si sovrappone, con orientamento diverso, a quella risalente alla fondazione repubblicana della colonia. Di forma ellittica, presenta una asse maggiore di 88,5 m e un asse minore di 70,2 m e si sviluppa in maniera simmetrica rispetto l'asse maggiore. Si calcola che dovesse avere una capienza di circa 7.000 spettatori.

Il Grande Tempio si trovava nel punto più alto della città, a ridosso del tratto nord-ovest delle mura e rappresenta uno degli edifici cultuali più antichi di Luna. Una prima fase è di età repubblicana e una seconda di età imperiale. Il primo tempio venne edificato immediatamente dopo la fondazione della colonia e dedicato alla dea Selene-Luna, come testimoniano le decorazioni in terracotta del frontone, in cui si distingue Luna seduta in trono affiancata da Dioniso, Apollo e dalla Muse del suo corteo. Quanto si vede oggi sono i resti del Tempio di età imperiale, con le decorazioni non più in terracotta ma in marmo. Al tempio si accedeva tramite una imponente scalinata perchè il dislivello tra la piazza e il podio era di circa sette metri e mezzo. La vasta piazza antistante il tempio misurava 60 metri x 50 ed era circondata su tre lati da portici colonnati. L'area sacra era attraversata da una larga via lastricata in marmo che, da un ingresso monumentale sul lato sud, conduceva alla scalinata del tempio. Si può notare- tra i ruderi- un frammento lapideo della trabeazione con un'iscrizione che ricorda un restauro da parte dell'imperatore Caracalla e un altro personaggio che contribuì finanziariamente. Il complesso templare venne usato fino alla fine del IV sec. d.C. dopodichè venne abbandonato e in epoca alto-medievale sfruttato a scopi abitativi.

Fonti: Comune Ortonovo;Due passi nel mistero

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