SARZANA

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Sarzana si trova in territorio ligure, nella bassa val di Magra, dove la statale 63 della Cisa si incontra con la via Aurelia. La città è situata nel cuore della Lunigiana, diretta discendente dell’antica città romana di Luni, che sostituì in quanto ad importanza religiosa all’inizio del XIII secolo.
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Sarzana si trova in territorio ligure, nella [[:Categoria:BASSA VAL DI MAGRA|bassa val di Magra]], dove la statale 63 della [[CISA|Cisa]] si incontra con la [[VIA AURELIA|via Aurelia]]. La città è situata nel cuore della Lunigiana, diretta discendente dell’antica città romana di [[LUNI|Luni]], che sostituì in quanto ad importanza religiosa all’inizio del XIII secolo.Sarzana sorge nella parte terminale della vallata del Magra,ai piedi della collina di Sarzanello, un rilievo di circa 150 metri s.l.m. e a pochi chilometri dall'estuario del fiume, in una zona relativamente pianeggiante a est del fiume, detta appunto Piana di Sarzana. Il sistema orografico circostante è rappresentato dalle asperità che diradano dalle vicine Alpi Apuane. Il comune è inserito nel [[PARCO NATURALE REGIONALE DI MONTEMARCELLO-MAGRA| Parco naturale regionale di Montemarcello - Magra]].
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Sarzana ha origini antiche, ricordata già nell primo millennio e una storia affascinante, dominata da più signori e città, Castruccio Castracani, Spinetta Malaspina, i Pisani, i Visconti, i Genovesi e i Fiorentini e dove Dante soggiornò. La città conserva ben due castelli, la fortezza Firmafede, di origine pisana e la fortezza di Sarzanello, antica residenza vescovile. Oggi il borgo murato cinquecetesco è quasi rimasto intatto, con le mura e quattro torrioni. Il centro storico si sviluppa lungo le vie Bertoloni e Mazzini, tra Porta Parma e Porta Romana, nell’antico tratto della Via Francigena. Infatti su queste vie e si affacciano numerosi palazzi e chiese come il palazzo Remedi, il palazzo Podestà Lucciardi il palazzo Municipale la chiesa di Sant'Andrea, l’edificio sacro più antico della città, il palazzo Picedi Benettini, il palazzo Vescovile, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, nata sui resti della pieve di San Basilio, il teatro degli Impavidi e molte opere in ferro battuto, caratteristica della città.
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Nei pressi di Sarzana scorre il fiume [[MAGRA| Magra]], il cui bacino è alimentato anche dall'affluente sarzanese del torrente [[CALCANDOLA| Calcandola]]. Oltre al fiume sono presenti due specchi d'acqua, di dimensioni modeste, detti [[BOZI| "Bozi"]], termine dialettale che indica la pozzanghera, in questo caso l'acquitrino, e che quindi rimanda alle piccole dimensioni dei due laghetti.
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Nei dintorni, è possibile visitare il borgo di Falcinello e arrivare fino al mare a Marinella di Sarzana o visitare gli scavi archeologici di Luni, nel vicino comune di Ortonovo.
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Il nome Sarzana appare citato per la prima volta in un diploma dell'imperatore Ottone I datato al 963, nel quale viene riconosciuto al vescovo di [[LUNI| Luni]] il possesso del castrum Sarzanae. Doveva all'epoca trattarsi probabilmente di un piccolo borgo fortificato, situato dove attualmente si trova la [[FORTEZZA DI SARZANELLO| Fortezza di Sarzanello]], a controllo delle vie che percorrevano il fondovalle.
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Informazioni tratte da [https://www.terredilunigiana.com/sarzana.php Sarzana su Terredilunigiana.com]
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== Cenni storici ==
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Il luogo dove sorge oggi il borgo doveva esser popolato già in epoca neolitica, in virtù dei reperti archeologici rinvenuti, soprattutto da alcuni esemplari di statue stele, forma artistica diffusa nel territorio lunigianese.
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Alla conquista romana della piana lunense si lega con tutta probabilità la toponomastica del luogo: il nome deriva probabilmente dal prediale femminile Sergiana da Sergius, a cui si aggiungerà presto la denominazione militaresca di castrum.
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Intorno al 1000 un nucleo abitato si andò formando più a valle in corrispondenza dell'incrocio tra la Via Aurelia e la [[VIA FRANCIGENA| Via Francigena]], che immetteva verso Parma e Piacenza.
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La decadenza della vicina [[LUNI|Luni]], provocata dalle incessanti e devastanti incursioni dei Saraceni, fu tra le cause della crescita di Sarzana. Papa Innocenzo III decretò il passaggio della sede vescovile, nelle bolle del 7 marzo 1203 e del 25 marzo 1204, dalla oramai spopolata [[LUNI|Luni]], a Sarzana.
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Intorno al 1240, a seguito delle vicende che portarono al consolidamento del potere imperiale di Federico II in Toscana, il vescovo lunense Guglielmo fu costretto all'esilio nella guelfa Lucca ed al suo posto prese il potere un vicario imperiale, il marchese Oberto II Pallavicino. Quest'ultimo con l'aiuto delle forze ghibelline dei [[MALASPINA| Malaspina]] e dei pisani conquistò il borgo di [[LERICI| Lerici]] nel 1241.
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Dopo la sconfitta di Federico II, il vescovo Guglielmo fece ritorno alla sua sede, trovando un altro avversario più temibile: Nicolò Fieschi. Il potente genovese, nipote di papa Innocenzo IV incominciò ad annettere le contee dei vassalli vescovili ed il suo potere si estese ben presto da Lavagna fino ad arrivare alla Val di Magra. Ma nel 1270, con la presa del potere della parte ghibellina nella Repubblica genovese, cambiò il corso delle cose e il Fieschi dovette cedere le terre in suo possesso proprio alla repubblica marinara, la quale si andava rafforzando nell'intero circondario lunigianese
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Nel 1273 venne nominato successore del vescovo Guglielmo, Enrico da Fucecchio, il quale nel 1276, a seguito di episodi di "insubordinazione" al potere vescovile da parte dei burgensi sarzanesi, li scomunicò a scopo intimidatorio, ma fu cacciato dalla città e costretto a rifugiarsi in Lunigiana. Solo dopo l'intervento del Pontefice, Bonifacio VIII, i cittadini vennero costretti ad accettare il successore di Enrico, Antonio Nuvolone da Camilla.
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Il 6 ottobre del 1306, nell'antica [[PIAZZA GIACOMO MATTEOTTI SARZANA|Piazza della Calcandola]], Dante Alighieri ricevette quella procura in bianco dal marchese Franceschino Malaspina di Mulazzo in forza della quale egli poté recarsi, la mattina stessa, in [[CASTELNUOVO MAGRA|Castelnuovo Magra]] a siglare la pace con il vescovo-conte di [[LUNI|Luni]] Antonio Nuvolone da Camilla. Gli Atti originali della Pace di Castelnuovo, a rogito del notaro sarzanese Giovanni di Parente di Stupio (custoditi in originale presso l'Archivio di Stato della Spezia), fanno di Sarzana (e di Castelnuovo Magra) gli unici luoghi certi dell'intera biografia dantesca dell'esilio, in compagnia della sola, fatale Ravenna.
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La pace siglata da Dante segnò di fatto la fine del potere temporale dei vescovi in Lunigiana. Il 12 giugno 1316 il vescovo Gherardino Malaspina, nominò Castruccio Castracani visconte della diocesi lunense, il quale dominò la città fino alla sua morte, il 3 settembre 1328.
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Successivamente la rappresentanza della città si recò presso l'imperatore Federico III di Aragona, per chiedere il riconoscimento i diritti acquisiti dal vescovo Gherardino in esilio (soprattutto diritti tributari), che li concesse.
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Nel 1343 Sarzana tornò sotto l'influenza dei Pisani per passare successivamente sotto la dominazione della Repubblica genovese (1438), concludendosi con quella dei Medici, che strinsero d'assedio la città nel 1487, durante la guerra, denominata "guerra di Serrezzana". A causa della guerra la fortezza Firmafede fu completamente distrutta, per poi esser riedificata e denominata appunto Cittadella. Poco prima, nel 1469, fu insignita del titolo di Sigillum civitatis Sarzane dall'Imperatore Federico III.
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Passò quindi ancora a Genova prima attraverso il Banco di San Giorgio e poi, direttamente nel 1562. Da allora Sarzana legò il suo destino, sino ai giorni nostri, a quello di Genova.
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Con la caduta della Repubblica di Genova (1796), sull'onda della rivoluzione francese e a seguito della prima campagna d'Italia di Napoleone Bonaparte, Sarzana fece parte della Repubblica Ligure, diventando capoluogo di uno dei tre Cantoni del Dipartimento degli Appennini,nel 1805, insieme al resto della Liguria, diventò territorio francese, fino al 1815, quando con il Congresso di Vienna non venne riconosciuto il diritto all'autonomia della vecchia repubblica di Genova e Sarzana col resto della regione venne posta sotto il dominio dei Savoia e inclusa nel Regno di Sardegna e dal 1861 con l'unità fece parte del Regno d'Italia. Dal 1859 al 1923 il comune di Sarzana appartenne alla provincia di Genova e in seguito entrò a far parte della neonata provincia spezzina. La creazione del nuovo capoluogo di provincia alla Spezia determinò lo spostamento degli uffici pubblici (Tribunale, sottoprefettura,ecc.) da Sarzana a La Spezia, nel 1929 anche la Cassa di Risparmio e la Banca del Monte di Sarzana furono obbligate a confluire nella Cassa di Risparmio della Spezia e, nello stesso anno, il vescovato fu spostato.
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Sarzana fu protagonista nell'estate del 1921 di uno scontro tra squadristi e carabinieri il 21 luglio nei cosiddetti Fatti di Sarzana, quando, i carabinieri al comando del capitano Guido Jurgens, a seguito di un colpo di arma da fuoco, spararono sugli squadristi. Successivamente, parte dei fascisti fuggiti nelle campagne, furono uccisi dagli arditi del popolo. I fatti di Sarzana ebbero una vastissima eco nazionale, su di essi intervennero i massimi esponenti politici dell'epoca (Gramsci, Turati, Mussolini, Giolitti, ecc.).
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Durante l'occupazione nazista, la popolazione di Sarzana, diede un decisivo contributo alla lotta partigiana. Sulle colline sovrastanti la città si formarono gruppi spontanei dei cosiddetti "sbandati" poi riuniti in vere brigate partigiane, la più famosa fu la [[BRIGATA PARTIGIANA UGO MUCCINI|brigata "Ugo Muccini"]]. La lotta che intrapresero queste formazioni fu determinante per contenere la violenza e la forza degli occupanti tedeschi e fascisti, responsabili di eccidi efferati nelle vicine località lunigianesi e garfagnine.
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Un altro fattore determinante fu la vicinanza alla Linea Gotica, fattore che caratterizzò l'asprezza della lotta partigiana nel sarzanese sottolineata da molteplici scontri tra partigiani e nazifascisti, scontri nei quali venne pagato un alto tributo di vite.
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== Architettura ==
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Sarzana è costituita da un impianto urbanistico che ha vissuto alterne vicende, rispecchiando la storia travagliata del borgo.
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Nel cuore del centro storico, nell'intorno della [[PIEVE DI SANT'ANDREA|pieve di Sant'Andrea]], sono ancora individuabili le tracce del castrum romano, con la tipica disposizione dettata dal cardo e dal decumano, originario del borgo, soprattutto nella perpendicolarità degli assi viari interni. Tale regolarità si perde via via nel tempo con l'espansione del centro abitato.
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La città conserva tuttora l'immagine dell'originario abitato medievale, nonostante le più tarde opere di fortificazione dovute agli interventi di fortificazioni come le mura, i torrioni e soprattutto la Cittadella, che modificarono pesantemente l'impianto urbanistico del primitivo borgo, conferendogli da quel momento l'aspetto di città murata, dominata dalla massiccia fortezza di Firmafede.
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Agli inizi del XIII secolo Sarzana accresce la sua importanza con il trasferimento della sede vescovile, espandendosi notevolmente a livello urbanistico, con la divisione in quartieri. Nel secolo successivo vennero aperte sei porte nelle mura, in corrispondenza delle principali vie di comunicazione. L'intenso sviluppo edilizio continuò fino al XIV secolo, documentato da numerosi edifici fuori delle mura e dalla fondazione di notevoli complessi religiosi, sorti con l'arrivo di nuove comunità religiose, come le Clarisse e i Domenicani.
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L'impianto urbanistico principale rimane inalterato a tutt'oggi, con alcune piccole eccezioni dovute ad ammodernamenti, degli accessi al centro storico.
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Nel 1999 l'avvio di un importante progetto di riqualificazione urbana che prevedeva la nuova pavimentazione delle principali piazze cittadine, unito all'apertura di numerosi cantieri per l'installazione di condutture legate a vari servizi pubblici, ha condotto all'intervento della Soprintendenza, dapprima con limitate verifiche di emergenza.
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La città conserva ben due castelli, la fortezza Firmafede, di origine pisana e la fortezza di Sarzanello, antica residenza vescovile. Oggi il borgo murato cinquecetesco è quasi rimasto intatto, con le mura e quattro torrioni. Il centro storico si sviluppa lungo le [[SARZANA VIA ANTONIO BERTOLONI|vie Bertoloni]] e [[VIA GIUSEPPE MAZZINI SARZANA |Mazzini]], tra [[PORTA PARMA|Porta Parma]] e [[PORTA ROMANA|Porta Romana]], nell’antico tratto della [[VIA FRANCIGENA|Via Francigena]]. Infatti su queste vie e si affacciano numerosi palazzi e chiese come il [[PALAZZO RIMEDI|palazzo Remedi]], il [[PALAZZO PODESTA' LUCCIARDI|palazzo Podestà Lucciardi]] il [[SARAZANA PALAZZO MUNICIPALE|palazzo Municipale]] la chiesa di [[SARZANA SANT'ANDREA|Sant'Andrea]], l’edificio sacro più antico della città, il [[PALAZZO PICEDI BENETTINI|palazzo Picedi Benettini]], il [[SARZANA PALAZZO VESCOVILE|palazzo Vescovile]], [[CATTEDRALE SANTA MARIA ASSUNTA|la Cattedrale di Santa Maria Assunta]], nata sui resti della [[SARZANA PIEVE SAN BASILIO|pieve di San Basilio]], il [[TEATRO DEGLI IMPAVIDI|teatro degli Impavidi]] e molte opere in ferro battuto, caratteristica della città.
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Il centro storico di Sarzana è ricco di palazzi signorili, fatti costruire dalle nobili famiglie per propria dimora.
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Palazzo Neri (1840), costituito da una facciata composita e sobria, ha al suo interno le sale tutte affrescate. Il giardino con il pozzo dell'antico convento delle Clarisse, su una parte del quale è sorto il palazzo, costituisce un elemento architettonico originale. Tutto l'isolato era occupato dalla chiesa e dal convento, con un'area di pertinenza che occupava parte della vicina [[SARZANA PIAZZA GIUSEPPE GARIBALDI|piazza Garibaldi]]. Soppresso il convento, l'edificio fu residenza privata, locanda della posta ed infine Palazzo Neri.
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Villa Carpena sul Torrione Testaforte.
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Palazzo Magni Griffi (1783), è un significativo esempio di classicismo settecentesco che nella sua struttura essenziale prelude all'avvento del Neoclassicismo. Nella facciata scompare ogni elemento decorativo e rimane solo la geometria delle cornici, in gioco composito curvilineo e triangolare dei timpani. Nell'atrio e nello scalone si trova il gusto scenografico barocco, che torna ad animare lo spazio, grazie al gioco di colonne e balaustre che filtrano la luce proveniente dal cortile interno.
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[[PALAZZO PODESTA' LUCCIARDI|Palazzo Podestà Lucciardi]] (1819), è un raro esempio di architettura neoclassica, realizzato su progetto di Carlo Barabino. Nel palazzo sarzanese viene espresso un classicismo costruito, ragionato attraverso l'uso del bugnato appiattito. Sul tetto l'altana forma un tempietto classico.
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[[PALAZZO PICEDI BENETTINI|palazzo Picedi Benettini]] (1720), è una costruzione che si erge secondo un impianto tardo rinascimentale toscano e ha nella facciata la sua forma più originale. Già il basamento in bugne appiattite è ornato da splendide grate in ferro battuto.
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Teatro degli Impavidi
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Al piano nobile il ritmo è scandito dalle cornici delle finestre e dall'alternanza dei timpani curvilinei con quelli triangolari, motivo ripetuto con più leggerezza all'ultimo piano.
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Oltre ai citati esempi architettonici, sono presenti significati elementi come Palazzo Remedi (XVII secolo), Palazzo Tusini, Palazzo De Benedetti e il Palazzo del Comune (sec. XV - XVIII).
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L'antica [[PIAZZA GIACOMO MATTEOTTI SARZANA|Piazza della Calcandola]] (oggi Piazza Matteotti) rappresenta senz'altro il cuore del Centro Storico Monumentale di Sarzana.
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In questo luogo la mattina del 6 ottobre del 1306, ante missam, Dante Alighieri ricevette la procura in bianco da Franceschino Malaspina, marchese di Mulazzo, che sarebbe valsa la mattina stessa la pace con il vescovo-conte di Luni, Antonio Nuvolone da Camilla. Si tratta dell'unico luogo certo (assieme al palazzo vescovile di Castelnuovo Magra, teatro del trattato di pace) della presenza di Dante di tutta la biografia dell'esilio (vedi anche, qui, il paragrafo "Storia").
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Nel 1906 la piazza fu teatro delle prime celebrazioni ufficiali dell'Anno Dantesco e vi fu affissa la celebre epigrafe, dettata da Achille Pellizzari, che si conclude con lo splendido verso Orma di Dante non si cancella.
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Fuori delle mura si trova il complesso di Villa Ollandini, mentre Villa Carpena, sorge su uno dei torrioni perimetrali del centro storico, nella fattispecie Torrione Testaforte.
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== Gastronomia ==
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La gastronomia sarzanese ricalca, con alcune varianti minime, la cucina ligure e lunigianese, in particolar modo i prodotti da forno come la farinata, le focacce, i testaroli. Specialità tradizionali sono i ravioli, i "tagiarin", lasagne e gnocchi di patate, lo stocafisso, il pesto, le verdure ripiene, la scarpazza (torta di verdura), gli sgabei, pasta lievitata, fritta e salata, la torta di riso o torta scema, la panizza, la focaccia con la salsiccia, le fritelle di baccalà, il castagnaccio. Tra i salumi tipici va ricordata la Mortadella nostrale, che, a dispetto del nome, è un particolare tipo di salame morbido. Tuttavia Sarzana è conosciuta per l'originalità di un suo dolce tipico, la Spongata, una torta costituita da pasta sfoglia e ripiena di frutta e marmellata. Altri dolci tradizionali sono la focaccia dolce, il buccellato, la torta di riso dolce, la pasta reale.
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Nei dintorni sarzanesi, anche in virtù della presenza di piccole aziende vinicole, si producono discrete quantità di vini bianchi, come il famoso [[VERMENTINO DELLE COLLINE DI LUNI|Vermentino delle colline di Luni]]. La tradizione vinicola della zona è sottolineata anche dalla varietà di viti coltivate che vanno dal bosco, all'albarola, al trebbiano.
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E' possibile visitare il borgo di [[:Categoria:FALCINELLO|Falcinello]] e arrivare fino al mare a [[:Categoria:MARINELLA DI SARZANA|Marinella di Sarzana]] o visitare gli scavi archeologici di [[:Categoria:LUNI|Luni]], nel vicino comune di [[:Categoria:ORTONOVO|Ortonovo]].
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Grazie alla sua posizione, la città di Sarzana è dalla sua fondazione crocevia di importanti vie di comunicazione tra la Liguria, la Toscana e l'Emilia-Romagna. Sin dall'antichità fu centro agricolo, commerciale e strategico di grande rilievo, e già in età medievale importante centro religioso e giuridico, con la sede vescovile e del tribunale
[[Categoria:SARZANA]]
[[Categoria:SARZANA]]
[[Categoria:COMUNI DELLA SPEZIA]]
[[Categoria:COMUNI DELLA SPEZIA]]

Versione attuale delle 10:37, 8 feb 2021

SARZANA

In Dialetto: Sarzàna
LA SPEZIA - SARZANA - 01.JPG
Nazione: Flag ita.gif
Regione: LIGURIA
Provincia: LA SPEZIA
Comune: SARZANA
Coordinate: 44°06′48.99″N 9°57′35.85″E
Altitudine: 21 mt s.l.m.
Google Maps: http://tinyurl.com/3h72qxz
Dialetti: SARZANESE
Abitanti: 22.000
Densità: 641 ab\Kmq
Frazioni:
CAP: 19038
Patrono: SANT'ANDREA APOSTOLO
Ricorrenza: 30 NOVEMBRE
Eventi:
Musei:
Parchi:
Links: COMUNE


Sarzana si trova in territorio ligure, nella bassa val di Magra, dove la statale 63 della Cisa si incontra con la via Aurelia. La città è situata nel cuore della Lunigiana, diretta discendente dell’antica città romana di Luni, che sostituì in quanto ad importanza religiosa all’inizio del XIII secolo.Sarzana sorge nella parte terminale della vallata del Magra,ai piedi della collina di Sarzanello, un rilievo di circa 150 metri s.l.m. e a pochi chilometri dall'estuario del fiume, in una zona relativamente pianeggiante a est del fiume, detta appunto Piana di Sarzana. Il sistema orografico circostante è rappresentato dalle asperità che diradano dalle vicine Alpi Apuane. Il comune è inserito nel Parco naturale regionale di Montemarcello - Magra. Nei pressi di Sarzana scorre il fiume Magra, il cui bacino è alimentato anche dall'affluente sarzanese del torrente Calcandola. Oltre al fiume sono presenti due specchi d'acqua, di dimensioni modeste, detti "Bozi", termine dialettale che indica la pozzanghera, in questo caso l'acquitrino, e che quindi rimanda alle piccole dimensioni dei due laghetti. Il nome Sarzana appare citato per la prima volta in un diploma dell'imperatore Ottone I datato al 963, nel quale viene riconosciuto al vescovo di Luni il possesso del castrum Sarzanae. Doveva all'epoca trattarsi probabilmente di un piccolo borgo fortificato, situato dove attualmente si trova la Fortezza di Sarzanello, a controllo delle vie che percorrevano il fondovalle.

Informazioni tratte da Sarzana su Terredilunigiana.com

Cenni storici

Il luogo dove sorge oggi il borgo doveva esser popolato già in epoca neolitica, in virtù dei reperti archeologici rinvenuti, soprattutto da alcuni esemplari di statue stele, forma artistica diffusa nel territorio lunigianese. Alla conquista romana della piana lunense si lega con tutta probabilità la toponomastica del luogo: il nome deriva probabilmente dal prediale femminile Sergiana da Sergius, a cui si aggiungerà presto la denominazione militaresca di castrum.

Intorno al 1000 un nucleo abitato si andò formando più a valle in corrispondenza dell'incrocio tra la Via Aurelia e la Via Francigena, che immetteva verso Parma e Piacenza. La decadenza della vicina Luni, provocata dalle incessanti e devastanti incursioni dei Saraceni, fu tra le cause della crescita di Sarzana. Papa Innocenzo III decretò il passaggio della sede vescovile, nelle bolle del 7 marzo 1203 e del 25 marzo 1204, dalla oramai spopolata Luni, a Sarzana. Intorno al 1240, a seguito delle vicende che portarono al consolidamento del potere imperiale di Federico II in Toscana, il vescovo lunense Guglielmo fu costretto all'esilio nella guelfa Lucca ed al suo posto prese il potere un vicario imperiale, il marchese Oberto II Pallavicino. Quest'ultimo con l'aiuto delle forze ghibelline dei Malaspina e dei pisani conquistò il borgo di Lerici nel 1241. Dopo la sconfitta di Federico II, il vescovo Guglielmo fece ritorno alla sua sede, trovando un altro avversario più temibile: Nicolò Fieschi. Il potente genovese, nipote di papa Innocenzo IV incominciò ad annettere le contee dei vassalli vescovili ed il suo potere si estese ben presto da Lavagna fino ad arrivare alla Val di Magra. Ma nel 1270, con la presa del potere della parte ghibellina nella Repubblica genovese, cambiò il corso delle cose e il Fieschi dovette cedere le terre in suo possesso proprio alla repubblica marinara, la quale si andava rafforzando nell'intero circondario lunigianese Nel 1273 venne nominato successore del vescovo Guglielmo, Enrico da Fucecchio, il quale nel 1276, a seguito di episodi di "insubordinazione" al potere vescovile da parte dei burgensi sarzanesi, li scomunicò a scopo intimidatorio, ma fu cacciato dalla città e costretto a rifugiarsi in Lunigiana. Solo dopo l'intervento del Pontefice, Bonifacio VIII, i cittadini vennero costretti ad accettare il successore di Enrico, Antonio Nuvolone da Camilla. Il 6 ottobre del 1306, nell'antica Piazza della Calcandola, Dante Alighieri ricevette quella procura in bianco dal marchese Franceschino Malaspina di Mulazzo in forza della quale egli poté recarsi, la mattina stessa, in Castelnuovo Magra a siglare la pace con il vescovo-conte di Luni Antonio Nuvolone da Camilla. Gli Atti originali della Pace di Castelnuovo, a rogito del notaro sarzanese Giovanni di Parente di Stupio (custoditi in originale presso l'Archivio di Stato della Spezia), fanno di Sarzana (e di Castelnuovo Magra) gli unici luoghi certi dell'intera biografia dantesca dell'esilio, in compagnia della sola, fatale Ravenna. La pace siglata da Dante segnò di fatto la fine del potere temporale dei vescovi in Lunigiana. Il 12 giugno 1316 il vescovo Gherardino Malaspina, nominò Castruccio Castracani visconte della diocesi lunense, il quale dominò la città fino alla sua morte, il 3 settembre 1328. Successivamente la rappresentanza della città si recò presso l'imperatore Federico III di Aragona, per chiedere il riconoscimento i diritti acquisiti dal vescovo Gherardino in esilio (soprattutto diritti tributari), che li concesse. Nel 1343 Sarzana tornò sotto l'influenza dei Pisani per passare successivamente sotto la dominazione della Repubblica genovese (1438), concludendosi con quella dei Medici, che strinsero d'assedio la città nel 1487, durante la guerra, denominata "guerra di Serrezzana". A causa della guerra la fortezza Firmafede fu completamente distrutta, per poi esser riedificata e denominata appunto Cittadella. Poco prima, nel 1469, fu insignita del titolo di Sigillum civitatis Sarzane dall'Imperatore Federico III. Passò quindi ancora a Genova prima attraverso il Banco di San Giorgio e poi, direttamente nel 1562. Da allora Sarzana legò il suo destino, sino ai giorni nostri, a quello di Genova. Con la caduta della Repubblica di Genova (1796), sull'onda della rivoluzione francese e a seguito della prima campagna d'Italia di Napoleone Bonaparte, Sarzana fece parte della Repubblica Ligure, diventando capoluogo di uno dei tre Cantoni del Dipartimento degli Appennini,nel 1805, insieme al resto della Liguria, diventò territorio francese, fino al 1815, quando con il Congresso di Vienna non venne riconosciuto il diritto all'autonomia della vecchia repubblica di Genova e Sarzana col resto della regione venne posta sotto il dominio dei Savoia e inclusa nel Regno di Sardegna e dal 1861 con l'unità fece parte del Regno d'Italia. Dal 1859 al 1923 il comune di Sarzana appartenne alla provincia di Genova e in seguito entrò a far parte della neonata provincia spezzina. La creazione del nuovo capoluogo di provincia alla Spezia determinò lo spostamento degli uffici pubblici (Tribunale, sottoprefettura,ecc.) da Sarzana a La Spezia, nel 1929 anche la Cassa di Risparmio e la Banca del Monte di Sarzana furono obbligate a confluire nella Cassa di Risparmio della Spezia e, nello stesso anno, il vescovato fu spostato. Sarzana fu protagonista nell'estate del 1921 di uno scontro tra squadristi e carabinieri il 21 luglio nei cosiddetti Fatti di Sarzana, quando, i carabinieri al comando del capitano Guido Jurgens, a seguito di un colpo di arma da fuoco, spararono sugli squadristi. Successivamente, parte dei fascisti fuggiti nelle campagne, furono uccisi dagli arditi del popolo. I fatti di Sarzana ebbero una vastissima eco nazionale, su di essi intervennero i massimi esponenti politici dell'epoca (Gramsci, Turati, Mussolini, Giolitti, ecc.). Durante l'occupazione nazista, la popolazione di Sarzana, diede un decisivo contributo alla lotta partigiana. Sulle colline sovrastanti la città si formarono gruppi spontanei dei cosiddetti "sbandati" poi riuniti in vere brigate partigiane, la più famosa fu la brigata "Ugo Muccini". La lotta che intrapresero queste formazioni fu determinante per contenere la violenza e la forza degli occupanti tedeschi e fascisti, responsabili di eccidi efferati nelle vicine località lunigianesi e garfagnine. Un altro fattore determinante fu la vicinanza alla Linea Gotica, fattore che caratterizzò l'asprezza della lotta partigiana nel sarzanese sottolineata da molteplici scontri tra partigiani e nazifascisti, scontri nei quali venne pagato un alto tributo di vite.

Architettura

Sarzana è costituita da un impianto urbanistico che ha vissuto alterne vicende, rispecchiando la storia travagliata del borgo. Nel cuore del centro storico, nell'intorno della pieve di Sant'Andrea, sono ancora individuabili le tracce del castrum romano, con la tipica disposizione dettata dal cardo e dal decumano, originario del borgo, soprattutto nella perpendicolarità degli assi viari interni. Tale regolarità si perde via via nel tempo con l'espansione del centro abitato. La città conserva tuttora l'immagine dell'originario abitato medievale, nonostante le più tarde opere di fortificazione dovute agli interventi di fortificazioni come le mura, i torrioni e soprattutto la Cittadella, che modificarono pesantemente l'impianto urbanistico del primitivo borgo, conferendogli da quel momento l'aspetto di città murata, dominata dalla massiccia fortezza di Firmafede. Agli inizi del XIII secolo Sarzana accresce la sua importanza con il trasferimento della sede vescovile, espandendosi notevolmente a livello urbanistico, con la divisione in quartieri. Nel secolo successivo vennero aperte sei porte nelle mura, in corrispondenza delle principali vie di comunicazione. L'intenso sviluppo edilizio continuò fino al XIV secolo, documentato da numerosi edifici fuori delle mura e dalla fondazione di notevoli complessi religiosi, sorti con l'arrivo di nuove comunità religiose, come le Clarisse e i Domenicani. L'impianto urbanistico principale rimane inalterato a tutt'oggi, con alcune piccole eccezioni dovute ad ammodernamenti, degli accessi al centro storico. Nel 1999 l'avvio di un importante progetto di riqualificazione urbana che prevedeva la nuova pavimentazione delle principali piazze cittadine, unito all'apertura di numerosi cantieri per l'installazione di condutture legate a vari servizi pubblici, ha condotto all'intervento della Soprintendenza, dapprima con limitate verifiche di emergenza.

La città conserva ben due castelli, la fortezza Firmafede, di origine pisana e la fortezza di Sarzanello, antica residenza vescovile. Oggi il borgo murato cinquecetesco è quasi rimasto intatto, con le mura e quattro torrioni. Il centro storico si sviluppa lungo le vie Bertoloni e Mazzini, tra Porta Parma e Porta Romana, nell’antico tratto della Via Francigena. Infatti su queste vie e si affacciano numerosi palazzi e chiese come il palazzo Remedi, il palazzo Podestà Lucciardi il palazzo Municipale la chiesa di Sant'Andrea, l’edificio sacro più antico della città, il palazzo Picedi Benettini, il palazzo Vescovile, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, nata sui resti della pieve di San Basilio, il teatro degli Impavidi e molte opere in ferro battuto, caratteristica della città. Il centro storico di Sarzana è ricco di palazzi signorili, fatti costruire dalle nobili famiglie per propria dimora. Palazzo Neri (1840), costituito da una facciata composita e sobria, ha al suo interno le sale tutte affrescate. Il giardino con il pozzo dell'antico convento delle Clarisse, su una parte del quale è sorto il palazzo, costituisce un elemento architettonico originale. Tutto l'isolato era occupato dalla chiesa e dal convento, con un'area di pertinenza che occupava parte della vicina piazza Garibaldi. Soppresso il convento, l'edificio fu residenza privata, locanda della posta ed infine Palazzo Neri. Villa Carpena sul Torrione Testaforte. Palazzo Magni Griffi (1783), è un significativo esempio di classicismo settecentesco che nella sua struttura essenziale prelude all'avvento del Neoclassicismo. Nella facciata scompare ogni elemento decorativo e rimane solo la geometria delle cornici, in gioco composito curvilineo e triangolare dei timpani. Nell'atrio e nello scalone si trova il gusto scenografico barocco, che torna ad animare lo spazio, grazie al gioco di colonne e balaustre che filtrano la luce proveniente dal cortile interno. Palazzo Podestà Lucciardi (1819), è un raro esempio di architettura neoclassica, realizzato su progetto di Carlo Barabino. Nel palazzo sarzanese viene espresso un classicismo costruito, ragionato attraverso l'uso del bugnato appiattito. Sul tetto l'altana forma un tempietto classico. palazzo Picedi Benettini (1720), è una costruzione che si erge secondo un impianto tardo rinascimentale toscano e ha nella facciata la sua forma più originale. Già il basamento in bugne appiattite è ornato da splendide grate in ferro battuto. Teatro degli Impavidi Al piano nobile il ritmo è scandito dalle cornici delle finestre e dall'alternanza dei timpani curvilinei con quelli triangolari, motivo ripetuto con più leggerezza all'ultimo piano. Oltre ai citati esempi architettonici, sono presenti significati elementi come Palazzo Remedi (XVII secolo), Palazzo Tusini, Palazzo De Benedetti e il Palazzo del Comune (sec. XV - XVIII). L'antica Piazza della Calcandola (oggi Piazza Matteotti) rappresenta senz'altro il cuore del Centro Storico Monumentale di Sarzana. In questo luogo la mattina del 6 ottobre del 1306, ante missam, Dante Alighieri ricevette la procura in bianco da Franceschino Malaspina, marchese di Mulazzo, che sarebbe valsa la mattina stessa la pace con il vescovo-conte di Luni, Antonio Nuvolone da Camilla. Si tratta dell'unico luogo certo (assieme al palazzo vescovile di Castelnuovo Magra, teatro del trattato di pace) della presenza di Dante di tutta la biografia dell'esilio (vedi anche, qui, il paragrafo "Storia"). Nel 1906 la piazza fu teatro delle prime celebrazioni ufficiali dell'Anno Dantesco e vi fu affissa la celebre epigrafe, dettata da Achille Pellizzari, che si conclude con lo splendido verso Orma di Dante non si cancella. Fuori delle mura si trova il complesso di Villa Ollandini, mentre Villa Carpena, sorge su uno dei torrioni perimetrali del centro storico, nella fattispecie Torrione Testaforte.

Gastronomia

La gastronomia sarzanese ricalca, con alcune varianti minime, la cucina ligure e lunigianese, in particolar modo i prodotti da forno come la farinata, le focacce, i testaroli. Specialità tradizionali sono i ravioli, i "tagiarin", lasagne e gnocchi di patate, lo stocafisso, il pesto, le verdure ripiene, la scarpazza (torta di verdura), gli sgabei, pasta lievitata, fritta e salata, la torta di riso o torta scema, la panizza, la focaccia con la salsiccia, le fritelle di baccalà, il castagnaccio. Tra i salumi tipici va ricordata la Mortadella nostrale, che, a dispetto del nome, è un particolare tipo di salame morbido. Tuttavia Sarzana è conosciuta per l'originalità di un suo dolce tipico, la Spongata, una torta costituita da pasta sfoglia e ripiena di frutta e marmellata. Altri dolci tradizionali sono la focaccia dolce, il buccellato, la torta di riso dolce, la pasta reale. Nei dintorni sarzanesi, anche in virtù della presenza di piccole aziende vinicole, si producono discrete quantità di vini bianchi, come il famoso Vermentino delle colline di Luni. La tradizione vinicola della zona è sottolineata anche dalla varietà di viti coltivate che vanno dal bosco, all'albarola, al trebbiano.

E' possibile visitare il borgo di Falcinello e arrivare fino al mare a Marinella di Sarzana o visitare gli scavi archeologici di Luni, nel vicino comune di Ortonovo. Grazie alla sua posizione, la città di Sarzana è dalla sua fondazione crocevia di importanti vie di comunicazione tra la Liguria, la Toscana e l'Emilia-Romagna. Sin dall'antichità fu centro agricolo, commerciale e strategico di grande rilievo, e già in età medievale importante centro religioso e giuridico, con la sede vescovile e del tribunale

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